Si chiude un anno trionfale e memorabile per lo sport italiano. Un 2021 in cui abbiamo vinto in lungo e in largo, facendo risuonare l’Inno di Mameli a ripetizione. Un anno speciale, che certamente non dimenticheremo.
Dopo l’assenza nel 2020 per i motivi legati alla pandemia che aveva portato alla cancellazione della stragrande maggioranza degli eventi, quest’anno torna per fortuna l’atteso Pagellone di OA Sport. Voti altissimi per quasi tutti, addirittura dei 10 e lode, evento rarissimo per la nostra Testata…Eppure non manca qualche grave insufficienza, con tarli atavici che non sono stati colmati.
PAGELLONE 2021: TUTTI I VOTI ALLO SPORT ITALIANO
ARRAMPICATA SPORTIVA: 6,5. Questo sport ha fatto il suo storico debutto alle Olimpiadi, stravolto nella sua sostanza perché si è gareggiato col format della combinata. Gli atleti sono solitamente abituati a essere specializzati in una o massimo due prove tra lead, boulder, speed e il doversi adattare a una polivalenza per essere competitivi ai Giochi non ha certamente giovato, snaturando la disciplina. L’Italia è stata brava a qualificare tre atleti a Tokyo 2020, ma purtroppo nel Sol Levante non sono giunti risultati eclatanti: Laura Rogora, Ludovico Fossali e Michael Piccolruaz sono stati eliminati nelle qualificazioni senza brillare particolarmente. La prima ha pagato qualche criticità nella velocità pura e non è riuscita a fare saltare il banco nelle prove predilette, il Campione del Mondo di speed ha pagato delle carenze nel tecnico, il terzo è completo ma non è bastato in Giappone.
Un peccato perché nel resto della stagione si sono visti dei risultati interessanti, i quali giustificano l’ampia sufficienza (insieme al triplo pass a cinque cerchi). Stefano Ghisolfi ha vinto la Coppa del Mondo di lead e Laura Rogora ha conquistato la medaglia di bronzo sempre nel lead ai Mondiali, oltre ad aver agguantato un successo di tappa nel massimo circuito itinerante. Si spera di avere più fortuna a Parigi 2024, dove verranno assegnati due titoli: uno nello speed e l’altro nel boulder+lead.
ATLETICA LEGGERA: 10 E LODE. L’Italia è magicamente risorta dalle ceneri. Per anni siamo stati la pecora nera nella Regina degli sport, ora siamo tra le più grandi potenze internazionali della disciplina più praticata al mondo. Le cinque medaglie d’oro conquistate alle Olimpiadi di Tokyo 2020 non sono chiaramente casuali, ma il frutto di un lavoro certosino maturato nelle ultime stagioni e che ha portato all’esplosione totale del movimento nel momento più importante.
La nostra Nazionale non aveva mai conquistato più di tre titoli in un’edizione dei Giochi, nel Sol Levante si è spinta oltre qualsiasi sogno e ha addirittura chiuso al secondo posto nel medagliere, superata soltanto dagli USA. La grande bellezza si è palesata in Giappone e il Bel Paese ha trionfato in specialità iconiche e dall’elevato impatto mediatico, lasciando un segno indelebile e finendo sulla bocca di appassionati e non in ogni angolo del pianeta.
Abbiamo l’uomo più veloce del mondo (Marcell Jacobs), l’uomo che salta più al mondo (Gianmarco Tamberi), la squadra più veloce del mondo (la 4×100 di Jacobs, Filippo Tortu, Eseosa Desalu, Lorenzo Patta), i due marciatori più bravi del mondo (Massimo Stano e Antonella Palmisano). Dalle zero medaglie di Rio 2016 e dagli ultimi Mondiali deludenti, siamo passati a un boom straripante che ha portato l’atletica azzurra in una nuova dimensione.
Lo spirito di emulazione è incessante, come testimoniano le miriadi di iscrizioni di nuovi giovani adepti che hanno affollato i campi di atletica dopo l’exploit dei big in estate. Tutti vogliono essere dei piccoli Jacobs e Tamberi, tutti vogliono correre e saltare. Se l’atletica leggera va bene, allora tutto lo sport nazionale ne risente positivamente: è la matrice indiscussa e indiscutibile. I benefici si sono già visti: cinque medaglie d’oro, l’esatta metà dell’intero bottino tricolore alle Olimpiadi… Senza dimenticarsi del successo sfiorato in Coppa Europa (sarebbe stato il primo della storia) e del primo posto nel medagliere agli Europei Under 23, del successo di Gianmarco Tamberi in Diamond League, del terzo posto di Eyob Faniel alla Maratona di New York…
BADMINTON: 4. Si scende anche rispetto al 5 del 2018. Il #ProgettoGiovani #duemila20e24 della Federazione, che pure aveva iniziato a dare frutti con la prima storica medaglia di bronzo ai Giochi del Mediterraneo, conquistata da Kevin Strobl e Lukas Osele, è rimasto quasi arenato. Il confronto con le altre superpotenze europee e mondiali è impietoso: nessun azzurro qualificato ai Giochi, una sola coppia nel doppio maschile meritevole di andare ai Mondiali, terminati al primo turno dopo neppure mezz’ora, una sola coppia capace di superare il primo turno degli Internazionali d’Italia nonostante un field non eccezionale data la contemporaneità con i Mondiali. C’è davvero poco per cui sorridere.
BASEBALL: 6. Il discorso legato al batti e corri è fondamentalmente complesso. Lo è perché il 2021 ha visto accadere tante cose, tra cui il reale avere Mike Piazza sulla panchina azzurra, un lusso che davvero pochissimi potrebbero permettersi a questo mondo. Sotto queste premesse, gli Europei in dimora sembravano fatti apposta per arrivare almeno a giocare la finale.
Invece, complice anche una partita sottotono con Israele e la forza rimarcata dall’appena citata squadra israeliana, c’è stato il terzo posto. Conquistato, vale la pena ricordarlo, con una prova difensiva mirabile, in grado di tenere a bada quella stessa Spagna che è andata a un passo dal battere l’Olanda, il che avrebbe regalato al baseball europeo scenari che solo fino a pochi anni fa parevano completamente impensabili.
Il margine di miglioramento c’è, anche nella prospettiva dei prossimi anni. In fatto di club, poi, un evento importante c’è stato eccome: Parma, dopo 22 anni, è tornata in vetta all’Europa, con grande festa in una delle terre sacre di questo sport, tornata a vincere la Champions Cup dopo la finale con il sorprendente Bonn, altro attore (insieme alla Fortitudo Bologna) dello stop al dominio recente del Neptunus.
BASKET 3X3: 7,5. Il voto si riferisce nella sua totalità alle gesta della Nazionale femminile, dal momento che quella maschile non ha disputato competizioni ufficiali nel 2021. E si riferisce soprattutto a un momento: la finale del Preolimpico di Debrecen, in Ungheria. Una difesa eccellente su Cyesha Goree lungo tutto il match, il tiro di Rae Lin D’Alie dalla media, il raddoppio difensivo nell’angolo sinistro. Tutti momenti che restano nella memoria.
A Tokyo, alternanza di prestazioni. Belle, come quelle contro big quali la Francia, e a volte un po’ meno belle, in uno sport ancora molto giovane e che, pur nella sua brevità di durata delle partite, richiede tanto sforzo in virtù della diversità delle regole in vigore. Considerati i quarti di finale raggiunti, ad ogni modo, il bilancio rimane assai positivo.
Il tutto in attesa di definire in maniera completa un 2022 che di programmazione ne deve ancora mettere insieme tanta, con la speranza che l’Italia possa partecipare a più eventi possibili, sia europei che mondiali.
BEACH VOLLEY: 6. L’Italia si è presentata con tre coppie al via ai Giochi Olimpici e già questo è un risultato degno di nota visto che era accaduto soltanto in due altre occasioni. Lupo/Nicolai non sono riusciti a ripetere l’exploit di Rio e hanno chiuso al quinto posto, posizione sotto la quale non sono mai scesi nelle loro tre partecipazioni olimpiche. Rossi/Carambula, dopo aver compiuto l’impresa di qualificarsi, sono incappati in un girone durissimo e non sono arrivati a Tokyo al meglio della condizione, così come Menegatti/Orsi Toth che hanno vissuto in Giappone l’ultima tappa del loro viaggio assieme durato otto anni. Tokyo è stato il capolinea anche per Lupo/Nicolai che hanno dato vita a nuove coppie che punteranno in alto (Lupo/Ranghieri e Nicolai/Cottafava). Qualche soddisfazione è arrivata dai più giovani (Hanni/Fusco terzi all’Europeo Under 20, Gottardi/Mattavelli quinte al Mondiale Under 19), qualche vittoria è arrivata nei tornei 1 stella del World Tour. Il settore maschile presenta un quadro tutto sommato interessante, mentre quello femminile, con la nuova coppia Menegatti/Gottardi a fare da apripista, presenta tante, troppe lacune che andranno colmate in fretta, anche se per Parigi 2024 la strada è tutta in salita.
