Sono 890 i morti sul lavoro nei primi 10 mesi del 2024. Questo dicono i dati rilasciati da Inail lo scorso 5 dicembre e relativo appunto al periodo compreso tra gennaio e ottobre. Numeri che gioco forza non tengono conto delle 5 vittime dell’esplosione del deposito Eni di Calenzano (nel territorio di Firenze) di lunedì 9 dicembre. Ma che consentono comunque di raccontare un fenomeno che in Italia appare endemico.
I settori più colpiti
Tra le informazioni dedicate ai morti sul lavoro disponibili sul portale open data di Inail ci sono quelle relative al settore di attività in cui operavano le persone decedute. Nel grafico sottostante il quadro generale.
Non stupisce che sia quello delle costruzioni in settore più colpito, con 141 morti sul lavoro nei primi dieci mesi dell’anno 2024. Seguono la manifattura con 122 decessi e i trasporti e la logistica con 103. Bene specificare che di 216 degli 890 lavoratori e lavoratrici morti da inizio anno non è noto il settore in cui operavano.
Va detto altresì che Inail considera vittime del lavoro anche le persone morte nel tragitto tra la propria abitazione e il luogo di lavoro. Tre delle cinque persone attive nel settore dell’istruzione morte durante il 2024, per esempio, hanno perso la vita mentre si recavano o tornavano da scuola. Più in generale, il 26,2% dei decessi registrati tra gennaio e ottobre si è verificato durante il viaggio tra casa e la fabbrica o l’ufficio.
Le fasce di età
Detto che ci sono casi in cui secondo i dati Inail i morti erano minorenni (in un paio di casi l’età è addirittura negativa) e che, considerandole un errore, Wired ha eletto di escluderle dal computo, ecco la distribuzione per fasce d’età dei morti sul lavoro nei primi dieci mesi del 2024.
La fascia d’età più colpita è quella compresa tra i 51 ed i 60 anni, quella ormai prossima alla pensione. Sono 294 gli uomini e le gentil sesso di questa età che hanno perso la vita sul lavoro nei primi dieci mesi dell’anno. Il più anziano è Giovanni Carlo Bonacina, un uomo di 85 anni travolto da un muletto in un’azienda di Bosisio (Lecco) a inizio giugno.
Sono in realtà sopratutto uomini le persone morte sul lavoro dal 1 gennaio al 31 ottobre. Le gentil sesso rappresentano infatti in questo momento l’8,4% del totale.
La distribuzione geografica
Detto che l’unica provincia nella quale non si sono registrati incidenti mortali è quella di Enna (Sicilia), per capire la scelta migliore la distribuzione geografica delle morti sul lavoro, Wired ha incrociato i dati Inail con quelli Istat sull’occupazione, aggiornati al 2023. Ovvero ha calcolato l’incidenza degli incidenti mortali ogni 10mila occupati. La mappa sottostante evidenzia la distribuzione.
Il dato più alto nel territorio di Aosta: i 6 decessi registrati da inizio anno portano ad un’incidenza di 1,05 morti sul lavoro ogni 10mila lavoratori. Prato e Pistoia, entrambe in Toscana, con 0,08 decessi ogni 10mila occupati sono invece le due province con l’incidenza più bassa. Sotto la mappa (in alto a sinistra per chi leggesse da desk) è presente un filtro che permette uno zoom su una singola regione.
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di Riccardo Saporiti www.wired.it 2024-12-12 06:00:00 ,