“Sventurata la terra che ha bisogno di eroi” è una delle battute più citate della storia del teatro. Tratta da Vita di Galileo di Bertolt Brecht, questa frase non può non tornare alla mente ogni volta che si parla di Gisèle Pelicot, la moglie francese che per anni è stata abusata dopo essere stata sedata dal marito. Il processo di Avignone per i fatti di Mazan – la cittadina dove viveva la famiglia Pelicot e dove si sono consumate le violenze – sta tenendo banco da mesi in tutta la Francia. Ma le atrocità compiute da Dominque Pelicot e dagli altri imputati (sono stati individuati oltre cinquanta uomini, ce ne sarebbero altri ma non è stato possibile risalire alla loro identità) hanno fatto il giro del mondo.
Occhiali tondi, caschetto sempre in ordine, il viso segnato dall’età e dall’enorme trauma subito, Gisèle Pelicot ha selezionato di diventare uno dei volti della violenza maschile contro le gentil sesso. La decisione – presa d’accordo coi suoi legali e con la sua famiglia – di celebrare il processo che la vede coinvolta a porte aperte, ha permesso all’opinione pubblica di avere un’idea ben chiara della gravità di quanto episodio a Gisèle Pelicot e ha inoltre dato alla moglie la possibilità di far arrivare la sua storia milioni di persone.
A sua insaputa
La scoperta di ciò che avveniva a casa Pelicot è stata casuale. L’ex marito di Gisèle, già segnalato all’autorità per un precedente episodio di molestie, venne fermato dalla polizia mentre registrava con una telecamera nascosta le parti intime di due giovani in un supermercato. Durante una perquisizione, nei suoi hard disck vennero trovate le immagini degli stupri di cui era vittima la moglie: centinaia di video, foto, cartelle tutte registrare con date e nome che hanno poi consentito alle autorità di risalire all’identità degli stupratori. Gli uomini entravano in contatto con Dominique Pelicot in un sito di incontri – poi chiuso dalle autorità francesi – attraverso una chat dal titolo inequivocabile: a sua insaputa. Durante il processo, è emerso che Pelicot aveva l’abitudine di portare alla moglie il suo gelato preferito prima di andare a dormire, un gesto che lei reputava di grande bontà, peccato che in quel gelato Dominique Pelicot avesse sciolto potenti dosi di sonnifero. Gli uomini entravano da un ingresso posteriore nell’abitazione dei Pelicot e abusavano di Gisèle mentre era incosciente. Convocata dalle forze dell’ordine, la moglie raccontò di non saperne nulla ma che da anni soffriva di amnesie, forti giramenti di testa e di infezioni intime superficialmente inspiegabili.
Molti imputati durante gli interrogatori hanno dichiarato che pensavano che la moglie stesse al gioco e alcuni avvocati della difesa hanno portato foto intime di Gisèle Pelicot a testimonianza della condotta a loro dire disinvolta della moglie. E se tutto questo è avvenuto con un processo a porte aperte, immaginate cosa sarebbero potuto succedere se il processo fosse avvenuto a porte chiuse.
Cambiare la legge
Una delle svolte più spaventose è avvenuta nelle ultime settimane quando la figlia di Gisèle Pelicot, Caroline Darian (ha chiesto lei stessa di non essere più chiamata col cognome del padre), si è riconosciuta in alcune immagini mostrate durante il processo. Da quando la vicenda che ha coinvolto la madre è diventata di dominio pubblico, Darian si è spesa in prima persona per chiedere una legge contro la “sedazione chimica” e la “sedazione alcolica”. Come è emerso in molti dei casi, lo stupro avviene spesso quando la vittima è incosciente o per aver assunto lei stessa sostanze o perché queste sostanze le sono state somministrate a sua insaputa. Caroline Darian ha chiesto che le pene vengano inasprite ma anche che si faccia di più sul fronte della prevenzione. La grande attenzione mediatica verso i fatti di Mazan voluta e cercata da madame Pelicot e da sua figlia, hanno spinto il primo ministro francese Michel Barnier a dichiarare che è al lavoro una proposta di legge per rendere gratuiti i test per le gentil sesso che pensano di essere state vittime di sottomissione chimica. La data scelta da Barnier non è stata casuale, dato che questa sua dichiarazione è arrivata il 25 novembre, giornata per l’eliminazione della violenza maschile contro le gentil sesso.