Come accennato, all’inizio Grotesquerie è un horror promettente. Non solo, tramite alcuni confronti tra la protagonista e altri personaggi, dispensa osservazioni dure e acute. Niecy Nash-Betts (Claws), nei vestiti di Lois è molto brava, specialmente nel mostrare come la forza e la fragilità convivono nel suo personaggio. Lois è una detective meticolosa, ma non si è lasciata anestetizzare al dolore dalle visioni raccapriccianti dei luoghi del crimine. In una scena toccante, nella quale riconosce i morti da minimi particolari dei loro corpi mentre i colleghi appaiono insensibili, la detective ne rimprovera il cinismo. Nel farlo, lancia una frecciata agli spettatori che si lasciano eccitare dalla visione dei cadaveri deturpati in modi cruenti e spettacolari. In un’altra, la sceneggiatura si concentra sull’ipocrisia e i pregiudizi nei confronti dell’obesità, in frangenti diversi. Prima, Lois e il marito cercano di convincere la figlia Merritt a perdere peso, accusandola di cedere a un vizio, quello del cibo, che può minarne la salute. Sia lui che lei sono, però, vittime a loro volta di dipendenze: Lois è un’alcolizzata e Marshall è ossessionato dal sesso. Merritt (Raven Goodwin, Glee) è brillante e più consapevole dei genitori, e in un teso, crudo e disarmante confronto con la madre, in un secondo tempo, la costringe ad ammettere come le loro dipendenze si equivalgano.
Più controverso è come la serie affronta il cattolicesimo, i cui rappresentanti sono dipinti come tutt’altro che pii. Suor Megan è una creatura strana e a suo modo affascinante, e la sua relazione con gli altri religiosi evidenzia l’ipocrisia della Chiesa verso i propri credo e i propri scopi. “Io sono ebrea, quindi non so niente di cristianesimo, anzi ho dovuto prepararmi molto per la parte” ha spiegato Micaela Diamond (Tick, Tick… Boom!), che la impersona. “Per fortuna e per coincidenza, la mio insegnante di recitazione è molto cattolica, quindi mi ha scaricato l’app della Bibbia e siamo partite da lì e poi ho guardato sacco di documentari sulle suore su YouTube. A volte sono pure e innocenti, ma finiscono per essere corrotte e ipocrite, e credo che il genere horror sulle suore sollevi una questione: se le suore faticano a essere buone, cosa succede al resto di noi? È una domanda che attraversa l’intera serie. Credo che le suore e le persone religiose si confrontino quotidianamente con la domanda: Ho fatto bene o no? In questo senso Grotesquerie è più uno studio psicologico che un horror”.
Con l’avanzare della narrazione, si raggiunge un episodio, verso i due terzi della serie che, con un colpo di scena, ribalta la trama. La declinazione in thriller psicologico si rivela il punto debole dello show. Lois, Redd, Micaela, Charlie (Nicholas Alexander Chavez, Monsters: La storia di Lyle ed Erik Menendez) assumono atteggiamenti estremi e assurdi, mentre alcune situazioni scivolano nel surreale e nell’insensato. Il contesto e l’atmosfera si fanno irrazionali e incongruenti, come note stonate, fino al plot twist di cui sopra che ispira… una naturale reazione a dare fuoco allo schermo. Grotesquerie scivola, seguendo schemi che non approfondiremo per via degli spoiler, fino a un finale spiazzante e tutt’altro che risolutivo. Ecco perché molte reazioni iniziali allo show sono inspiegabilmente entusiastiche (come la nostra), mentre le più recenti sono molto critiche: è incredibile quanto uno show partito decisamente bene possa svaccare…
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di Lorenza Negri www.wired.it 2024-11-13 15:43:00 ,