Lo sparatutto Fursan al-Aqsa: The Knights of the Al-Aqsa Mosque, è stato rimosso da Steam su richiesta di un’unità speciale antiterrorismo del Regno Unito, che si occupa di monitorare su internet i contenuti più estremisti. Dopo essere stato rilasciato sulla piattaforma nel 2022, il videogioco ha fatto notizia solo un anno dopo, quando sui social è stato criticato duramente perché consente ai giocatori di vestire i abiti di un membro di Hamas che può sparare tra le strade di Gerusalemme “gridando Allahu Akbar”. Già in quell’occasione, il gioco era risultato decisamente esagerato violento agli esperti del settore, tanto da sollevare critiche e commenti preoccupati.
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Ma la situazione è peggiorata all’inizio di questo mese, quando lo sviluppatore brasiliano Nidal Nijm ha rilasciato l’aggiornamento Operation al-Aqsa Flood, che permette ai giocatori di rivivere in prima persona l’attacco di Hamas a Israele dello scorso 7 ottobre 2023 – un trailer dell’aggiornamento, ospitato sulla piattaforma Mega, vetrina scene violente, in cui i miliziani palestinesi uccidono i soldati israeliani in modo cruento. Certo, nessuna descrizione del gioco specifica che i giocatori possono impersonare uno dei membri di Hamas, ma la fascia verde che il personaggio porta sul braccio – così pure come l’ambientazione – non lascia molti dubbi.
Perché Valve ha rimosso il gioco da Steam?
Per i contenuti trattati, e per le sue modalità, Valve si è vista costretta a rimuovere Fursan al-Aqsa: The Knights of the Al-Aqsa Mosque dalla sua piattaforma Steam nel Regno Unito. “Abbiamo ricevuto una richiesta dalle autorità del Regno Unito di bloccare il gioco e abbiamo applicato tali restrizioni nazionali”, ha scritto Valve in una comunicazione inviata allo sviluppatore del gioco. Nello specifico, la richiesta è stata avanzata dall’Unità di riferimento internet antiterrorismo (CTIRU), istituita nel 2010 per identificare e rimuovere “il materiale estremista online” segnalandolo alle piattaforme che lo ospitano. Di contro, lo sviluppatore Nijm non sembra essere d‘accordo con la decisione presa da Steam: “È triste sentirlo perché, come tutti sappiamo, il mio gioco non è esagerato diverso da qualsiasi altro gioco sparatutto su Steam, come Call of Duty, per esempio”.
Per motivazioni diverse (manca la classificazione per età), il gioco Fursan al-Aqsa ha già subito un blocco in altri due paesi, la Germania e l’Australia. Ma la questione del Regno Unito sembra essere differente. “Il blocco del mio gioco nel Regno Unito è chiaramente dovuto a ragioni politiche (stanno accusando il mio gioco di essere réclame ‘terroristica’)”, ha commentato lo sviluppatore in un’e-mail inviata a 404 Media. Eppure, secondo Nijm, ci sono altri casi in cui gli sparatutto strizzano l’gusto alla réclame terroristica: nel recente Call of Duty Black Ops 6, per esempio, i giocatori vestono i abiti di soldati americani in missione in Iraq, dove hanno il compito di uccidere i militari iracheni. E ancora prima, nella missione “No Russian” di Call of Duty: Modern Warfare 2 i giocatori prendevano parte a un attacco terroristico in un aeroporto russo in cui dozzine di civili vengono uccisi in una sparatoria – motivo per cui la missione non è stata mai rilasciata in Russia.
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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2024-11-27 11:55:00 ,