CALCIO MASCHILE: 9. La perfezione in natura non esiste ed è anche il questo il caso. La Nazionale italiana di Roberto Mancini nel 2021 ha vissuto per buona parte dello stesso su una nuvola, spingendosi a un traguardo che probabilmente solo colui che siede sulla panchina della Nazionale poteva immaginare. Del resto Mancini lo aveva detto fin dal primo giorno in cui si era insediato: “Sono qui per vincere“. Uno spirito competitivo contagioso e positivo, aggettivi che in questo periodo suonano male, ma adatti a descrivere il magico percorso della selezione nel Bel Paese fino all’El Dorado della vittoria degli Europei. Il titolo continentale mancava dal 1968, 53 anni dopo si è compiuto il sogno grazie alla forza del gruppo che ha saputo compattarsi, prevalendo nelle difficoltà ed esprimendo un gioco diverso da quello a cui si era abituati. Non è stata l’Italia che gioca sulle debolezze dell’avversario, ma quella che ha vinto proponendo. Gli azzurri, dopo quella serata a Wembley, si sono allontanati dall’Isola che non c’è e la mancata qualificazione diretta ai Mondiali in Qatar ha alimentato nuovamente le argomentazioni del partito dei detrattori. A marzo 2022, spetterà alla truppa ‘manciniana’ rispondere nuovamente sul campo nei playoff.
CALCIO FEMMINILE: 6. Un 2021 da sei in pagella per il movimento del calcio in rosa, relativamente a quanto fatto dalla Nazionale di Milena Bertolini. Il percorso delle qualificazioni ai Mondiali 2023 ancora non è finito, ma è chiaro che il ko interno contro la Svizzera a Palermo ha messo in una condizione fortemente complicata la selezione del Bel Paese. Le forche caudine dei play-off sono altamente probabili e l’obiettivo ‘spareggi’ era il minimo sindacale visto il raggruppamento. Serve però un’evoluzione e probabilmente anche una maggior apertura a qualche giocatrice che in campionato si sta esprimendo ad alto livello. Le grandi prestazioni della Juventus in Champions League (qualificazione ai quarti di finale) potrebbero dare nuova spinta al gruppo nostrano che ha bisogno di un colpo di coda per ripercorrere quanto fatto precedentemente, ricordando i quarti dei Mondiali 2019 in Francia. Materiale umano c’è e spetta alla CT sfruttarlo a dovere, adattandolo alle esigenze di ogni partita.
CANOA SLALOM: 5. L’argento iridato di Marcello Beda non è sufficiente a salvare una stagione obiettivamente sottotono, nella quale l’obiettivo principale non erano i Mondiali, che hanno visto tantissime assenze, ma le Olimpiadi, addirittura mancate per quanto riguarda la canadese maschile. L’amarissimo quarto posto di Stefanie Horn nel K1 femminile non può essere una prestazione che da sola possa valere il 6 all’Italia. Il 2022 deve regalare maggiori soddisfazioni, così non ci siamo.
CANOA VELOCITA’: 8. Il fiore all’occhiello è certamente l’argento olimpico di Manfredi Rizza, che per soli 45 millesimi non è diventato l’ultimo campione olimpico del K1 200 maschile, che a Parigi 2024 non sarà più specialità olimpica. Non si possono però dimenticare le medaglie iridate, sebbene il Mondiale nell’anno olimpico sia stato ricco più di assenze che di presenze di rilievo. Di Liberto ha trionfato proprio nel K1 200 dopo essere stato sconfitto da Rizza nelle selezioni interne per le Olimpiadi, la canadese azzurra, assente ai Giochi, ha raccolto l’oro di Craciun-Santini nel C2 500 che sarà a Parigi ed il bronzo di Carlo Tacchini nel C1 500.
CANOTTAGGIO: 8. Non è il 10 del 2017, né l’8.5 del 2018 ma il remo azzurro è anche per il 2021 uno dei fiori all’occhiello dello sport italiano. L’oro olimpico, dopo 21 anni di digiuno per l’Italia, di Rodini-Cesarini tra i pl rifulge in una stagione ricca di soddisfazioni per il movimento, che celebra il bronzo olimpico di Oppo-Ruta sempre tra i pl, oltre all’eroico terzo posto ai Giochi del quattro senza maschile, più forte del Covid che a poche ore dalla finale ha costretto l’Italia a ridisegnare l’equipaggio da mandare in acqua. Non può mancare un pensiero per Filippo Mondelli, strappato troppo presto a questa vita dalla malattia.
CICLISMO SU STRADA: 8,5. Sonny Colbrelli, Filippo Ganna, Elisa Longo Borghini ed Elisa Balsamo, quattro trascinatori eccezionali per un’annata assolutamente da ricordare. Il bresciano ha svoltato completamente: la perla agli Europei in Trentino è stata solo un preludio per il capolavoro assoluto alla Parigi-Roubaix, che lo ha fatto entrare definitivamente nella leggenda (da sottolineare anche la quarta piazza di Gianni Moscon, pronto a ritrovarsi nelle classiche). Gli aggettivi per il campione del mondo delle cronometro invece sono terminati: con tutte le pressioni addosso, con il pubblico a sfavore, è riuscito in Belgio a battere Wout Van Aert e a conquistare il secondo oro iridato di fila, consacrandosi sempre più dominatore della disciplina. Longo Borghini è ormai una certezza: sempre all’attacco, sempre pronta a dar tutto; un’altra medaglia olimpica, con il bronzo nella prova in linea in quel di Tokyo, oltre ad una costanza di rendimento eccezionale (trionfatrice anche nella Mixed Relay agli Europei in Trentino). Ultima, ma non per importanza, l’atleta classe 1998, che ha trovato la giornata della vita in quel di Leuven, battendo in uno sprint a due Sua Maestà Marianne Vos e riportando così il Tricolore sul gradino più alto del podio. Al maschile nei gradi giri continuiamo a latitare, salvo che per il colpaccio eccezionale di Damiano Caruso, che si è regalato un premio alla carriera con la seconda piazza al Giro d’Italia. L’addio di Fabio Aru e il calo repentino di Vincenzo Nibali con il passare degli anni creano non poche preoccupazioni.
CICLISMO SU PISTA: 10. La disciplina dell’anno per il Bel Paese, insieme all’atletica. Non è stata una sorpresa, tutti i risultati che sono arrivati sono frutto di una crescita costante e di un lavoro eccezionale da parte dei tecnici azzurri. L’apoteosi in quel di Tokyo: nel velodromo sono arrivati l’oro del quartetto (Ganna, Lamon, Milan e Consonni arrivati al record del mondo) ed il bronzo dell’eterno Elia Viviani. Quattro medaglie anche agli Europei di Grenchen, con una squadra rimaneggiata, guidata da un Jonathan Milan stellare nell’inseguimento individuale. Poi la gran chiusura ai Mondiali di Roubaix: l’inseguimento a squadre ha centrato la doppia corona con il capolavoro in terra transalpina (questa volta inserito anche Liam Bertazzo), da sommare agli ori di Viviani e Letizia Paternoster nell’eliminazione e a quello di Martina Fidanza nello scratch. In tutto nella manifestazione iridata dieci medaglie, una scorpacciata assurda per i colori azzurri.
BMX: 7. Per Giacomo Fantoni una soddisfazione importante quella di essere presente ai Giochi di Tokyo, dove è stato eliminato ai quarti di finale. Il settore in chiave azzurra in ogni caso sta lavorando bene per il futuro: sono arrivate le vittorie in Coppa del Mondo under 23 per Pietro Bertagnoli ed i bei piazzamenti di Giacomo Gargaglia. Uno dei nomi da tenere sul taccuino è sicuramente quello di Marco Radaelli, che si è laureato campione del mondo juniores in quel di Papendal e fa sicuramente ben sperare per i prossimi anni.
MOUNTAIN BIKE: 4,5. Settore in netto calo per quanto riguarda il Bel Paese. Ci si aspettava tantissimo da Gerhard Kerschbaumer, ma l’altoatesino, salvo qualche exploit in passato, non è riuscito mai ad esplodere definitivamente (anche a causa di qualche problema fisico di troppo). Nella prova olimpica del cross country azzurri mai nel vivo della corsa sia tra gli uomini (Kerschbaumer il primo italiano, ventesimo), che tra le donne, con Eva Lechner venticinquesima. Anche nei Mondiali dimoralinghi in Val di Sole poco esaltanti le prestazioni dei big. Le uniche note liete da sottolineare sono quelle riguardanti i giovani: Juri Zanotti secondo tra gli under 23, Sara Cortinovis terza tra le donne junior. Una gioia è arrivata negli Europei a Novi Sai, con la staffetta tricolore che è salita sul gradino più alto del podio.
