AGI – Le più innovative possibilità di cura nel tumore del polmone e le nuove prospettive per i pazienti; si è mosso su questi due binari l’incontro on-line promosso dal CEIS-EEHTA dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, patrocinato dalla Società Italiana di Health Tecnology Assessment, proprio nel giorno della nascita della Rete italiana per lo screening polmonare.
“Una patologia che in Italia pesa circa 2,5 miliardi di euro, tra costi diretti sanitari e costi indiretti e sociali”, spiega il professor Francesco Saverio Mennini, professore di Economia Politica ed Economia Sanitaria all’Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata’ e Presidente SIHTA.
“Dal nostro studio emerge come nel periodo tra il 2016 e il 2018 è stata registrata una media annuale di 130.563 ricoveri, di cui 11.353 con intervento con un costo medio per ricovero pari a circa 9.310 euro. Il numero di ricoveri e di pazienti ospedalizzati si riduce nel tempo (-10,4%), e di contro aumentano le ospedalizzazioni per intervento (+7,0%). Ancora, il tasso di ospedalizzazione è caratterizzato da una forte eterogeneità spaziale (101 casi per 100.000 abitanti nella P.A. di Bolzano, 195 nelle Marche)”.
Temi scottanti, visti gli ultimi dati disponibili che dimostrano come i tumori del polmone siano una delle prime cause di morte nei Paesi industrializzati, ma anche e soprattutto in considerazione dell’aumento di nuove diagnosi che sono previste nei prossimi anni visto il terreno perso a causa della pandemia.
Soprattutto nel corso della “prima ondata”, si è generato un inquietante ritardo diagnostico per questa neoplasia che in Italia è il primo killer negli uomini e il secondo nelle donne. Nel 2020 le stime dell’Associazione Italiana Registro Tumori parlano di 40.800 nuove diagnosi di tumore del polmone (27.500 uomini e 13.300 donne).
Il principale fattore di rischio è rappresentato dal fumo di sigaretta, responsabile di 8-9 tumori del polmone su 10; altri fattori di rischio, legati all’esposizione professionale, sono l’amianto, il radon e i metalli pesanti. Dati confermati dalle parole della professoressa Silvia Novello, Ordinario di Oncologia Medica, all’Università degli studi di Torino.
“Il tumore del polmone rimane la prima causa di morte per neoplasia nel mondo sia per gli uomini che per le donne – spiega – e il principale fattore di rischio sono sempre le sigarette, dato che l’85% dei pazienti affetti da questa malattia è, o è stato, un fumatore. Urge pertanto avere a disposizione sia efficaci mezzi di prevenzione primaria, personalizzati per età e per tipologia di soggetti cui sono indirizzati; sia una prevenzione secondaria nazionale, cosi come avviene per altre malattie tumorali. L’impiego della Tac spirale in soggetti a rischio ha consentito di abbattere la mortalità per questa neoplasia e andrà pertanto rapidamente implementata nel nostro Sistema Sanitario. Oggi – aggiunge la professoressa – ci sono molte novità in ambito terapeutico: l’introduzione dell’immunoterapia e della medicina di precisione ha cambiato la storia di moltissimi pazienti e la ricerca è costantemente impegnata nel proseguire in questa direzione per garantire ai pazienti maggiore qualità e quantità di vita. La medicina di precisione offre ai pazienti un trattamento personalizzato, questo significa maggiore efficacia a fronte di un migliore profilo di tollerabilità; ma significa anche dover acquisire tutte le informazioni riguardanti la malattia prima di dare un’adeguata informazione prognostica e terapeutica. L’accesso ai test e ai nuovi farmaci dovrebbe pertanto esser garantito ad ogni paziente per perseguire questi obiettivi”.
Tra i momenti centrali del confronto on-line, la tavola virtuale alla quale hanno preso parte Maria Domenica Castellone (Senatrice della Repubblica, 12° Commissione Igiene e Sanità), Angela Ianaro (Deputato, Membro della XII Commissione Affari Sociali), Raffaele Migliorini (Coordinatore Generale Medico Legale INPS), Nicola Parrotta (Sovrintendente Sanitario Regionale per l’Emilia Romagna – INAIL) e Stefania Vallone (Women Against Lung Cancer in Europe, Walce Onlus).
Proprio la dottoressa Vallone ha lanciato un avvertimento: “Nonostante i grandi passi avanti compiuti in oncologia stiano cambiando lo scenario del carcinoma del polmone – ha detto – in tutta Europa si fa ancora fatica a migliorare la sopravvivenza dei pazienti perché ci sono ancora forti diseguaglianze nell’accesso alle terapie più innovative e all’assistenza. In Italia, nonostante siano approvati e rimborsati i principali test diagnostici molecolari, questi presentano disomogeneità territoriali a livello regionale. Pertanto, la diagnosi tempestiva del tumore polmonare e l’accesso ai test molecolari per tipizzare la neoplasia sono due criticità importanti anche nel nostro Paese e vi sono diversi ostacoli responsabili delle disuguaglianze a livello nazionale”.