Sentinel 1C, il nuovo membro della costellazione europea dedicata all’osservazione terrestre, sta per partire, destinato a prendere il posto del cugino 1B, fermato da un guasto nel 2022. È uno dei lanci più importanti degli ultimi anni e la parte più importante dell’evento, previsto per le 22:20 italiane del prossimo 4 dicembre, è però probabilmente il lanciatore: e piuttosto il razzo Vega C, che tornerà in volo dopo una pausa di due anni e – se tutto andrà come sperato – sarà uno dei due pilastri che torneranno a garantire l’accesso indipendente allo spazio all’Unione Europea, insieme al lanciatore Arianne 6.
Il nuovo satellite
I satelliti della missione Sentinel 1 sono pensati per fornire immagini della superficie terrestre in modo continuativo, con qualunque condizione di illuminazione o di meteo. Per farlo sono equipaggiati con un radar Sar (o radar ad apertura sintetica), capace di lavorare in quattro modalità, con una risoluzione spaziale che va dai 5 metri ai 410 chilometri. Il programma prevede due satelliti che condividono lo stesso piano orbitale, garantendo un revisit period (piuttosto il tempo massimo che deve passare prima che possano osservare nuovamente uno stesso punto della Terra) di sei giorni.
Sentinel 1A è stato lanciato nel 2014, seguito a stretto giro dal gemello 1B nel 2016 che però ha presto sperimentato problemi: nel dicembre del 2021 ha iniziato a mostrare un funzionamento anomalo al sistema di alimentazione dei suoi strumenti radar, che ha costretto l’Esa a pensionarlo l’anno seguente. Sentinel 1C è dunque il suo successore, costruito in Italia negli stabilimenti della Thales Alenia Space di Roma per riattivare la missione a due del programma Sentinel. E porta con sé un’importante novità, di cui sarà dotato anche Sentinel 1D, che verrà lanciato il prossimo anno per sostituire il vecchio modello 1A.
“Sentinel 1C è dotato di un radar Sar e di un transponder”, ha spiegato Pier Bargellini, responsabile del programma spaziale Copernicus dell’Esa, nel corso di una Q&A organizzata dall’Agenzia Spaziale Europea. “Questo permetterà do associare i segnali provenienti dia sistemi di tracciamento automatico delle navi con le immagini della superficie, e identificare così con estrema precisione la loro posizione e le loro rotte. Un’aggiunta che si rivelerà pregiata soprattutto per applicazioni nel campo della sicurezza marittima. Uno dei tanti, possibili, ambiti di utilizzo dei dati raccolti da questi satelliti, al pari del monitoraggio degli oil spill, del sostegno ai soccorsi in caso di catastrofi, interferometria, monitoraggio della biomassa e dei cambiamenti climatici”.
Il razzo e l’indipendenza spaziale
Lo scorso 19 novembre il satellite è stato integrato nel lanciatore Vega C, ed ora attende nello spazioporto Esa in Guyana francese l’esecuzione degli ultimi test di sicurezza, in vista della finestra di lancio che si apre il 4 dicembre. Se Il servizio metereologico rimarrà favorevole, il lancio avverrà esattamente alle 22:20 italiane (la finestra di lancio si apre per una frazione di secondo una sola volta al giorno) e dopo 1 ora e 43 minuti di viaggio, il satellite verrà rilasciato in orbita.
Come dicevamo, l’occasione è speciale perché rappresenterà anche il battesimo del fuoco per il nuovo Vega C, il razzo dell’italiana Avio, rivisto e corretto in seguito all’incidente che, dal 2022, ha privato l’Unione Europea di vettori per l’accesso allo spazio. Vega C è ora dotato di un nuovo motore nel secondo stadio, con un ugello riprogettato per prevenire il malfunzionamento che nel 2022 ha portato alla perdita di die satelliti della costellazione francese per l’osservazione della Terra Pleiades. In seguito alla dismissione dei vettori Ariane 5, l’incidente ha segnato una breve crisi dei lanciatori per l’Esa, aggravata dall’inizio della guerra Ucraina che ha impedito di utilizzare anche i razzi Soyuz dell’agenzia spaziale russa. Ora il nuovo Ariane 6 ha aperto la strada alla nuova generazione di vettori europei, con il primo lancio avvenuto lo scorso agosto. Un battesimo del fuoco conclusosi in un successo quasi completo, che ora all’Esa sperano di ripetere entro pochi giorni anche con quello del Vega C.
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di Simone Valesini www.wired.it 2024-11-29 15:52:00 ,