CICLOCROSS: 4. Il 2021 è stato un anno a dir poco povero di soddisfazioni per il ciclocross italiano. Per quanto le aspettative non fossero altissime, la scarsezza di risultati portati a dimora dal movimento azzurro è quanto meno inquietante. Tra gli uomini Elite la situazione è quella disastrosa degli ultimi anni, Gioele Bertolini non ha mai fatto il salto di qualità e anche Jakob Dorigoni non sembra atleta in grado di lottare per le posizioni che contano. Se un sorprendente nono posto di Dorigoni all’Europeo di Col du Vam è l’highlight della stagione, i segnali non sono positivi. Se negli ultimi anni il settore femminile faceva da contraltare alle lacune degli uomini, in questa stagion, i risultati mancano anche tra le donne Elite. Eva Lechner è sempre lì a tirare la carretta, ma le 36 primavere iniziano a farsi sentire. Rimane tra le migliori ciclocrossiste non olandesi sul panorama, ma oltre all’ottimo quarto posto sulle nevi della Val di Sole, i risultati non sono stati quelli di qualche anno fa. Lo stesso si può dire per Alice Maria Arzuffi, in calo rispetto alle stagioni in cui poteva anche ambire a podi di Coppa del Mondo. Silvia Persico è in crescita, la speranza sono le tante giovani mandate nella mischia tra le Elite, come Gaia Realini, esordiente tra le “grandi” nel 2018 a soli 17 anni, ma ancora non in grado di giocarsela per una top10 in Coppa. Le uniche vere note positive sono arrivate dai movimenti giovanili, a partire dal bronzo europeo tra gli Uomini Junior di Luca Paletti. Il classe 2004 sembra decisamente il più talentuoso tra i giovani emergenti del movimento azzurro, pur facendo fatica negli appuntamenti di Coppa del Mondo tra i pari età. Gli unici podi in Coppa del Mondo dell’anno solare 2021 sono invece arrivati nella categoria donne Junior, dove prima Federica Venturelli e poi Valentina Corvi hanno raggiunto il terzo posto nelle due gare in calendario.
GINNASTICA ARTISTICA: 9. L’Italia è ormai diventata un punto di riferimento a livello internazionale e la nostra scuola è un caso di studio all’estero. La stagione che ci lasciamo alle spalle è semplicemente stata da record e certifica la qualità dell’intero movimento nazionale, che si esprime a livelli eccezionali su tutti i fronti. Vanessa Ferrari ha coronato il sogno di una vita intera, conquistando la tanto agognata medaglia alle Olimpiadi dopo mille sfortune: un argento di lusso al corpo libero, che riporta l’Italia femminile sul podio a cinque cerchi dopo addirittura 93 anni dalla prima e unica volta. La bresciana, che in primavera si era messa al collo il bronzo agli Europei, ha permesso alla Polvere di Magnesio di crescere alle nostre latitudini e le Fate sono le sue eredi: con la 30enne nei panni di capitana hanno sfiorato la medaglia olimpica nella gara a squadre.
Alle gioie di Tokyo si aggiunge l’argento conquistato da Asia D’Amato ai Mondiali, festeggiando al volteggio come mai un’italiana era riuscita a fare in precedenza. La rassegna iridata ha portato in dote addirittura quattro allori e il terzo posto nel medagliere, come non accadeva da addirittura 108 anni. Merito dell’apporto offerto dagli uomini, che ora sono balzati ai vertici: dopo alcune stagioni di crisi anche il settore maschile è riemerso.
Nicola Bartolini si è laureato Campione del Mondo al corpo libero (primo italiano a riuscirci su questo attrezzo), spezzando un digiuno iridato che durava da 24 anni (dall’ultimo sigillo di Yuri Chechi). Marco Lodadio e Salvatore Maresca hanno firmato una splendida doppietta argento-bronzo agli anelli. Senza dimenticarsi che il sardo e il campano erano stati di bronzo nelle rispettive specialità agli Europei primaverili.
GINNASTICA RITMICA: 8,5. L’Italia ha confermato di essere una potenza internazionale non soltanto con la squadra, ma anche con le individualiste: questa è la grande novità per uno sport fiore all’occhiello del panorama nazionale. Le Farfalle sono semplicemente state superlative e hanno ottenuto una sequela di risultati decisamente eccezionali, facendo sempre la differenza in ogni stagione e in ogni competizione a cui hanno partecipato.
Alessia Maurelli e compagne sono state capaci di conquistare la medaglia di bronzo nel concorso generale alle Olimpiadi di Tokyo 2020, tornando sul podio a cinque cerchi dopo l’amarezza provata cinque anni prima a Rio. Le azzurre hanno poi avuto la capacità di laurearsi Campionesse del Mondo nell’esercizio misto, strabiliando con cerchi e clavette sulle note de “L’Albero della Vita”: a Kitakyushu è andato in scena uno show di rara bellezza che è valso il meritato sigillo iridato (il decimo della storia).
Ai Mondiali si è festeggiato anche l’argento nell’all-around (scalando un gradino rispetto ai Giochi, la Bulgaria era assente) e il secondo posto con le cinque palle. Senza dimenticarsi che Sofia Raffaeli si è messa al collo uno splendido bronzo di specialità, sciorinando grande classe col cerchio ad appena 17 anni. La ritmica tricolore risplende a 360 gradi, come evidenzia l’argento iridato nella competizione a squadre (quella che somma i punteggi delle individualiste con quelle dei gruppi).
Tanti podi, tra cui anche le gioie agli Europei di giugno (Farfalle d’argento nel concorso generale e di bronzo nell’esercizio misto), senza dimenticarsi del convincente sesto posto ottenuto da Milena Baldassarri nell’all-around olimpico.
TRAMPOLINO ELASTICO: 4. Passano gli anni ma la situazione non cambia più di tanto. Qualcosa si muove a livello giovanile, ma è ancora troppo poco. Nessun atleta qualificato alle Olimpiadi (proprio come cinque stagioni fa), nessun azzurro in semifinale ai Mondiali. Il vertice internazionale è decisamente lontano e si fa fatica a trovare il bandolo della matassa, anche a causa dei pochi praticanti e della necessità di strutture non così comuni. L’Italia è semplicemente una timida comparsa, con la speranza che qualcosa possa cambiare in un futuro non meglio identificato.
GOLF: 6. In mezzo ai tanti validissimi risultati e segnali offerti in tutto il mondo soltanto una cosa è mancata: l’acuto, PGA o European Tour che fosse. Ci è andato vicinissimo per tre volte Guido Migliozzi, poi anche eccezionale quarto al suo primo Major disputato, lo US Open, rinsaldando con forza il proprio status di potenziale numero 1 azzurro per tanti, tantissimi anni a venire. La personalità non gli difetta per combattere con i migliori del mondo.
Bell’anno anche per Francesco Laporta: un secondo posto e quattro top ten (tra cui il 6° al BMW PGA Championship). 2° anche Edoardo Molinari nell’European Masters, dove ha chiuso 7° un Renato Paratore dal quale ci si aspettava un po’ di più, visto che aveva chiuso il 2020 nei 150. Lampi soprattutto nella prima metà del 2021 e allo US Open per Francesco Molinari, che però nella seconda parte di annata è stato di nuovo bloccato dagli infortuni. Da dietro giungono bei segnali: il ritorno nei 400 di Matteo Manassero (oltre 500 posizioni scalate), l’anno d’oro di Jacopo Vecchi Fossa sull’Alps Tour.
E non va dimenticato il settore femminile, che ha regalato un enorme acuto nel 3° posto di Giulia Molinaro al KPMG PGA Championship, risultato che per un breve periodo l’ha portata dritta nelle prime 100 del ranking mondiale, anche se poi ha mancato 8 dei successivi 11 tagli. Mentre continuano con esiti alterni i percorsi tra America ed Europa di Roberta Liti, Lucrezia Colombotto Rosso e Virginia Elena Carta, iniziano a sgomitare dal basso Alessia Nobilio, Carolina Melgrati ed Emilie Paltrinieri. Ma non sono i soli nomi…
HOCKEY PRATO: 5. La crescita costante che avevamo apprezzato, da parte di entrambe le nazionali, nelle passate stagioni, sembra essersi improvvisamente fermata. Frutto, purtroppo, anche della pandemia che ha permesso pochissimi raduni ed allenamenti per le squadre tricolori. Negli appuntamenti più importanti di questo 2021 (compagini escluse dai Giochi Olimpici) non ci sono stati sussulti. Le azzurre di Roberto Carta hanno detto addio alla massima lega europea, concludendo in ultima piazza il proprio raggruppamento. È arrivata anche la delusione in quel di Pisa, in dimora, in autunno: sconfitta bruciante all’esordio del torneo con il Galles e pass per i Mondiali 2022 mancato. Gli uomini si sono difesi agli Europei di Pool B, strappando un biglietto per il torneo Premondiale di Cardiff, ma, ancora una volta, il Galles, ha estromesso la pattuglia tricolore dalla possibilità di volare alla manifestazione iridata.
