Negli ultimi due anni l’intelligenza artificiale generativa si è sviluppata in modo rapido e incontrollato, tanto da rendere difficile comprendere la direzione in cui stavano andando le aziende di settore. Ora, però, tutto questo fervore sembra essersi placato. E la Silicon Valley si ritrova per la prima volta in una situazione di blocco, preoccupata che i progressi dell’AI possano rallentare nel prossimo futuro. Secondo quanto riportato dalla CNBC, un primo segnale evidente di questa condizione è dato dalla mancanza di miglioramenti importanti apportati ai modelli rilasciati dalle grandi aziende di settore. Il nuovo Gpt-5 di OpenAI, per esempio, è di poco superiore rispetto al suo modello precedente. E lo stesso sembrerebbe valere anche per la nuova versione di Gemini, di gran lunga sotto le aspettative degli utenti.
“Ricordiamo che ChatGpt è uscito alla fine del 2022, quindi sono passati quasi due anni – ha commentato Dan Niles, esperto di investimenti tecnologici – All’inizio c’è stata un’enorme crescita in termini di prestazioni di tutti questi nuovi modelli, mentre ora risultano essere tutti addestrati e quindi l’aumento delle prestazioni si sta stabilizzando”. Questo significa che, se le previsioni di Niles fossero vere, gli investimenti delle Big Tech nella costruzione di nuovi data center e nella osservazione di nuove fonti di energia per alimentarli potrebbero rivelarsi un clamoroso buco nell’acqua. Se è vero che il progresso dell’AI si sta stabilizzato, allora che senso ha che le aziende continuino a investire in progetti di sviluppo?
Questo è il grande dilemma della Silicon Valley, che in questi mesi si sta trovando ad sobbarcarsi uno dei problemi chiave di questa situazione: l’esaurimento dei dati di formazione per i nuovi modelli AI. Non essendoci più dati – soprattutto quelli non protetti da copyright – disponibili in circolazione, le aziende di settore si stanno rivolgendo ai dati sintetici, generati a loro volta dall’intelligenza artificiale, il che sta creando un circolo vizioso di dati spazzatura per la formazione dei nuovi modelli, che porta a un evidente abbassamento della qualità delle loro prestazioni. Eppure, nessuno dei rappresentanti delle Big Tech ha dichiarato ufficialmente che la formazione dell’AI – e non solo – è in blocco. D’altronde, nessuno vuole abbandonare questa corsa folle alla tecnologia di maggior successo del nostro secolo.