il retroscena
Mezzogiorno, 5 dicembre 2021 – 10:07
Dopo le mancate risposte di Draghi e Giorgetti il governatore ha visto i vertici di Boeing
Droni militari e centro ricerca a Grottaglie per superare lo scoglio della Cigo a zero ore
di Vito Fatiguso
BARI — Sulla crisi del gruppo Leonardo il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha scritto al premier Mario Draghi affermando: «È necessario avviare un tavolo di confronto sulle prospettive degli stabilimenti di Pomigliano e Nola». Dalla Puglia, invece, la risposta è stata più ragionata. Ovvero: le pedine sono state mosse in anticipo; ben prima del provvedimento di apertura della cassa integrazione a zero ore per 1.839 dipendenti (tra gli stabilimenti di Grottaglie e Foggia). Con il risultato che qualcosa si muove anche in tempi bui. Il governatore Michele Emiliano, supportato dalle indicazioni del Sepac (la task force regionale dell’occupazione), già l’1 ottobre aveva sollecitato, tramite una lettera, una verifica a Draghi, al ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, e al ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Richiesta rinnovata a novembre: «Segnalo – scrive Emiliano – la mancanza di un piano “straordinario e condiviso” che, da un lato, consenta la gestione contingente della crisi causata della contrazione della commessa Boeing e, dall’altro, attraverso la programmazione di investimenti a favore della diversificazione produttiva, porti l’insediamento tarantino a superare l’attuale condizione di mono committenza e a generare una prospettiva produttiva e occupazionale pienamente sostenibile, sta condizionando negativamente il confronto tra l’azienda e i sindacati».
L’incontro con i vertici aziendali
E alla seconda lettera senza risposte la Regione ha scavalcato gli interlocutori incontrando direttamente le imprese Leonardo e Boeing. Il risultato? La prima conseguenza è stata giocare a carte scoperte. Per la prima volta Leonardo ha chiarito che sinora sono state realizzate 1.100 sezioni fusoliera del 787 Dreamlinere che il contratto stipulato con Boeing porta alla costruzione di 2.700 unità. Significa che Grottaglie ha in cantiere ancora per 1.600 sezioni da realizzare pari a un lavoro di altri 25 anni con un organico attuale di 1.300 unità. Tuttavia, la riduzione temporale delle commesse, causate dalla pandemia, dovrà essere colmata con gli amdecessizzatori sociali «da attivare per 13 settimane dal prossimo 3 gennaio (per tutto il 2022)». Perché si passa dalla fabbricazione di 14 a 4 sezioni di fusoliera al mese.
Le produzioni da spostare a Grottaglie
In più è stata avviata un’interlocuzione con Boeing per sollecitare il trasferimento nello stabilimento ionico di produzioni diverse dal 787 (la multinazionale statunitense darà una risposta). Ma anche Leonardo ha deciso di accelerare su nuove idee. Ha concluso un contratto di fitto per un hangar in prossimità del sedime dell’aeroporto di Grottaglie (l’ex Atitech) da 9 mila metri quadrati coperti, 1.400 di uffici e 50 mila di piazzali esterni. Entro l’estate potrebbero partire i lavori per la produzione del drone militare EuroMale (il velivolo è il MaleRpas e prevede la collaborazione con le aziende Airbus D&S e Dassault Aviation con il supporto dei governi di Francia, Germania, Italia e Spagna). Infine, Leonardo e Solvay si sono alleati con l’avvio del “Leonardo Solvay Joint Lab” che avrà due sedi: Grottaglie e Bruxelles. Si tratta di un’iniziativa dedicata alla ricerca sui materiali compositi termoplastici da utilizzare non solo nel campo dell’aerospazio. Questo potrebbe portare presto all’avvio di un processo di industrializzazione in stabilimento.
CarolI: «Occorre un accordo complessivo»
Così risulterà decisivo governare la crisi contingente. «È ovvio – commenta Leo Caroli, presidente del Sepac – che va stretto un accordo complessivo che sappia guardare al futuro e utilizzare gli amdecessizzatori sociali dopo aver fissato gli obiettivi. Occorre l’impegno di tutti».
5 dicembre 2021 | 10:07
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, 2021-12-05 10:56:54
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