Ancora morte sulla statale Killer, la statale 162 in provincia di Napoli. Non c’è stato niente da fare per il ragazzo 23enne che nella mattinata tra il 10 e l’11 ottobre è stato investito dopo essere sceso dalla sua auto per cambiare una gomma forata.
Domenica 11 ottobre, i cittadini di Cicciano, paese in provincia di Napoli, si sono svegliati con la tristezza nel cuore per la morte di Felice Cavezza, il giovane 23enne che, intorno alle 7 del mattino, è stato investito sulla statale 162, la cosiddetta statale killer, dopo essere sceso dall’auto per una gomma forata.
Il ragazzo, che era in auto in direzione Afragola insieme ad un cugino (18enne), si trovava all’altezza di Acerra quando si è accorto di aver forato una gomma e per questo è sceso dalla sua Renault Twingo per cercare di cambiare la ruota, ma non ne ha avuto il tempo, perché è stato subito investito dalla Peugeot 107 guidata da una giovane 25enne di Somma Vesuviana, che non solo ha investito il ragazzo, ma ha anche urtato la macchina in sosta su cui era rimasto il cugino della vittima.
L’intervento del 118 è stato repentino e sono stati tutti trasportati alla vicina Clinica Villa dei Fiori, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare per Felice, la sua giovane vita è stata spezzata da un incidente assurdo.
Il ragazzo era caporale dell’esercito di servizio a Ladispoli, e la sua morte improvvisa ha sconvolto l’intero paese, che lo ricorda come un ragazzo gentile e molto semplice. Nessun futuro per questo giovane pieno di vita, a causa di una distrazione (di qualcun altro, ovviamente) lui una vita non ce l’ha più. Qualcuno parlerà di destino avverso, qualcun altro dirà che Dio i suoi uomini migliori li chiama al suo fianco in caso di bisogno, intanto non è giusto morire così, per mano di qualcun altro.
Probabilmente, nemmeno il fatto che l’omicidio stradale sia un reato punito da una legge ad hoc, che il 10 giugno 2015 ha avuto il si del Senato (passando alla Camera) può dare un po’ di conforto ai genitori e agli amici di questo ragazzo. Quando una persona cara non c’è più, sapere che chi l’ha uccisa potrebbe restare, nel peggiore dei casi, anche per 18 anni in carcere, non ti aiuta a dimenticare il male che ti ha fatto.