di Diego Barbera
La scelta del guanto apporta anche un altro importante vantaggio: rende semplice, immediata e naturale l’interazione con gli oggetti – e, perché no, anche gli altri utenti – del metaverso senza dover imparare a utilizzare altri strumenti. La sfida per i Reality Labs è proprio quella di rendere la sensazione la più realistica possibile, mantenendo al tempo stesso i guanti comodi da indossare, sicuri, personalizzabili, anche stilosi e non troppo cari da acquistare. “Stiamo creando quasi tutto da zero in questo ambito – ha affermato il responsabile del progetto, Sean Keller – Stiamo imparando come le persone percepiscano le sensazioni del tatto e come completino determinate azioni. Stiamo cercando di capire come adattare l’intera varietà di forme e dimensioni della mano umana, mantenendo il collegamento meccanico con l’utente”.
Tra le varie difficoltà affrontate c’è stata quella del calore generato dai piccoli motori incorporati nel guanto, da qui l’idea di rivolgersi alla robotica morbida, ma anche alla realizzazione del primo chip microfluidico ad alta velocità, per ottenere una piattaforma leggera, flessibile e indossabile. Questi attuatori soft disseminati su dita e palmo riproducono la sensazione di consistenza, vibrazione o pressione tramite lo spostamento di aria tramite valvole. Oltre alla parte hardware si è lavorato duramente in quella software, per esempio per tracciare in modo estremamente accurato posizione e movimenti della mano per ancora più immersività, anche grazie all’uso di suoni.
Insomma, non resta che attendere ulteriori sviluppi e anche scoprire come Meta risponderà alla startup HaptX, che ha sottolineato come questo guanto riprenda in modo “sostanzialmente identico” diverse tecnologie brevettate proprietarie sin dal 2012.
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www.wired.it
2021-11-17 16:30:19