Se fossimo certi che nascere come Dolly fosse sicuro, ossia se fossimo in grado di eliminare i rischi, sarebbe ancora sensato considerare la clonazione riproduttiva immorale? E perché? Non potremmo considerarla come una tecnica riproduttiva?
Le obiezioni sono più o meno sempre le solite: annientamento della identità e della libertà violata, la produzione di un esercito di Hitler e altre irrazionali e immotivati vaneggiamenti. Sono solo paure irragionevoli, cattivi argomenti causati dal sospetto un po’ luddista e dalla scarsa familiarità? Tenderei a dire di sì. Ma vediamone alcuni e ognuno poi deciderà per sé.
Dio, Hitler e la natura
Il grande classico è il contro natura (o artificiale), come se bastasse. A parte la difficoltà di definire cosa è naturale e cosa no, il problema principale è che anche i parti cesarei e tutta la medicina e un’infinità di cose che non ci verrebbe mai in mente di condannare sono innaturali. Come facciamo?
Un cattivo argomento cugino del contro natura e il giocare a fare Dio. È perfino più debole forse. intanto che ci sono le difficoltà di sapere quale sarebbe la volontà di Dio e quindi come sappiamo se stiamo interpretando e applicando la sua volontà oppure no? Poi qualcuno potrebbe contestare questo richiamo a una autorità inesistente.
Identità e libertà: decidere di far nascere qualcuno clonando una cellula somatica di qualcun altro sarebbe una violazione della identità personale e della libertà del nato.
In entrambi i casi queste paure e questi cattivi argomenti sembrano nascere da una visione molto angusta e deterministica del dna: se avete lo stesso patrimonio genetico, siete uguali e avrete lo stesso destino. Ma la nostra identità è determinata da tantissimi fattori e avere lo stesso dna non significa essere uguali. Basterebbe pensare ai gemelli monozigoti, che si troverebbero del resto nella stessa situazione del clonato, tolta l’intenzione. Ma se siamo davvero convinti che condividere il patrimonio genetico sia così dannoso da suscitare scandalo edificante e divieti, non sarebbe giusto attestare almeno a sottrarsi a la nascita dei gemelli?
Qualcosa di simile vale per la libertà: se decido quale dna farti avere (ricordiamo che abbiamo escluso i danni clinici, quindi la scelta di replicare un gene difettoso o una patologia), sto forse scrivendo per te il tuo futuro? La stessa obiezione viene sollevata riguardo alla manipolazione genetica positiva, ossia la possibilità di manipolare il dna per scopi migliorativi e non solo terapeutici. Al di là della difficoltà di separare nettamente miglioria e terapia, ma se fossimo capaci di attribuire un talento musicale o assoluto, staremmo calpestando la libertà del nascituro? Una volta nato, dotato senza fatica di capacità che altri ci mettono anni a costruire, potrebbe facilmente ignorarle e faticare moltissimo per imparare a costruire un tavolo.
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di Chiara Lalli www.wired.it 2024-11-25 08:30:00 ,