«Rivedendo i dodici presidenti della Repubblica non si trova nessun leader capo politico. Sono stati figure più istituzionali, e se è avvenuto così non è un caso. La figura richiede spiccato senso delle istituzioni. Personalità che hanno avuto incarichi istituzionali, normalmente super partes». È il profilo del prossimo Capo dello Stato tratteggiato dal segretario del Pd Enrico Letta nel corso della diretta su «Verso il Quirinale: la storia dei 12 Presidenti», sul ilsole24ore.com. Nel richiamare il libro sulle passate elezioni al Quirinale di Alberto Orioli, Letta ricorda che il percorso del passato è «importantissimo da mettere a riferimento, perchè questo già disegna il profilo fondamentale della scelta della o del presidente che faremo». Complessivamente «dopo Pertini ci sono stati presidenti consensuali con largo consenso in partenza o subito dopo».
I partiti non reggerebbero venti voti
«Le forze politiche non reggerebbero venti votazioni, il presidente o la presidente sarà eletto nelle prime votazioni e sarà un bene, dopo quattro o cinque votazioni». Scommette su tempi ravvicinati, e dunque su una intesa preventiva delle forze politiche, il segretario democratico. «Non credo sia immaginabile che il presidente della Repubblica sia eletto alla 23esima votazione dopo 15 giorni di conclave. Non lo vedo possibile, non mi sembra ci sia la possibilità».
Dovrà continuare impegno sulla magistratura
Per il segretario del Pd «stiamo vivendo un tempo straordinario, eccezionale che condizionerà questo passaggio. Penso per esempio che il presidente della Repubblica oggi debba molto lavorare con intensità nel rapporto con le istituzioni internazionali e nazionali. Penso alla crisi che si è aperta sul tema della magistratura: quanta energia ha messo Mattarella su questo e quanto sarà necessario che il prossimo o la prossima presidente metta altrettanta energia in qualità di presidente del Csm per traghettare il paese verso una normalità, ancora molto lontana, per un rapporto sano, equilibrato tra poteri dello Stato».
Serve maggior dialogo possibile
Il fair play con Giorgia Meloni sul Quirinale? «Credo che sia un atteggiamento dovuto, in una logica di maggiore apertura e di maggior dialogo possibile. Io credo che questo atteggiamento di dialogo sia dovuto. È un momento di unità delle istituzioni. Si è parlato anche troppo della mia visita ad Atreju, mi sembra normale per un segretario andare alle feste degli altri partiti, sono stato anche contestato lì», dice il segretario dem.