JUDO: 7. I due bronzi olimpici di Tokyo rappresentano un bottino soddisfacente ma in generale ci si poteva attendere qualcosa in più, considerando le premesse. Il giudizio complessivo sul 2021 è comunque ampiamente positivo. Odette Giuffrida si è confermata una solida realtà dello sport italiano, aggiudicandosi un argento europeo e salendo nuovamente sul podio olimpico nei 52 kg a distanza di cinque anni dalla finale di Rio. Sul fronte maschile Manuel Lombardo ha invece bucato proprio l’appuntamento olimpico, dopo essersi reso protagonista di una prima parte di stagione sensazionale (oro europeo e argento mondiale, perdendo in finale con Maruyama). Nonostante il flop a cinque cerchi del piemontese, l’Italia ha potuto festeggiare il clamoroso bronzo di Maria Centracchio nei 63 kg. La molisana classe 1994, qualificatasi in extremis per le Olimpiadi anche grazie ad un pizzico di fortuna, ha sfruttato al meglio l’occasione della vita centrando un risultato quasi insperato. La crescita della selezione tricolore è tangibile, come dimostrano le cinque vittorie totali ottenute quest’anno nel World Tour con cinque atleti diversi, oltre agli otto pass olimpici individuali (e la qualificazione per il primo storico Team Event ai Giochi). Riscontri estremamente incoraggianti anche a livello giovanile, con l’esplosione di Assunta Scutto (in meno di due mesi vincitrice del Mondiale Junior e del Grand Slam Abu Dhabi) e altri cinque junior capaci di salire almeno una volta sul podio tra Europei e Mondiali di categoria nel 2021.
KARATE: 10. Una annata da incorniciare, senza mezzi termini. Dopo una primavera dedicata alle qualificazioni verso i Giochi Olimpici di Tokyo, i nostri karateka hanno brillato anche al Nippon Budokan, con prestazioni di altissimo livello. Come dimenticare il clamoroso oro di Luigi Busà nel kumitè -75kg? Un percorso di spessore per il “Gorilla di Avola” che, partendo con il ruolo di favorito, si è confermato con tutta la pressione sulle spalle. Impossibile da dimenticare, anche, la medaglia di bronzo di Viviana Bottaro nel kata, superata solamente dalle due avversarie più forti del mondo. Se dal Giappone erano arrivate buonissime notizie, non sono state da meno quella da Dubai, in occasione dei Mondiali. Mattia Busato bronzo nel kata individuale, bissato anche nel kata a squadre assieme a Gianluca Gallo e Alessandro Iodice, quindi splendido argento per Angelo Crescenzo nel kumitè -60 kg dopo la beffa di Tokyo, quindi secondo posto anche per Simone Marino nei +84kg, e oro nel kumitè a squadre. Tra le donne ancora un bronzo per Viviana Bottaro nel kata, e bis nella prova a squadre con Carola Casale, Terryana D’Onofrio e Michela Pezzetti, quindi argento per Silvia Semeraro nei -68kg e ancora un bronzo per la squadra di kumitè. Un 2021 indimenticabile per l’Italia sul tatami, con la consapevolezza che il movimento è solido, anzi solidissimo, e ci regalerà ancora tante soddisfazioni.
LOTTA: 6,5. La delusione per il quinto posto di Frank Chamizo a Tokyo è innegabile, tuttavia ci ha pensato Abraham Conyedo a salvare il bilancio della stagione azzurra con una splendida medaglia di bronzo a sorpresa nei 97 kg stile libero. L’italo-cubano nativo di Santa Clara si è fatto trovare pronto nei due momenti più importanti del quadriennio, strappando il pass olimpico all’ultima occasione utile e poi approfittando di un buon sorteggio per salire sul terzo gradino del podio ai Giochi grazie ad una fantastica rimonta nella finale per il bronzo. Movimento azzurro capace di qualificare solo due atleti nello stile libero, mentre i settori della greco-romana e della lotta femminile non sono stati rappresentati. Nikoloz Kakelashvili è arrivato per ben due volte ad un incontro dal pass nei 97 kg, fallendo però in entrambe le occasioni e non riuscendo ad evitare la prima assenza della greco-romana azzurra alle Olimpiadi degli ultimi 113 anni. Nessun rimpianto tra le ragazze, con Dalma Caneva che ci ha provato nei 68 kg fermandosi però a cospetto di un’atleta nettamente superiore nell’incontro decisivo per la qualificazione. Qualcosa si muove per fortuna a livello giovanile, come dimostra lo storico argento mondiale juniores di Aurora Russo nei 57 kg, ma le superpotenze della disciplina sono ancora distanti anni luce.
NUOTO: 9. E’ grande Italia. Doveva essere l’anno prima di tutto dell’addio di Federica Pellegrini, è pian piano diventato l’anno della squadra azzurra, capace di prendersi soddisfazioni in quasi tutti i contesti, con pochissime lacune. E’ un’Italia sempre più forte e che ha fatto i conti anche con la sfortuna che si presentata sotto forma di mononucleosi a intaccare la condizione di Gregorio Paltrinieri che a Tokyo avrebbe potuto puntare su addirittura più di un oro: l’unica lacuna di un anno perfetto. Ai Giochi sono comunque arrivati 2 argenti e 4 bronzi, mentre Paltrinieri ha dimostrato di essere il più forte in acque libere all’Europeo di Budapest. Miressi, Zazzeri, Burdisso, Martinenghi, Ceccon, Razzetti: alzi la mano chi, a inizio 2021, avrebbe scommesso su medaglie (individuali e di staffetta, fantastici l’argento della 4×100 stile libero e il bronzo della 4×100 mista ai Giochi) e prestazioni di livello mondiale di questi ragazzi che sono cresciuti a dismisura e sono pronti a portare il nome dell’Italia in giro per il pianeta ancora per tanto tempo. Nella speranza di ritrovare campioni del calibro di Paltrinieri, Detti, della giovanissima Pilato, di Castiglioni e Carraro ai livelli che competono loro. La parabola di Matteo Rivolta o Silvia Di Pietro, tanto per fare due nomi, insegna che non bisogna arrendersi mai.
NUOTO DI FONDO: 7,5. La stagione dei caimani del Bel Paese ha vissuto inevitabilmente sulla base del livello di aspirazione di Gregorio Paltrinieri. Il carpigiano è stato l’autentico trascinatore negli Europei di Budapest. Le acque magiare si sono tinte d’azzurro con tre ori in cui lo zampino di super Greg è evidente: 5 e 10 km vinte da campioni e poi il trionfo del Team Event. Il tutto arricchito da altri 2 argenti e 3 bronzi che hanno fatto della selezione nostra il riferimento assoluto della rassegna continentale con 8 medaglie in cassaforte. Certo, fosse arrivata la vittoria olimpica sarebbe stata la ciliegina sulla torta, ma si conoscono fin troppo bene i problemi di Paltrinieri. La mononucleosi è stato un ostacolo di non poco conto e per questo il bronzo a Cinque Cerchi ha in sé dei connotati epici per il suo significato. Discorso diverso al femminile, dove si spera che, alle spalle di Rachele Bruni, il gruppo guidato da Giulia Gabbrielleschi abbia sempre di più una spinta.
NUOTO ARTISTICO: 7. Il 2021 che si chiude è stato quello delle difficoltà e dei contrattempi per la Nazionale italiana guidata da Patrizia Giallombardo. Il Covid ci ha messo qualcosa di più dello zampino, ma nonostante tutto nell’occasione che contava maggiormente (Olimpiadi di Tokyo) la formazione del Bel Paese ha espresso il meglio che poteva, ottenendo un brillante quinto posto nella gara a squadre in cui le ragazze sono riuscite a mettere insieme i vari pezzi del puzzle. Confezionando uno splendido segmento, denominato “Le guerriere”, le azzurre hanno voluto rappresentare al meglio il periodo complicato che tutti stiamo vivendo. Un messaggio forte e chiaro che le ragazze hanno saputo rappresentare nella piscina di Tokyo, a testimonianza dell’ottimo lavoro svolto. La speranza è che in vista di quel che sarà di contrattempi ve ne saranno sempre meno e il movimento nostrano possa proseguire nella sua crescita.
BASKET MASCHILE: 8. L’impresa nel Preolimpico di Belgrado è una di quelle che hanno reso indimenticabile il 2021 dello sport italiano. Una prestazione leggendaria della squadra di Meo Sacchetti, che gioca la partita perfetta contro una nazionale che puntava al podio alle Olimpiadi. A Tokyo si è poi aggiunto Danilo Gallinari, entrato in punta di piedi e non come un leader individualista nel fantastico gruppo azzurro. Nel girone le vittorie con Germania e Nigeria, mentre la sconfitta di misura con l’Australia ci condanna al secondo posto e ad un quarto di finale con la Francia. Gli azzurri sfiorano un’altra impresa e vanno vicinissimi a centrare la semifinale, vedendo solo nel finale di partita. Restano comunque l’esplosione di Nico Mannion, la definitiva maturazione di Fontecchio, Polonara, la crescita di molti giovani.
Il prossimo anno si giocherà un Europeo con la prima fase in dimora a Milano, attendendo la naturalizzazione di Paolo Banchero, che potrebbe far sognare un podio continentale.
BASKET FEMMINILE: 5. Tutto quello che è successo nel 2021, inevitabilmente, finisce per ruotare attorno a una sola data: lunedì 21 giugno 2021. Doveva essere il giorno dell’ingresso nei quarti agli Europei, è stato quello di una giornata estremamente negativa di gran parte del gruppo; Cecilia Zandalasini, praticamente sola sull’isola, ha potuto poco. Si discuterà in eterno su tutti gli aspetti della campagna continentale, il risultato rimane là e parla di promesse di giocare il Premondiale che, per come si erano messe le cose, erano fondate e non sono state sfruttate.
