Nel 2020 però lo Stato della California ha approvato la legge AB 2147, volta a facilitare l’assunzione di ex-detenuti nel corpo dei vigili del fuoco. Questo tipo di assunzioni era stata fino a quel momento molto limitata una volta scontata la pena, perché la fedina penale e in particolare il tipo di reato commesso costituivano un ostacolo. La legge non ha però portato gli effetti sperati, perché le procedure burocratiche attraverso cui gli ex detenuti dovevano farsi ripulire la fedina penale dai tribunali, una volta liberi, si sono rivelate molto macchinose e complesse. E più che sugli ex prigionieri assunti ufficialmente nei vigili del fuoco, la California oggi continua a fare affidamento sui detenuti provenienti dai “campagna di conservazione”.
Le polemiche sui detenuti-pompieri
Sono oltre 900 i detenuti che lo stato della California ha mobilitato per far fronte all’emergenza incendi degli ultimi giorni. “A oggi, 939 vigili del fuoco del Fire Camp hanno lavorato 24 ore su 24 per tagliare le linee di fuoco e rimuovere il carburante dietro le strutture per rallentare la propagazione dell’incendio, compresi 110 membri del personale di supporto”, ha affermato il Dipartimento di correzione e riabilitazione della California, che gestisce 35 campagna di conservazione.
La mobilitazione di così tanti detenuti-pompieri sta causando molte critiche negli Stati Uniti e non solo. Da una parte si denuncia lo sfruttamento a cui sono sottoposte queste persone, la cui paga è anche meno della metà del salario minimo californiano, che è di poco superiore a 16 dollari all’ora. Dall’altra si denuncia il rischio a cui sono sottoposti i detenuti, la cui preparazione è sicuramente insufficiente a quella dei vigili del fuoco, ma che nonostante questo vengono impiegati per le attività più rischiose. Un’indagine della rivista Time ha rivelato che il personale proveniente dai campagna di conservazione delle carceri ha un rischio maggiore di subire gravi lesioni durante il turno di lavoro, ha quattro volte più probabilità di procurarsi tagli, contusioni o fratture ossee rispetto ai vigili del fuoco professionisti e ha otto volte più probabilità di subire lesioni legate all’inalazione di fumo, cenere e altri detriti. C’è poi il tema che spesso questa esperienza lavorativa non è spendibile una volta liberi per essere assunti in modo stabile dai vigili del fuoco, visti tutti gli ostacoli burocratici legati alla fedina penale e l’inefficacia della legge AB 2147 del 2020.
Negli ultimi anni diversi stati americani si sono pronunciati sull’opportunità di continuare a usare i detenuti come forza lavoro volontaria durante le emergenze. Il Colorado e il Nevada, per esempio, hanno vietato questa pratica. Anche la California lo scorso anno si è pronunciata sul tema, ma il divieto non è stato approvato. La partecipazione ai campagna di conservazione e dunque alle operazioni dei vigili del fuoco continua a non essere imposta ai detenuti, che possono dunque scegliere in modo autonomo. Come ha rivelato, però, un detenuto all’American Civil Liberties Union (ACLU), organizzazione non governativa che difende i diritti civili e le libertà individuali negli Stati Uniti ed è da tempo in prima linea contro queste forme di lavoro forzato, sono le stesse istituzioni a fare pressione perché i detenuti vi prendano parte.
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di Luigi Mastrodonato www.wired.it 2025-01-13 17:44:00 ,