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Per il centenario, iniziativa privata, memorabilia e cimeli
(ANSA) – NAPOLI, 02 AGO – Il bastone da passeggio, ritratti,
lettere, le celebri caricature, i dischi originali, la sua voce
immortale che accoglie i visitatori, da un grammofono d’inizio
‘900: l’indirizzo destinato a divenire cult è via Santi
Giovanni e Paolo 7, primo piano, nel popolare quartiere
napoletano dell’Arenaccia. A cento anni esatti dalla morte, la
casa natale di Enrico Caruso, il tenorissimo che fu anche la
prima icona pop italiana nel mondo, diventa un museo grazie
all’iniziativa, tutta privata, di tre appassionati partenopei:
Armando Jossa, Raffaele Reale e Gaetano Bonelli. In un anno
ricco di celebrazioni a Napoli e non solo, si è avverato un
‘miracolo laico’, come lo definiscono gli artefici
dell’impresa, inseguito da tempo e realizzato con l’apporto
della famiglia Caruso, dello storico Guido D’Onofrio e di Aldo
Mancusi, che ha destinato alla Casa Museo svariati reperti,
degli oltre cento in totale esposti, provenienti dall’Enrico
Caruso Museum of America di Brooklyn. E naturalmente grazie al
commerciante Lello Reale, proprietario dell’appartamento oggi
restaurato, 45 mq, dove è possibile curiosare tra memorabilia
(c’è anche l’elegante biancheria di lino con le iniziali)
programmi di sala, locandine, cimeli. (ANSA).
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