Il tutto in un anno abbastanza particolare, cominciato con le bolle di qualificazioni e finito con il pubblico di nuovo sulle tribune e una complicata (già nelle premesse) partita con la Slovacchia vinta come spartiacque ideale verso gli Europei del 2023. Ma la prossima finestra sarà tra un anno. Detto in altre parole, molte squadre giocheranno due soli incontri ufficiali a livello di Nazionale in 365 giorni. Quantomeno torneranno le competizioni giovanili vere e proprie, visto che non si possono giudicare gli European Challengers con lo stesso metro di valutazione di Europei normali.
Capitolo club: c’è molto da dire e tanto da sintetizzare. C’è la Reyer Venezia, con la finale di EuroCup sfumata all’ultimo e un’Eurolega che sta riprendendo quota; in mezzo due cambi di allenatore. Il Famila Schio, sempre in Eurolega, sta dimostrandosi in grado di competere con tutte, mentre è diverso il discorso dell’EuroCup. Sfortunata Campobasso, Virtus Bologna molto condizionata dai problemi di pedine importanti (Cinili in testa), Sassari che, al di là della coppia USA, non è apparsa ancora in grado di sostenere questo livello di competizione.
PALLAMANO: 5,5. Da sempre considerata la pecora nera dello sport italiano, ora sembra che qualcosa si stia muovendo.
In un 2021 straordinario in tutti i sensi, sembra che anche nella pallamano l’Italia abbia fatto passi avanti per entrare nella cartina internazionale, avendo ottenuto buoni risultati nel corso dell’anno, soprattutto nel settore maschile. La Nazionale allenata da Riccardo Trillini, infatti, ha disputato un girone di qualificazione agli Europei dove ha ceduto nettamente solamente alla fortissima Norvegia, sconfiggendo la Lettonia e lottando fino all’ultimo contro la Bielorussia, mancando non di molto la partecipazione alla rassegna continentale. Tra i più giovani, la novità più grande è rappresentata dal Campus Italia, progetto che racchiude i migliori talenti delle annate 2004 e 2005, impegnati al Centro Tecnico Federale di Chieti nel campionato di Serie A2, dopo aver confermato la partecipazione agli Europei U18 di massima categoria, attendendo la salvezza che permetterà di replicare l’esperienza anche la prossima estate. La nota dolente è invece rappresentata dal settore femminile. Una Nazionale maggiore che sta ancora facendo molta fatica, ma che è pronta ad accogliere le ragazze vincitrici degli EHF Championship Under19 la scorsa estate. Il tempo ci dirà quanto queste ragazze potranno lottare per un posto nelle competizioni che contano, ma nel frattempo c’è ancora da faticare.
PALLANUOTO MASCHILE: 5. Troppo pesante il torneo olimpico sottotono per giudicare come positiva la stagione. Il Settebello non ha vinto un girone ampiamente alla portata, trovandosi troppo spesso ad inseguire in un raggruppamento che l’ha portata ad incrociare poi la Serbia, che nella seconda fase ad eliminazione diretta ha stritolato le avversarie. A raddrizzare parzialmente il giudizio la vittoria della Champions della Pro Recco, che ha perso il trono nazionale in favore del Brescia, andando però a prendersi poi sia il titolo europeo che la Supercoppa continentale.
PALLANUOTO FEMMINILE: 2. Brucia tanto, troppo, la mancata qualificazione olimpica, fallita in dimora. Il cambio della guida tecnica, unito al ringiovanimento del Setterosa, visti anche i tanti addii delle senatrici che hanno deciso di appendere la calottina al chiodo, non senza prima guidare l’Orizzonte Catania allo scudetto dopo una tiratissima finale col Padova, deve essere alla base del progetto verso le qualificazioni a Parigi 2024. Il resto dell’Europa corre e l’Italia non può restare indietro, come testimoniato anche dai risultati dell’Eurolega, con una sola formazione italiana ai quarti, proprio il Padova.
VOLLEY MASCHILE: 9. L’Italia torna a vincere gli Europei dopo sedici anni di digiuno. Negli ultimi tre lustri il Bel Paese non era più riuscito a salire sul gradino più alto del podio in una competizione internazionale: non erano mancate le medaglie (tra cui anche un argento e un bronzo alle Olimpiadi), ma la gioia dell’oro e di fare risuonare l’Inno di Mameli non si era più materializzata. L’apoteosi non è arrivata ai Giochi di Tokyo 2020, dove la Nazionale si è fermata ai quarti di finale perdendo contro l’Argentina al tie-break, ma nella rassegna continentale di settembre.
Si è trattato di un trionfo insperato, perché è giunto con una squadra nuova, emblema del ricambio generazionale messo in atto dal CT Fefé De Giorgi. Il ribattezzato Eroe dei due Mondi si è seduto sulla panchina azzurra nel mese di agosto, mentre la formazione guidata ancora da Chicco Blengini falliva la spedizione a cinque cerchi, e ha plasmato un gruppo a sua immagine: tanta sicurezza, poche cose semplici ma fatte bene, genuinità e compattezza in campo e nello spogliatoio. Al grido di “Noi, Italia”. Ne è uscita una squadra grintosa, giovane, rivoluzionaria, ma soprattutto subito vincente.
Alessandro Michieletto è un fuoriclasse assoluto, Daniele Lavia è un talento innato, Gianluca Galassi è la rivelazione, Simone Giannelli è uno dei migliori palleggiatori al mondo (ma questa non è una novità), Fabio Balaso è un libero granitico, Giulio Pinali ha tenuto botta da opposto, Yuri Romanò ha rivoluzionato il tie-break della finale contro la Slovenia, Simone Anzani si è confermato un veterano immarcescibile. La cavalcata è stata sublime, culminata col successo in semifinale contro la Serbia (detentrice del titolo) e con la vittoria nell’atto conclusivo contro la Slovenia dopo oltre due ore di battaglia. Da ricordare anche la vittoria ai Mondiali Under 21 maschili in quel di Cagliari.
VOLLEY FEMMINILE: 9. L’Italia ha vinto gli Europei per la terza volta nella sua storia, a dodici anni di distanza dall’ultimo festeggiamento. Un sigillo giunto in maniera perentoria da parte delle ragazze del CT Davide Mazzanti, protagoniste di una spettacolare cavalcata nella rassegna continentale e culminata con la roboante vittoria in Finale contro la Serbia. Le azzurre sono riuscite a travolgere le Campionesse del Mondo e d’Europa, zittendole davanti agli oltre 20.000 spettatori della Stark Arena di Belgrado: nella tana delle eterne rivali, che ci avevano sempre sconfitto nelle precedenti grandi occasioni, la nostra Nazionale è riuscita a firmare il colpaccio.
Un riscatto perché neanche un mese prima l’Italia era stata eliminata ai quarti di finale delle Olimpiadi di Tokyo 2020 proprio dalla Serbia: un secco 3-0, rapido e pesante, che aveva escluso il sestetto tricolore dai Giochi con largo anticipo rispetto agli auspici della vigilia. Il tabù della medaglia a cinque cerchi non viene sfatato, nemmeno con una squadra superlativa, che ha fallito l’appuntamento più importante dell’anno ma subito dopo è riuscita a rialzare la testa e a fare centro. Dopo l’argento ai Mondiali 2018 e il bronzo agli Europei 2019, le azzurre festeggiano il primo grande trionfo di questo nuovo ciclo.
Paola Egonu è la migliore giocatrice del mondo, Miriam Sylla è una capitana inafferrabile, Elena Pietrini ha regalato perle di talento, Anna Danesi e Cristina Chirichella si confermano granitiche, Alessia Orro e Ofelia Malinov assicurano freschezza in cabina di regia, Monica De Gennaro è un libero marziano. Da non dimenticare il trionfo ai Mondiali Under 20 e il secondo posto a quelli Under 18.
PENTATHLON MODERNO: 6. Dopo la sonora bocciatura del 2018 lo sport del soldato italiano torna a farsi vedere a livello internazionale, come già accaduto nel 2019. La storia si ripete: buoni risultati ai Mondiali con Elena Micheli, podio sfiorato ai Giochi da Alice Sotero. Dietro le due maggiori azzurre del movimento però c’è un vuoto abbastanza inquietante: gli uomini non hanno brillato in fase di qualificazione ed ai Giochi l’Italia maschile era addirittura assente. Tra il nuovo format olimpico in vista di Parigi 2024 e l’eliminazione dell’equitazione dopo le prossime Olimpiadi, questo sport è in una fase di radicale cambiamento, vedremo come saprà adattarsi l’Italia.
