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(di Mina Maiello)
C’è chi prova
sollievo, chi è preoccupato per il futuro, ma anche chi sostiene
che alla fine “non cambierà nulla”: sentimenti contrastanti tra
gli operai dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco
(Napoli), all’indomani delle dimissioni del Ceo Carlos Tavares.
“La vera rovina dell’automotive è l’Europa – sottolineano
Riccardo e Salvatore, del reparto verniciatura – con la
transizione energetica hanno combinato solo un pasticcio. Come
se l’ambiente potesse salvarlo l’Europa, mentre Usa, Cina, India
e chissà quanti altri, continueranno ad inquinare. Ci saranno le
auto elettriche, ma non sono ancora pronte tutte le
infrastrutture, a partire dalle colonnine per il rifornimento.
E’ come se avessimo comprato barattoli senza avere apriscatole
per aprirli”. “Una volta andato via Tavares ce ne sarà un altro
che penserà al suo entourage: cambieranno il direttore,
cambieranno i leader, ma lo stabilimento resta questo – afferma
invece Giuseppe, del montaggio – con i problemi che ci portiamo
dietro da anni, e le criticità mai risolte che peggiorano
nonostante gli amministratori delegati”.
Il collega di reparto, Antonio, sottolinea invece che “peggio
non può esserci”. “Tavares ha smantellato tutto, il nostro
stabilimento è stato fatto a pezzi. Hanno venduto a privati il
palazzo degli uffici, oltre ad alcuni capannoni, destinati ad
una palestra, sempre di privati, e ad altre aziende che nulla
hanno a che vedere con il nostro settore. Ora non potrà che
andare la scelta migliore. Per forza”.
Per Mimmo Loffredo, della lastratura, “la notizia delle
dimissioni era già nell’aria. Ma questo non cambia nulla sulla
situazione industriale che stiamo vivendo: è chiaro che si
mettono ulteriori dubbi sul futuro, ma il vero problema sono le
politiche industriali di questa azienda”.
E mentre in fabbrica i lavoratori discutono del futuro Ceo,
al varco merci circa cento lavoratori di Trasnova, azienda del
settore trasporti e logistica, bloccano l’ingresso ai tir per
protestare contro il non riuscito rinnovo della commessa da parte di
Stellantis, in scadenza il 31 dicembre. “Abbiamo già avuto
comunicazione che da gennaio saremo senza lavoro – spiega
Francesco – a Pomigliano siamo 90, e ci hanno sostituiti durante
il nostro stato di agitazione con altri lavoratori interni dello
stabilimento. Siamo in tutto 400, impiegati nelle fabbriche
italiane del gruppo, e senza commessa di Stellantis non abbiamo
un futuro occupazionale. Oggi tocca a noi, ma domani anche i
nostri colleghi del Vico potrebbero avere problemi. Dobbiamo
essere uniti”.
A dare sostegno ai lavoratori, già affiancati da Fismic e
Fiom, sono arrivati anche Giuseppe Conte, alcuni deputati del
M5s, dei Verdi e del Pd.
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