È morto all’età di 90 anni G. Gordon Liddy, l’ex agente dell’Fbi e membro dello staff della Casa Bianca, condannato per essere stato tra gli organizzatori del Watergate, il caso di spionaggio nei confronti del Partito democratico Usa che portò alle dimissioni del presidente Richard Nixon.
Liddy è morto martedì 30 marzo a casa di sua figlia a Mount Vernon, secondo quanto riporta Bloomberg che a sua volta cita il New York Times. Secondo quanto riferito dal figlio Thomas, Gordon Liddy soffriva da tempo di Parkinson e il suo stato di salute è progressivamente peggiorato.
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Liddy era stato un membro del comitato per la rielezione di Nixon e il capo della cosiddetta unità di “idraulici” creata dall’amministrazione Nixon per bloccare la fuga di notizie ai giornalisti. Gordon Liddy propose e mise in atto una serie di azioni illegali – conosciute come Operazione Gemstone – volte soprattutto a indebolire le possibilità di vittoria elettorale da parte dei democratici.
Tra queste attività rientrava anche l’intercettazione degli uffici del Comitato nazionale democratico nel complesso “Watergate”, a Washington. Un piano che Liddy aveva discusso nel 1972 con il procuratore generale John Mitchell, il consigliere della Casa Bianca John Dean e l’aiutante di Nixon Jeb Magruder.
Per quella vicenda Liddy fu condannato e passò in carcere 4 anni e 4 mesi, con un lungo periodo in isolamento. Uscito di prigione si è costruito una “carriera” come personaggio pubblico e protagonista di talk show dove ha sostanzialmente rivendicato l’opportunità delle proprie azioni.