di Chiara Dilucente
Senza entrare troppo nel dettaglio, durante le collisioni nell’Lhc, alcuni dei neutrini prodotti si scontrano con i nuclei dei metalli densi del rilevatore, generando particelle che viaggiano attraverso gli strati di emulsione e sono in grado di creare segni visibili, un po’ come una fotografia. Questi segni sono indicativi dei livelli di energia delle particelle e si tratta di neutrini o antineutrini.
“Una svolta significativa”
Nell’articolo i ricercatori descrivono come, grazie al rilevatore di emulsione nucleare di Faser, durante la corsa pilota del progetto hanno osservato sei interazioni di neutrini. Questo ha permesso agli scienziati sia di confermare che il rilevatore si trova nella giusta posizione rispetto al rilevatore Atlas per individuare i neutrini che derivano dal collisore, sia di constatare l’efficacia dell’utilizzo di un rilevatore di emulsione per osservare questo tipo di interazioni di neutrini.
“Prima di questo progetto, non è mai stato visto alcun segno di neutrini in un collisore di particelle“, ha affermato Jonathan Feng, co-autore dello studio e co-leader del progetto Faser: “Questa svolta significativa è un passo verso lo sviluppo di una comprensione più profonda di queste particelle sfuggenti e del ruolo che svolgono nell’universo“.
Il prossimo passo, adesso, è preparare una nuova serie di esperimenti con uno strumento più grande e significativamente più sensibile: infatti gli scienziati del team Faser stanno mettendo a punto un nuovo rilevatore di emulsioni. Si chiamerà FaserNu, peserà 1088 chilogrammi (contro i 29 del rilevatore pilota) e sarà in grado non solo di rilevare i neutrini, ma anche di differenziarli.
“Data la potenza del nostro nuovo rivelatore e la sua posizione privilegiata al Cern, prevediamo di essere in grado di registrare più di 10.000 interazioni di neutrini nella prossima corsa di Lhc, a partire dal 2022“, ha affermato il coautore David Casper, co-autore dell’articolo e co-leader del progetto Faser: “Rileveremo i neutrini a più alta energia che siano mai stati prodotti da una fonte creata dall’uomo“.
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www.wired.it
2021-11-26 14:54:13