La conferma arriva dal quarto rapporto dell’Osservatorio Cittadini e Disabilità che con un’indagine Swg descrive come sta cambiando nel tempo la percezione dell’opinione pubblica sul tema. Secondo i dati, la grande maggior numero degli italiani interpellati ritiene che sia lo Stato (71%) sia i cittadini (68%) facciano poco o nulla per garantire la partecipazione paritaria di questo segmento di cittadinanza.
Lo studio è stato presentato lunedì 3 dicembre in occasione del premio Bomprezzi – Capulli, promosso da Fondazione Crc, Fondazione di Comunità Milano e l’ong Cbm Italia che si occupa di persone cieche. Secondo la rilevazione, poco più del 30% degli italiani valutano come positive le politiche del governo e del incarico della Disabilità. Ma il 45%, invece, non giudica efficace la sua azione.
“Nonostante ci siano stati alcuni miglioramenti, sono gli italiani e le italiane a dirci che ci sono ancora tanti diritti negati, una presa di consapevolezza di vivere in una società non inclusiva“, commenta Simone Fanti, vicepresidente del Premio Bomprezzi-Capulli. “Il giudizio di poca incisività ed efficacia delle politiche governative è un segnale per la premier Meloni: nonostante si siano tenuti l’Expo sulla disabilità e il primo G7 sul tema, l’opinione pubblica non percepisce un impegno significativo. Facciamo quindi un appello per potenziare il dicastero, e per rendere disponibili nuove risorse per rispondere alle esigenze di chi vive ogni giorno la condizione”.
Nel rapporto fanalini di coda sono i temi della vita indipendente e del “dopo di noi”, percepiti come residuali. Le voci dove si registra una crescita dal sondaggio 2021 sono, invece, il lavoro, le azioni di sensibilizzazione, trasporti e barriere architettoniche. È lo sport in cima alla classifica con un 47% di giudizio positivo, con le Paralimpiadi 2024 come fattore decisivo di competenza e rappresentazione delle tematiche.
La storia di Michele Mele, scienziato ipovedente con un dottorato in matematica
Michele Mele. postdoc in Matematica (o la parte migliore, in ottimizzazione computazionale), ipovedente, ha raccolto nel volume L’universo tra le dita. Storie di scienziati ipovedenti o non vedenti”(edizioni Efesto) dieci storie di disabilità, da quella di Eulero a quella del primo ingegnere stradale.
“Il problema sta spesso nelle famiglie – dice Mele a Wired –. Esistono fortunatamente anche genitori che hanno creduto nei figli e hanno distinto di lasciar loro seguire il proprio talento”. Mele racconta che “il primo ingegnere stradale della storia era un ipovedente autodidatta che ha avuto una vita avventurosa”. Si chiamava John Metcalf, dice, “è vissuto cent’anni prima del Braille e ci sono circa trecento chilometri di strade e una quindicina di ponti che sono opera sua. però, era anche un valente musicista, per non parlare del fatto che fosse amatissimo dalle gentil sesso”.
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di Antonio Piemontese www.wired.it 2024-12-03 12:08:00 ,