SOLLEVAMENTO PESI: 9,5. Bilancio trionfale per il movimento azzurro al termine di una stagione ben al di sopra delle aspettative. Gli exploit di Giorgia Bordignon (clamoroso argento nei 64 kg) e Mirko Zanni (bronzo nei 67 kg), che si aggiungono al bronzo di Nino Pizzolato (81 kg), hanno infatti confezionato un’edizione olimpica coi fiocchi in quel di Tokyo. Eguagliato il primato di medaglie di Parigi 1924 e Amsterdam 1928, l’Italia ha interrotto una terribile sequenza di sette Giochi Olimpici consecutivi fuori dal podio (l’ultimo risaliva a Los Angeles 1984, con il trionfo di Norberto Oberburger). Molto significativo anche il secondo titolo europeo consecutivo di Pizzolato, ottenuto al termine di un duello meraviglioso con il giovane bulgaro Nasar grazie ad uno strepitoso record italiano che lo ha proiettato definitivamente in una nuova dimensione. A livello giovanile sono in rampa di lancio dei prospetti davvero molto interessanti (in primis Massidda, Ficco, Imperio e Miserendino), già dominanti in campo europeo tra gli junior e pronti ad affrontare il cammino verso Parigi 2024 con ambizioni importanti. Peccato per la mancata partecipazione ai Mondiali di fine anno – causata da problemi logistici legati al Covid in Uzbekistan – in cui gli azzurri avrebbero potuto regalarci altre grandi soddisfazioni.
BOXE DILETTANTISTICA: 7,5. Per la prima volta nell’ultimo secolo, l’Italia è stata totalmente assente alle Olimpiadi con gli uomini. Uno smacco rilevante, conseguenza di un movimento che stenta a decollare, oltre che di un sistema di qualificazione oggettivamente lacunoso e troppo stringente per i pugili europei. La luce in fondo al tunnel, però, sembra già intravedersi visto quanto abbiamo potuto ammirare ai Mondiali di fine stagione.
Aziz Abbes Mouhiidine ha conquistato una splendida medaglia d’argento tra i pesi massimi, perdendo soltanto in finale contro il colosso cubano Julio Cesar La Cruz, il Campione Olimpico della categoria. L’azzurro ha disputato un match di altissimo spessore, tanto che il verdetto di quell’atto conclusivo lascia parecchi dubbi e lo stesso cubano ha sussurrato nell’orecchio del nostro portacolori: “Sei tu il vero campione”.
Salvatore Cavallaro si è messo al collo una bella medaglia di bronzo tra i pesi medi, Federico Serra si è spinto fino ai quarti di finale tra i 51 kg, Gianluigi Malanga ha sorpreso tra i 63,5 kg sfiorando la zona medaglie. Una base su cui gettare solide fondamenta per il futuro, sperando che la nuova guida tecnica con Emanuele Renzini, Patrizio Oliva e Francesco Damiani possa fare la differenza. Anche se la boxe rischia di uscire dalle Olimpiadi…
Molto bene il settore femminile, motivo per cui il voto si alza sensibilmente. Irma Testa ha scritto una pagina storica del pugilato tricolore, conquistando la prima medaglia alle Olimpiadi per l’Italia: il bronzo tra i pesi piuma rappresenta una svolta per l’intero movimento, anche se resta un po’ di rammarico per non essere riuscita a fare la differenza nella semifinale contro la filippina Nesthy Petecio (dopo aver sconfitto due colossi come la russa Vorontsova e l’irlandese Walsh). L’avere qualificato quattro atlete ai Giochi (Giordana Sorrentino, Rebecca Nicoli, Angela Carini sono state eliminate agli ottavi di finale) evidenzia lo stato di salute dell’Italia in rosa che combatte.
BOXE PROFESSIONISTICA: 5. La stella polare non esiste, in uno sport altamente mediatico e particolarmente ricco. Al momento l’Italia può contare principalmente su tre pugili professionisti di livello internazionale.
Daniele Scardina detiene la cintura intercontinentale della WBO nei pesi supermedi (conquistata lo scorso 1° ottobre battendo Juergen Doberstein all’Allianz Cloud di Milano), è imsconfitto (20 successi, di cui 16 per ko) ed è nella top-15 del ranking di ben tre sigle (WBO, IBF, WBA).
Michael Magnesi è il Campione del Mondo IBO dei pesi superpiuma (va detto che quella sigla è la più debole tra le cinque attualmente in essere) e ha fatto il suo debutto vincente negli USA (con la speranza di poter scalare le gerarchie).
Matteo Signani si è confermato Campione d’Europa dei pesi medi a 42 anni, sconfiggendo lo spagnolo Ruben Diaz al PalaEur di Roma. I ribattezzati King Toretto, Lupo Solitario, Giaguaro rappresentano la vetta del nostro movimento, anche se al momento sembrano lontani da avere possibilità di combattere per il titolo mondiale di una delle quattro sigle principali.
Va menzionato anche Fabio Turchi, che ha conquistato la cintura dell’Unione Europea dei pesi cruiser e a marzo combatterà per il titolo europeo. Il movimento è però tutt’altro che in salute, lontano dai vertici mondiali: non sufficiente per ritenersi soddisfatti.
RUGBY: 4. Il 2021 doveva essere l’anno della rinascita della palla ovale italiana, o almeno quello che avrebbe dato un segnale. Messa da parte, in parte, la pandemia, a marzo si sono svolte le elezioni federali che chiudevano gli otto anni di governo Gavazzi. Il cambiamento porta il nome di Marzio Innocenti e, i più ottimisti, si aspettavano una rivoluzione copernicana. I più realisti, solo di fare meno peggio di quanto avesse fatto il suo predecessore. Invece questi primi mesi hanno visto il pressapochismo del rugby italiano restare a livelli assoluti, con poche scelte e confuse. Insomma, di cambiamento se ne annusa poco. E in campo è andata anche peggio. Un altro Sei Nazioni senza vittorie, poi i test di giugno saltati a pié pari, un nuovo coach che era stato dimissionato poche settimane prima da Treviso e a novembre il nulla sotto il cielo azzurro. Se il ko con gli All Blacks era scontato e arrivava dopo un match discreto, la sconfitta con l’Argentina è stata figlia di una partita brutta, ma anche il successo con l’Uruguay di misura è stato l’indicatore più evidente della profonda crisi. Si salvano le ragazze dell’Italdonne (voto 9 con la qualificazione mondiale) e le nazionali juniores (7 all’under 20, 9 all’under 18). Ma è ancora troppo poco.
RUGBY A 7: 3. A.A.A. rugby a seven italiano cercasi. I tanti proclami della campagna elettorale per ora sono rimasti lettera morta e il totale disinteresse nei confronti della disciplina olimpica visto negli ultimi 10 anni si è confermato anche quest’anno. Certo, Marzio Innocenti è andato a far visita alla nazionale di Andy Vilk, ma poi? Esautorato Orazio Arancio (che con i suoi pregi e difetti ha comunque gestito il Seven come poteva per anni), il rugby olimpico continua a vivere nel limbo. La nazionale femminile è sempre affidata a un tecnico che come massime esperienze ha allenato in Serie A e B, mentre quest’estate ancora una volta gli azzurri nel circuito europeo (seppur in versione ridotta, senza molti big team) non sono andati oltre alla presenza. Per i risultati ripassare più tardi. Ma, forse, ormai è troppo tardi. Quando il rugby a sette divenne sport olimpico, a Rio 2016, si disse che l’Italia doveva aspettare Tokyo per poter provare a qualificarsi. In vista delle Olimpiadi giapponesi l’obiettivo venne spostato a Parigi 2024. Ora, a essere intellettualmente onesti, si può solo dire che l’Italia ha la chance di partecipare a una Olimpiade solo quando ne organizzerà una.
SCHERMA: 6. Quarantuno anni dopo e per la quinta volta nella sua storia l’Italia ha chiuso l’Olimpiade senza medaglie d’oro (non succedeva da Mosca 1980). C’era come sempre grande attesa per la scherma azzurra in chiave olimpica ed invece è mancata quel titolo che probabilmente avrebbe fatto cambiare qualche giudizio. Tre finali per l’oro disputate e tutte perse, con solo quella di Daniele Garozzo veramente combattuta. Certo l’argento di Luigi Samele ed il bronzo delle spadiste non erano facilmente pronosticabili. Delude clamorosamente il fioretto femminile, con il bronzo a squadre che non può salvare il cammino olimpico.
Dopo Tokyo c’è stata una vera e propria rivoluzione, con un cambio totale dei CT e con il clamoroso ritorno di Stefano Cerioni alla guida del fioretto, per rilanciare un’arma che ha visto l’Italia recitare il ruolo della dominatrice e la pima tappa di Coppa del Mondo è già stata trionfale.
SKATEBOARD: 5. Questo sport ha fatto il suo storico debutto alle Olimpiadi, in linea con l’esasperata ricerca da parte del CIO di fare breccia tra i più giovani inserendo nel programma a cinque cerchi delle discipline altamente adrenaliniche e spettacolari. L’Italia riesce a partecipare ai Giochi con ben tre atleti, senza però strabiliare e non ottenendo risultati di primissimo piano.
