La prima ondata di blocchi è cominciata nella notte tra il 27 e il 28 settembre. Qui Telegram ha deciso di chiudere i gruppi più frequentati dai No Green pass in Italia: “Basta Dittatura” e “Basta Dittatura chat”. Il primo da solo arrivava a 43 mila iscritti con una attività furente di post, circa 30 al giorno. Il 15 novembre i provvedimenti sono arrivati anche dalla giustizia italiana: 17 uomini e donne legati a queste chat sono stati perquisiti nelle loro abitazioni dopo le indagini portate avanti da un pull di magistrati specializzati in terrorismo. Nonostante tutto questo però è rimasto ancora indenne un altro canale Telegram: “Basta Dittatura Proteste”, ora diventato il nuovo “Basta Dittatura Ufficiale”. Attualmente questo forum ha oltre 7 mila iscritti. Qui continuano gli appelli per commettere atti di vandalismo contro le case di una serie di bersagli tra cui compare spesso anche quella del presidente del Consiglio Mario Draghi.
L’ultimo invito è quello di trovarsi ogni sera alle 21 davanti alla sua abitazione privata. E ancora una volta viene condiviso l’appello per trovare nuovi obiettivi: «Qui il link per inviarci contatti di altre merde criminali fasciste». O ancora: «Avete qualche indirizzo e numeri di qualche ministro della dittatura? Scrivete qui». Nel gruppo si trovano i riferimenti per raggiungere un altro gruppo in cui ci sono anche i contatti del primario di infettivologia Massimo Galli e dell’ex direttore vicario dell’Oms Ranieri Guerra. Non solo. Ci sono anche le rivendicazioni di azioni precedenti, come le azioni contro il primario genovese Matteo Bassetti che a inizio dicembre dichiarava di aver ricevuto 50 telefonate in una sola notte. Gli amministratori del gruppo hanno commentato questa notizia dicendo: «Siete fantastici. Continuiamo senza tregua». Intanto la polizia postale ha cominciato a indagare sugli attacchi al premier e ha ricordato che questo gruppo Telegram è monitorato da tempo.
L’evoluzione dell’universo dei gruppi Telegram
La chiusura dei canali principali non ha cancellato la presenza dei No Green pass su Telegram. Nelle settimane successive gli attivisti si sono spostati in diverse chat, spesso legate a nomi emersi nel corso della protesta. Il canale “Il Coraggio di Venere” legato a Nunzia Alessandra Schilirò ha superato i 70 mila iscritti. “Non siamo Invisibili”, nato per sostenere Stefano Puzzer ha superato i 14 mila iscritti. In questo contesto continuano a rimanere aperti i canali dedicati a singole categorie come “Insegnanti, genitori e studenti contro il Green pass” o “Aperti e liberi – Milano”.
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Scritto da Valerio Berra perwww.open.online il 2021-12-12 18:53:41 ,