Perché l’articolo potrebbe interessarti? Salvini e Meloni, dopo la vittoria di Donald Trump, si contendono la palma di migliore alleato del nuovo presidente Usa e questo rischia di creare nuovi attriti all’interno della coalizione.
Finiti i brindisi immediatamente successivi alla vittoria, all’interno del centrodestra è gara aperta a chi potrà mostrarsi più vicino al nuovo “zio d’America”. Meloni e Salvini, a capo rispettivamente di Fratelli d’Italia e Lega, hanno tifato in egual misura per Trump e hanno espresso la propria soddisfazione per la vittoria del tycoon newyorkese alle elezioni Usa. Ma adesso sorge un dilemma non da poco: chi potrà fregiarsi del titolo di migliore alleato? E chi potrà rivendicare una maggiore vicinanza ideologica al nuovo inquilino della Casa Bianca?
I post di Salvini dopo la vittoria di Trump
Il leader del Carroccio non ha certo perso tempo per sottolineare sia la propria soddisfazione. Di buon mattino, Salvini è apparso in un video dove ha sottolineato il significato da lui attribuito alla vittoria del candidato repubblicano, con tanto di gadget della campagna elettorale di Trump alle spalle. Qui ha parlato di “giornata storica per tutto l’occidente”.
Un termine, quello di occidente, usato anche nell’altro “pezzo forte” di giornata. Ossia il post pubblicato sulla sua pagina Instagram in cui, per l’appunto, a caratteri cubitali è apparsa la scritta “Make The West Great Again”. Un modo per ricalcare lo slogan della prima campagna elettorale di Trump (Make America Great Again) e per far avanzare una retorica “occidentalista”.
I volti raffigurati nel post su Instagram
Oltre la scritta, nella foto pubblicata sono ritratti tutti i leader delle destre europee e molti dei quali di recente sono entrati nel nuovo gruppo parlamentare europeo denominato “I Patrioti”. Spunta infatti il volto di Geert Wilders, leader del Pvv olandese, così come quello del segretario del partito portoghese Chega, André Ventura, e del capo dello spagnolo Vox, Santiago Abascal. Al centro figura invece la francese Marine Le Pen, al suo fianco si intravede Vivek Ramaswamy, il giovane candidato alle primarie repubblicane e sostenuto inizialmente da Elon Musk.
In basso invece, a svettare è il premier ungherese Viktor Orban e poi, alla sua sinistra, c’è il principale protagonista della foto, vale a dire Donald Trump. Ovviamente non può mancare il volto dello stesso Salvini che, altrettanto ovviamente, è stato posizionato accanto a quello del neo rieletto presidente Usa. Il senso del post è abbastanza chiaro: tra le due sponde dell’Atlantico, secondo il leader della Lega, oramai è nata una sorta di “santa alleanza” tra i partiti di destra chiamati a difendere l’occidente.
Nel post su Tump non c’è Giorgia Meloni
Tra tutti i vari leader della destra, europea e non, raffigurati nella foto inserita sui social manca il volto di Giorgia Meloni. Una circostanza non da poco, considerando che anche lei ha espresso vicinanza a Trump e anche lei più volte ha richiamato alla necessità di dare manforte alla corsa del tycoon.
Non solo, ma nel post sono ritratti di fatto tutti coloro che negli ultimi mesi hanno voltato le spalle in Europa alla presidente del consiglio. Viktor Orban, a lungo in trattative con Meloni per entrare nel gruppo dei conservatori, a sorpresa a luglio ha annunciato la nascita del gruppo dei Patrioti. Al cui interno si è posizionato Abiscal, il quale ha lasciato proprio i conservatori guidati dalla leader di Fratelli d’Italia.
In poche parole, il post di Salvini rischia di irritare doppiamente Palazzo Chigi: non solo nella foto il segretario della Lega si fiera amico di chi, alla lunga, non si è rivelato molto amico di Meloni ma, soprattutto, Salvini si pone come l’unico italiano amico di Trump e l’unico rappresentante italiano delle varie destre internazionali.
Prima di Trump c’era il corteggiamento a Musk
C’è poi un altro volto, fino ad adesso non menzionato, ritratto sempre all’interno del post su Instagram di Salvini. Si tratta di Elon Musk, anch’egli posizionato accanto al leader della Lega. Si sa, il magnate statunitense ha appoggiato Trump, ha in mente l’idea di una destra internazionale che rilanci la sfida non solo ai dem ma a tutta la cultura di sinistra e, di recente, ha anche espresso pubblicamente solidarietà a Salvini per l’affaire Open Arms.
Ma Musk, quando è arrivato in Italia, ha incontrato più volte Giorgia Meloni. Favore ricambiato negli States quando, a settembre, la presidente del consiglio si è recata a New York per partecipare all’assemblea generale dell’Onu. Forse, il vero “corteggiamento” sia di Salvini che di Meloni è proprio orientato su Musk, prima ancora che su Trump.
E vedere il leader leghista, da alleato, raffigurato quale unico italiano amico dell’imprenditore statunitense non ha certo fatto fare salti di gioia al capo del governo. L’impressione è che la “palma” di migliore alleato di Trump (e migliore seguace di Musk) sarà così contesa che, dentro il centrodestra, potrebbero aggiungersi non poche ruggini a quelle già in corso d’opera.
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di Mauro Indelicato
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2024-11-07 16:30:00 ,
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