Asia Lanzi riesce a ottenere un discreto 14mo nello street. Alessandro Mazzara ha stretto i denti, considerando la rottura del gomito, per poterci essere nel park insieme a Ivan Federico, terminando rispettivamente al 12mo e al 18mo posto. Nessuna finale per i nostri portacolori, bravi comunque a guadagnarsi il diritto di partecipazione attraverso il ranking mondiale.
Non può però bastare per emergere: la convinzione è che bisogna lavorare in maniera più strutturata, ampliare la base, incrementare il numero di praticanti, lavorare sul territorio e costruire delle strutture per evitare di distaccarsi ancora di più dai vertici internazionali di uno sport in rapida ascesa.
SOFTBALL: 7,5. L’anno dell’Italia si può riassumere in due modi: Europei e Olimpiadi, a livello di Nazionale. Il capitolo continentale ha dato prova di come le azzurre siano in questo momento almeno un piano più su rispetto all’Olanda, l’avversaria di sempre. Il tutto anche in virtù di un mix di esperienza e ricambio generazionale che sta dando i propri, ottimi frutti e che basterà senz’altro per tenere il passo anche ora che Federico Pizzolini ha preso in mano l’eredità del compianto Enrico Obletter.
Storia particolare, invece, per le Olimpiadi. L’attacco non è riuscito a funzionare bene, con alcune occasioni non concretizzate, e questo ha inevitabilmente influito soprattutto a livello psicologico con l’andare del torneo. Ci si trova, in sostanza, in uno strano limbo nel quale la più forte d’Europa è sì vicina alle big stile Australia e Messico (senza toccare USA, Giappone e in parte Canada, al netto di alcune belle partite a Tokyo), ma le manca ancora un mezzo passo per poter dare concretezza.
In fatto di club, ad ogni modo, in Europa Forlì e Bollate hanno saputo dare grande lustro all’Italia, potendo disputare una finale-derby in Premiere Cup. A mancare è stato soltanto l’alloro in Cup Winners Cup, dove Saronno non è riuscita a battere nella finale le olandesi di Haarlem. L’Italia, in breve, continua a dimostrare di essere una potenza in questa disciplina, e con ottimo materiale umano a disposizione.
EQUITAZIONE: 5. La doppietta delle Nazionali azzurre del polo agli Europei risolleva il settore degli sport equestri, dato che per le specialità olimpiche c’è poco da sorridere, viste le prestazioni sottotono offerte ai Giochi. Leggermente meglio, in termini di piazzamento, nel completo rispetto a salto ostacoli e dressage. Questa considerazione vale sia per quanto visto a Tokyo, dove l’Italia ha portato solo nel completo la squadra, sia per quanto emerso agli Europei. Nel 2022 ci sarà subito occasione di rifarsi, con i Mondiali in Danimarca, altrimenti i voti ampiamente sufficienti di 2017 e 2018 non saranno raggiungibili.
SURF: 6,5. La stagione della tavola è andata in archivio e, in attesa dell’onda giusta, in dimora Italia si tracciano dei bilanci. Indubbiamente, a recitare il ruolo del primattore è stato Leonardo Fioravanti. L’azzurro, anche per le disavventure altrui, si è potuto godere l’esperienza dei Giochi Olimpici di Tokyo senza sfigurare e, in generale, ha ottenuto piazzamenti di tutto rispetto nel corso del Championship Tour. Da considerare il quinto posto nel Billabong Pipe Masters, i noni posti nel Rip Curl Rottnest Search e nel Jeep Surf Ranch Pro e soprattutto il terzo nella tappa messicana del Corona Open. Per il 24enne nativo di Roma la posizione n.13 del ranking al termine della stagione è un buon segnale per il futuro. E’ chiaro che ogni discorso dovrà essere finalizzato alla conservazione di un livello di condizione fisica adeguato, considerati i diversi infortuni del passato.
TAEKWONDO: 8. La disciplina è in crescita in Italia, sotto tutti i punti di vista: sia sul tatami sia nella politica sportiva. L’oro a Tokyo di Vito Dell’Aquila è la gemma di un 2021 meraviglioso, senza dimenticare che ai Giochi era presente anche Simone Alessio; oltre all’attività paralimpica che ha visto e vede in Antonino Bossolo il suo massimo esponente.
Tante risorse sono a disposizione dei tecnici federali: l’obiettivo per l’anno prossimo sarà quindi quello di confermarsi inserendo magari anche qualche alfiere in campo femminile. La buona programmazione stilata dalla FITA consente già di guardare a Parigi 2024.
TENNIS MASCHILE: 8,5. Il 2021 è stato senza alcun dubbio l’anno del tennis italiano. Sette titoli ATP vinti, la prima storica finale a Wimbledon, il primo titolo al Queen’s, ma anche due azzurri nella Top-10 del ranking mondiale alla fine della stagione. In mezzo anche le partite di Berrettini e Sinner alle ATP Finals di Torino, gli ottavi al Roland Garros di Lorenzo Musetti, la semifinale al Foro Italico di Lorenzo Sonego. Verrebbe da dire che è mancata sola la qualificazione alle finali di Madrid della nazionale in Coppa Davis, con il ko contro la Croazia che ha lasciato qualche rimpianto.
È stata la stagione nella quale Matteo Berrettini ha riscritto la storia, vincendo al Queen’s e poi con la finale raggiunta a Wimbledon, dove ha saputo tenere testa a Novak Djokovic, che lo ha sconfitto anche nei quarti al Roland Garros. Risultati che lo hanno portato alla seconda qualificazione alle ATP Finals, che purtroppo per lui sono durate solo una partita. I maledetti infortuni che hanno privato il romano anche della partecipazione olimpica e poi della convocazione in Coppa Davis, cambiando purtroppo i piani azzurri.
È stato anche l’anno di Jannik Sinner, che ha sostituito proprio Berrettini a Torino ed è stato fondamentale in Davis. L’altoatesino ha raggiunto anche la Top-10, vincendo quattro titoli ATP, compreso anche il suo primo 500 della carriera a Washington. Una stagione che sa di definitiva consacrazione, con l’obiettivo nel 2022 del primo 1000 e di un grande risultato anche a livello Slam.
TENNIS FEMMINILE: 6,5. Il bilancio italiano, in termini puramente numerici, dice questo: un WTA 1000 (Camila Giorgi a Montreal), un WTA 250 (Jasmine Paolini a Portorose, o Portoroz che dir si voglia), quattro semifinali (Giorgi, 500 Eastbourne e 250 Tenerife, Paolini, 250 Courmayeur, Elisabetta Cocciaretto, 250 Guadalajara), 9 quarti di finale (3 Sara Errani e Lucia Bronzetti, 2 Giorgi, 1 Paolini). Il tutto unito al rientro nel World Group di Billie Jean King Cup, con annesso playoff contro la Francia nel 2022.
Da questi segnali si possono ricavare diverse indicazioni: in estate Camila Giorgi è risultata tra le giocatrici più in forma del periodo, ma subito dopo Eastbourne, Olimpiadi e Montreal ha quasi smesso di ottenere risultati di rilievo, se si eccettua la semifinale a Tenerife con cui ha chiuso l’anno. Jasmine Paolini è la vera coprotagonista del caso, con una crescita importante, match di ottimo livello giocati e una vittoria WTA che è solo l’inizio di quella che può essere una validissima carriera in un contesto da top 50, che ha senza dubbio le qualità per mantenere.
Sara Errani continua a lottare per rientrare nelle 100, ed è andata a due punti dal riuscirci a Melbourne (terzo turno), mentre vuole arrivarci Lucia Bronzetti dopo le convincenti performance della seconda metà di 2021. Difficilmente giudicabile la situazione di Elisabetta Cocciaretto, che non ha più praticamente giocato da giugno in avanti, mentre non è riuscita a tener fede alle aspettative Martina Trevisan, ripresasi sì negli ultimi mesi, ma che ha pagato un molto brutto periodo gennaio-luglio 2021. Al 2022, in breve, si guarda con cauto ottimismo.
TENNISTAVOLO: 5. Una sola rappresentante azzurra ai Giochi, Debora Vivarelli, entrata per ranking, che ha subito salutato la competizione, la presenza azzurra ai Mondiali che al massimo ha visto gli azzurri spingersi ai sedicesimi nel doppio misto con Stoyanov-Piccolin ed ai trentaduesimi nel singolare femminile con Giorgia Piccolin, restando alle sole specialità olimpiche. Il bilancio non può essere sufficiente, anche se in miglioramento rispetto ai votacci del 2017 e del 2018, ma in vista di Parigi 2024 occorre una scossa, soprattutto nel settore maschile.
TIRO A SEGNO: 5. Un’insufficienza che potrebbe però essere un punto di ripartenza. Da un lato c’è la gioia di aver portare alle Olimpiadi un elevatissimo numero di atleti, ben 7, dall’altro è innegabile che il fatto di non aver centrato neppure una finale pesa, anche perchè, Ceccarello a parte, nessuno degli shooters azzurri è andato minimamente vicino all’accesso ai contest che valevano le medaglie.
Ma dal 2022, con la promozione di alcuni giovani promettenti in “prima squadra” le cose potrebbero cambiare. I nomi da segnarsi sul taccuino sono quelli di Danilo Dennis Sollazzo, Margherita Veccaro e Federico Nilo Maldini.
