“Qui non è Hollywood”, titolo sostitutivo dopo le polemiche su quello originale “Avetrana”, è la serie targata Disney sull’omicidio di Sarah Scazzi avvenuto il 26 agosto 2010 e per cui sono stati arrestati lo zio, Michele Misseri (8 anni di carcere), la cugina Sabrina Misseri e la zia Cosima Serrano. Avetrana, piccolo comune nel territorio di Taranto, in Puglia è diventato in poco tempo, il vero centro del mondo. Media, telecamere, giornalisti, tv, radio hanno invaso la città per seguire da vicino lo svolgimento del caso.
La serie, “Qui non è Hollywood”
La serie è suddivisa in quattro episodi da un’ora circa e esplora, in ogni singola puntata, la storia dei quattro personaggi principali di questa terribile vicenda. Prima la situazione familiare di Sarah in continuo contrasto con la madre e un rapporto quasi morboso con la cugina, poi la storia del famosissimo Zio Michele, diventato per la carattere italiana, “l’orco di Avetrana” e, sfortunatamente, diventato il colpevole numero uno, la gelosia e la rabbia della cugina incapace di accettare il proprio fisico e l’amore non corrisposto per un ragazzo più grande di nome Ivano e infine, la freddezza di chi ha provato ad insabbiare tutto: Cosima.
Le puntate però, si soffermano molto anche sul ruolo avuto dalla carattere in questa storia. La prima giornalista ad affacciarsi al caso si trovava ad Avetrana per caso, notando la cugina Sabrina affiggere dei volantini con il volto di Sarah. La stessa cugina che ha ucciso per gelosia e che si è resa protagonista di numerose interviste per riscontrare a sviare le indagini. Una storia che ha visto coinvolta un intera famiglia, tanto che l’abitazione Misseri era diventata la casa degli orrori.
Era davvero così necessaria?
La domanda sorge spontanea. Una serie che non rivela niente di nuovo e che non sconvolge lo spettatore. Usa la finzione per ricostruire la storia di un omicidio terribile e caso solo pochi anni fa. Il genere crime, è vero, sta diventando sempre più di moda tanto che escono in continuazione podcast, serie tv, documentari e libri che ripercorrono vicende terrificanti e omicidi spesso irrisolti. La loro funzione però, tramite dichiarazioni dei protagonisti stessi, video di repertorio, atti giudiziari e ricostruzioni fedeli riescono ad informare lo spettatore/lettore che si interessa del caso.
La fiction “Qui non è Hollywood” invece, ha un effetto quasi opposto. Personaggi, scenari e dialoghi sono fittizi nonostante, come in questo caso, almeno fisicamente, i protagonisti siano molto simili a quelli reali. L’effetto però è quasi teatrale, grottesco e rischia, in diverse scene di scivolare in polemiche e incongruenze. Inoltre lo spettacolo rischia di far dimenticare che è un caso di cronaca reale in cui i parenti della vittima sono ancora vivi e lacerati dal dolore.
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di Bernardo Mancini
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2024-11-14 14:45:00 ,