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L’Università di Salerno questa
mattina è tornata alla normalità. Ma i segni di quanto successo
sabato pomeriggio sono ancora tangibili: le piazze, solitamente
piene di vitalità, sono vuote. E gli unici capannelli di
studenti si formano attorno alle transenne che delimitano l’area
– sotto sequestro – nella quale è precipitato il pino alto circa
15 metri. Per chi arriva dal terminal dei bus o dai parcheggi
che si trovano alle spalle della facoltà di Ingegneria è
praticamente un percorso obbligato. Ma sono tanti gli studenti
che si recano appositamente in quel punto per vedere da vicino
gli effetti devastanti del crollo. Qualcuno scatta una foto,
qualche altro commenta a voce alta prima di recarsi in aula. È
dinanzi a quelle transenne che si danno appuntamento i militanti
del Fronte della Gioventù Comunista che questa mattina hanno
organizzato un’assemblea per chiedere più sicurezza nell’Ateneo.
“Già in passato si era sfiorata la tragedia a causa di crolli di
soffitti e di ripetuti allagamenti delle strutture, decadenti
dopo anni di mancata manutenzione”, si legge sul volantino che
viene distribuito ai partecipanti. “Non si può parlare di un
semplice incidente, il rischio che l’albero cadesse era da tempo
chiaro. L’Unisa evidentemente non cura a sicumera la
manutenzione, esponendo studenti e lavoratori a rischi
gravissimi. Quanto successo sabato non deve ripetersi”.
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