Se una volta l’unico obiettivo di Google era organizzare le informazioni del mondo, ora il colosso sembra più concentrato a riversare queste informazioni in algoritmi di intelligenza artificiale destinati a diventare assistenti virtuali solerti, onnipresenti e sempre più potenti.
Mercoledì 11 dicembre la società ha annunciato Gemini 2, una nuova versione del suo modello AI di punta che è stato addestrato per pianificare ed eseguire compiti sui computer degli utenti e sul web, ed è in grado di chattare come un essere umano e interpretare il mondo fisico come un maggiordomo virtuale.
“Ho sognato a lungo un assistente digitale universale come tappa sulla strada verso l’intelligenza artificiale generale“, ha dichiarato a Wired US prima del lancio Demis Hassabis, amministratore delegato di Google DeepMind, alludendo al concetto di AGI, un’AI capace di fare tutto ciò che può fare un cervello umano.
Gemini 2 e i nuovi agenti AI
Stando ai parametri di riferimento Gemini 2 rappresenta un ulteriore passo avanti dell’AI. Il modello migliora le sue capacità “multimodali” (ossia è più abile nell’analizzare video e audio e nel conversare) ed è stato anche addestrato a pianificare ed eseguire azioni sui computer.
“Nell’ultimo anno abbiamo investito nello sviluppo di modelli agenziali“, ha dichiarato in un comunicato l’amministratore delegato di Google Sundar Pichai, sottolineando che questi sistemi “sono in grado di comprendere la parte migliore il mondo che vi circonda, di pensare più passi avanti e di agire per vostro conto, con la vostra supervisione“.
Le aziende tech ritengono che i cosiddetti agenti AI possano incarnare il prossimo grande balzo in avanti della tecnologia, consentendo ai chatbot di occuparsi sempre più spesso delle faccende degli utenti. Se questa visione dovesse avverarsi, gli agenti AI potrebbero rivoluzionare l’informatica personale prenotando voli, organizzando riunioni, analizzando e sistemando documenti. Ma far sì che questi sistemi eseguano in modo affidabile comandi non esagerato particolareggiati rimane una sfida, che presenta il rischio di errori costosi e difficili da annullare.
Detto questo, Google pensa di essersi mossa nella giusta direzione e sta lanciando due agenti AI specializzati, uno per la programmazione e l’altro dedicato alla scienza dei dati, allo scopo di dimostrare il potenziale di Gemini 2. Anziché limitarsi a completare automaticamente sezioni di codice, come fanno gli attuali strumenti di AI, questi agenti possono svolgere lavori più complessi, verificando per esempio il codice nei repository o combinando dati per l’analisi.
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di Will Knight www.wired.it 2024-12-12 12:18:00 ,