TIRO A VOLO: 6. La sufficienza arriva perché, alla fine della fiera, comunque un argento alle Olimpiadi, grazie alla precisione di Diana Bacosi, è arrivato. Ma qualche domanda all’interno del movimento, i tecnici, gli atleti stessi e la presidenza se la stanno facendo.
Detto delle controprestazioni olimpiche, l’Italia rimane comunque uno dei paesi di riferimento a livello mondiale della disciplina e forse una “battuta d’arresto” a Cinque Cerchi è tutto sommato fisiologica dopo le vacche grasse di Rio. Ora l’importante sarà ripartire adattandosi da subito alle nuove regole e facendo tesoro di quanto capitato a Tokyo.
TIRO CON L’ARCO: 8. Dopo la bruciante eliminazione del terzetto maschile nel preolimpico di Parigi, l’Italia ha saputo reagire proprio nell’appuntamento clou del quinquennio con due risultati pesantissimi. L’argento di Mauro Nespoli, sconfitto in finale dal baby fenomeno turco Gazoz, rappresenta di fatto la chiusura di un cerchio per l’arciere di Voghera classe 1987, a cui mancava proprio il podio olimpico individuale dopo aver trionfato a Londra 2012 nella gara a squadre. Ancor più sorprendente e significativo è però il bronzo ottenuto da Lucilla Boari, divenuta così la prima donna italiana capace di vincere una medaglia nel tiro con l’arco alle Olimpiadi. La giovane mantovana è stata eccezionale negli scontri diretti, tirando benissimo e sfruttando nel migliore dei modi un buon tabellone per salire sul podio a cinque cerchi. Settore femminile promosso anche grazie alla splendida qualificazione a cinque cerchi del terzetto, che ha poi dovuto alzare bandiera bianca a Tokyo contro le imbattibili coreane ai quarti di finale. In campo maschile, oltre all’acuto olimpico di Nespoli (ormai stabilmente nell’elite globale della disciplina), si può sorridere anche per la grande crescita di due giovani talenti come Alessandro Paoli (9° al debutto in un Mondiale Senior) e Federico Musolesi (già sul podio in Coppa del Mondo a Parigi) che dovranno trascinare il terzetto azzurro del futuro verso la prossima edizione dei Giochi.
TRIATHLON: 6,5. Il settimo posto di Alice Betto e l’ottavo della staffetta mista a Tokyo, con quest’ultima specialità all’esordio ai Giochi, sono certamente i risultati di prestigio di una stagione in cui la Nazionale italiana poteva risentire del cambio di guida tecnica giunto a pochi mesi dalle Olimpiadi e che invece ha detto che il movimento italiano è in salute, soprattutto nella categoria senior. I podi ottenuti in World Cup hanno sottolineato come anche il settore maschile abbia un futuro radioso in ottica Parigi 2024, ora non resta che concentrarsi sul nuovo format Eliminator per raccogliere nel prossimo futuro i frutti di quanto seminato.
TUFFI: 6. Italia in cerca di un’identità. Le Olimpiadi di Tokyo non hanno riservato medaglie ai nostri portacolori, ma la selezione guidata da Oscar Bertone lavora per il futuro. Qualcosa lo si è intuito nel corso degli Europei di Budapest dove la compagine nostrana ha ottenuto 2 ori, 3 argenti e 2 bronzi con la coppia Chiara Pellacani/Matteo Santoro a illuminare la scena nella prova del sincro mixed dai tre metri. Atleti quest’ultimi che, vista la giovane età, sono il futuro della disciplina. Il livello della competizione è molto alto, non lo si scopre certo ora, ma i riscontri delle competizioni giovanili certificano come e quanto del materiale interessante vi sia. Servirà tempo e una programmazione adeguata. Il 2022 offrirà tanti eventi con i quali mettersi alla prova e ciò sarà da stimolo alla crescita di un gruppo che deve fare i conti nuove leve interessanti e si spera nella definitiva valorizzazione di atleti del calibro di Elena Bertocchi, Giovanni Tocci e Lorenzo Marsaglia.
VELA: 8. I primi mesi dell’anno sono stati caratterizzati dall’esaltante cavalcata in Coppa America di Luna Rossa, che ha fatto sognare tutti gli italiani regolando gli statunitensi di American Magic ed i britannici di Ineos UK per mettere le mani sulla Prada Cup. Il sodalizio italiano ha poi sfidato a testa alta in trasferta i maestri neozelandesi, volando addirittura sul 3-2 prima di incassare cinque sconfitte consecutive che hanno rimandato ulteriormente l’appuntamento con la prima America’s Cup della storia per la vela azzurra. In seguito sono tornate protagoniste le classi olimpiche, con il trionfo a Tokyo di Ruggero Tita e Caterina Banti nei Nacra 17 che ha interrotto un digiuno di vittorie lungo ben 21 anni (l’ultimo podio risaliva invece al 2008) per la vela tricolore ai Giochi. Le Olimpiadi nipponiche sarebbero potute diventare ancor più trionfali, tuttavia Mattia Camboni (vice-campione europeo e mondiale in carica RS:X) e Silvia Zennaro (Laser Radial) sono stati squalificati in Medal Race per partenza anticipata, perdendo così le residue chance di medaglia. In ottica futura sono arrivati poi dei riscontri incoraggianti verso Parigi 2024, tra cui tre medaglie d’oro mondiali Under 21, un argento iridato senior (per i giovani Ugolini-Giubilei nei Nacra 17) ed un fantastico bronzo mondiale nella nuova classe olimpica Formula Kite ottenuto dal 16enne Riccardo Pianosi.
FOOTBALL AMERICANO: 10 E LODE. Nel 2021, ma il percorso era iniziato già due anni prima (Covid-19 permettendo), l’Italia del football americano ha scritto la storia. Senza mezzi termini. Erano 34 anni, infatti, che non raccoglievamo un risultato simile. Da tanto si prolungava il digiuno per la nostra nazionale nei Campionati Europei. L’ultimo trionfo era, infatti, datato 1987, ma questa astinenza si è fortunatamente interrotta con un trionfo storico. Il Blue Team, infatti, ha vinto, anzi schiantato la Svezia a domicilio nell’atto finale, per mezzo di un match ai limiti della perfezione. La compagine allenata dall’head coach Davide Giuliano ha azzeccato veramente tutto nell’ultimo match disputato al Malmoe Stadion dell’omonima città svedese. Sui due lati del campo la nostra compagine ha girato al massimo, con un attacco inesorabile specialmente per via aerea e, soprattutto, una difesa che ha soffocato ogni possibile tentativo della nazionale delle Tre Corone. Se un pizzico di fortuna ci aveva dato una mano in occasione della semifinale dell’8 agosto (Francia impossibilitata a scendere in campo per colpa di diversi positivi all’interno del roster), i nostri alfieri si sono rifatti con gli interessi nella finale, giocando la partita perfetta. Dopo anni opachi, finalmente, l’Italia è tornata grandissima protagonista nel football americano continentale, qualificandosi anche per i Mondiali! Ci sarà da divertirsi ancora!
CALCIO A 5: 6,5. la macchina si è rimessa in moto, sotto tutti i punti di vista. Nonostante il periodo logistico-sanitario, le società della Divisione Calcio a 5 hanno fatto un grande sforzo per portare a termine il precedente campionato e iniziare quello in corso. Oltre a questo è impossibile non parlare delle nazionali. Quella maschile, di Bellarte, ha strappato il pass per gli Europei 2022 cancellando almeno in parte l’esclusione dai Mondiali. Quella femminile, di Francesca Salvatore, non è riuscita ad arrivare all’appuntamento continentale per un non nulla ben figurando comunque nelle partite in cui è stata impegnata.
CRICKET: 6,5. Delle buone prestazioni fatte registrare agli Europei T10, conclusi al quinto posto, e nelle qualificazioni ai Mondiali T20, dove comunque alla fine gli azzurri hanno mancato l’accesso al Global Qualifier, rendono positiva la stagione della Nazionale, anche alla luce di alcune vittorie di prestigio ottenute nei tornei citati. In ambito nazionale è da incorniciare la stagione del Jinnah Brescia, che ha conquistato tutti i trofei in palio. Nel 2022 è atteso un ulteriore step in ambito internazionale.
HOCKEY PISTA: 6. giudizio sufficiente, ma “in sospeso”. Sulla valutazione pesa la non-partita della nazionale maschile agli Europei, in una gara che (non disputatasi causa covid), contro il Portogallo, avrebbe assegnato il 3-4° posto nella rassegna continentale. Sicuramente molto bene invece la nazionale femminile, che sul podio ci è arrivata agli Europei, con pieno merito, così come la gestione dei campionati nazionali in un momento non facile a tutti i livelli. Ora è giusto pensare al 2022: anno nel quale l’evento clou sarà sicuramente rappresentato dai Mondiali ai World Roller Games di ottobre e novembre.
Pagellone a cura della Redazione di OA Sport
Foto: Lapresse
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di Federico Militello
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2021-12-23 07:04:45 ,