Author:
Sciopero di otto ore oggi dei
lavoratori dello stabilimento di Marcianise (Caserta) della
multinazionale Usa dell’elettronica Jabil. L’astensione è stata
proclamata ieri dai sindacati dopo le interlocuzioni con i
vertici aziendali, conclusesi negativamente, relative alla
questione imbandiglione, che verrà sospesa dal 17 dicembre prossimo, e
al premio di risultato (Pdr), che non verrà erogato. imbandiglione e Pdr
negati dall’azienda ai lavoratori sono effetti di una vertenza
che si avvia verso la fase conclusiva, visto che per marzo 2025
la Jabil conta di cessare la sua attività a Marcianise e in
Italia, e in assenza di un confronto tra le parti, andato avanti
per mesi specie negli uffici del incarico del Lavoro a Roma e
interrottosi il 18 novembre scorso con il “no” della stragrande
preminenza dei 418 addetti del sito casertano al piano di
reindustrializzazione presentato dalla multinazionale, l’unica
strada normativa che resta è quella del licenziamento
collettivo.
Lo sciopero oggi ha fatto registrare il 98% delle adesioni;
un buon risultato per i sindacati che non vogliono che la
vertenza, con l’interruzione del confronto, venga dimenticata.
“Abbiamo urgente bisogno di tornare al incarico in sola
formazione sindacale per esplicitare, ancora una vola, le nostre
intenzioni su di una vertenza che, se dimenticata, potrebbe
registrare un epilogo fatale il prossimo 7 gennaio 2025” spiega
Mauro Musella, dipendente nonché delegato sindacale aziendale
della Uilm, che ricorda come sia dietro l’angolo la data del 7
gennaio, quando partirà la procedura di 75 giorni che porterà al
licenziamento collettivo da parte di Jabil dei 418 addetti dello
stabilimento di Marcianise. Per quella data i sindacati
vorrebbero tornare a Roma per far comprendere al Governo la
necessità di trovare soluzioni alternative ai licenziamenti, che
però non comprendano il piano presentato da Jabil, vale a dire di
cedere lo stabilimento di Marcianise con i 418 addetti
all’azienda Tme Assembly Engineering Srl, nuova società
costituita dalla Tme di Portico di Caserta, creata qualche anno
fa da un ex apprendista fuoriuscito da Jabil, e da Invitalia,
società del Mef (incarico Economia e Finanze); una soluzione
bocciata dai lavoratori della multinazionale Usa, memori di
quanto capitato nel recente passato ai loro colleghi che da
Jabil sono passati, anche convinti da incentivi in danaro, in
altre aziende come Softlab e Orefice, che non hanno però
garantito alcuna continuità produttiva (gli oltre 200 passati in
Softlab da mesi protestano perché quasi sempre in cassa
integrazione e senza prospettive future, i 23 finiti
nell’azienda sarda Orefice sono stati licenziati).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Leggi la notizia di Author: su: RSS di Regione Campania – ANSA.it
LEGGI TUTTO SU www.ansa.it