Rauch, l’amministratore delegato di Vercel, ritiene che Google sfrutti indebitamente Chrome per indirizzare gli utenti verso il suo chatbot di intelligenza artificiale, Gemini, e altri servizi di sua proprietà, come Google Docs, attraverso un mix di esortazioni e incentivi integrati nel suo motore di investigazione. “Google sta accumulando ogni vantaggio possibile monopolizzando questo pezzo molto importante dell’infrastruttura software“, afferma Rauch.
Per il numero uno di Vercel, affidare Chrome a un gestore neutrale, come un’organizzazione no-profit o un’istituzione accademica, significherebbe aprire il browser più diffuso al mondo e garantire l’accesso a un gran numero di alternative. Chrome consente già agli utenti di cambiare il provider di investigazione predefinito, ma Google continua a spingere gli utenti a tornare indietro attraverso gli avvisi mostrati durante la navigazione. “Potrei ipotizzare che, in un mondo in cui le persone sono più attrezzate per scegliere […], molti consumatori potrebbero finire per scegliere Perplexity o ChatGPT“, dice Rausch.
Le perplessità degli esperti
Diversi analisti finanziari e legali hanno però espresso dubbi sulla fattibilità delle proposte statunitensi. Gli ex dirigenti di Google che hanno parlato con Wired US sono altrettanto scettici. Rajen Sheth, che ha supervisionato parti di Chrome e ora dirige una startup di software per la creazione di corsi online, sostiene che gli utenti gravitano verso i servizi a cui sono abituati, all’interno di quello che ritiene sia già un mercato aperto.
Ottenere l’accesso ai dati proprietari di Google e avere l’opportunità di corteggiare gli utenti dell’iPhone può contribuire ad aumentare le probabilità che la gente si rivolga a motori di investigazione alternativi. Ma Google dispone anche di un’infrastruttura informatica ineguagliabile, di dati unici provenienti da servizi fratelli come Maps e di oltre 25 anni di familiarità tra i consumatori. “Per quanto si possa far in modo che si giochi alla pari, le persone si rivolgeranno al prodotto migliore per il lavoro da svolgere“, osserva l’ex leader di Chrome.
Gli ex dirigenti di Google sostengono che a soppiantare un giorno l’azienda non sarà un altro motore di investigazione tradizionale, ma un servizio simile a ChatGPT, in grado di presentare i contenuti agli utenti in modo più interattivo. Questa nuova tecnologia non è ancora pienamente sviluppata, ma potrebbe esserlo nel momento in cui la causa del governo americano contro Google sarà finalmente conclusa. E questo significa che il posto di Google nel mercato potrebbe essere molto diverso prima ancora che l’eventuale ordinanza di un giudice venga applicata.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.
Leggi tutto su www.wired.it
di Paresh Dave www.wired.it 2024-11-21 11:27:00 ,