AGI – Se il 2016 è stato l’anno dell’esplosione delle criptovalute, il 2021 è stato quello della loro maturità. Da moneta di scambio del futuro, si sono gradualmente affermate come asset speculativo, capace di far gola a molti colossi della finanza. Bitcoin e consorelle hanno attratto enormi quantità di denaro, raggiungendo una capitalizzazione di 2,5 mila miliardi di dollari.
Ma oltre alle cripto il 2021 ha visto anche l’esplosione del fenomeno dei collezionalibili digitali, in inglese non fungible token (Nft). Facce della stessa medaglia forgiata dagli algoritmi insondabili della blockchain, il motore che le tiene in vita.
Quanto a Bitcoin, la madre di tutte le criptovalute, negli ultimi 12 mesi è passato da 30.000 a 47.000 dollari, anche se in due occasioni ha toccato quota 68 mila dollari. Chiuderà comunque l’anno con un aumento del 75%. Meglio ha fatto Ethreum che è passato da 731 a 3.791 dollari, con un aumento del 418% e senza le oscillazioni che ha caratterizzato la sorella maggiore creata da Satoshi Nakamoto nel 2009.
Ma l’incremento ha riguardato tutto il settore degli asset e delle valute digitali. Una fotografia la danno i dati di Pew Research: oggi il 16% della gente americana possiede o ha posseduto criptovalute, mentre 5 anni fa era l’1%. Mentre nel mondo, Crypto.com stima che ci siano circa 220 milioni di persone con un portafogli in moneta digitale, il doppio rispetto allo scorso anno.
Il ruolo di Elon Musk
Non è un caso quindi che il settore abbia avuto forti rialzi negli ultimi 12 mesi. A guidarli nella prima parte dell’anno sono stati soprattutto i tweet di Elon Musk. L’imprenditore all’inizio dell’anno ha prima aperto alla compravendita di Tesla in criptovalute, poi ha annunciato che la società per diversificare il cash flow ha acquistato 1,5 miliardi di monete digitali.
L’effetto sulle quotazioni delle cripto è immediato: Bitcoin è avanzato del 20% in poche ore per toccare quota 48.000 dollari. Effetto che si protrarrà per i mesi successivi. Ad aprile arriverà a 67.000 dollari. Musk a maggio tornerà sui propri passi e dichiarerà Bitcoin energivoro e dannoso per l’ambiente.
Alcuni arriveranno a leggere nella mossa di Musk un attacco indiretto alla Cina, dove risiedono la maggior parte dei ‘creatorì di criptovalute, e un’apertura alla politica ambientalista di Joe Biden, diventato qualche mese prima presidente degli Stati Uniti.
La ripercussione sulla valutazione di Bitcoin arriva in qualche ora: la cripto crolla per una serie di giorni scivolando fino a 29.000 dollari a luglio (- 59% dai picchi), complice anche una serie di misure contro i minatori messe in campo proprio dalla Cina e dai timori per una nuova stretta negli Usa.
Il caso dogecoin
Ma probabilmente ciò che spiega meglio di tutti il ruolo di Musk sulle cripto è il caso di guardare il fenomeno Dogecoin. Una monenta sostanzialmente inutile, che deve la sua fortuna forse esclusivamente alla simpatica icona che lo caratterizza (un cane Shiba Inu), che il ideatore di Tesla ha più volte ‘spintò sui propri canali social. L’effetto è che Dogecoin in un anno ha visto il suo valore crescere del 4.252%.
Il fenomeno nft
Ma il 2021 è stato anche l’anno degli Nft. Il loro mercato a livello globale ha raggiunto i 22 miliardi di dollari quest’anno, mentre la mania per i collezionabili digitali come Bored Ape Yacht Club e gli avatar di Matrix ha trasformato le immagini digitali in fruttuosi beni di investimento. Ed è un fenomeno del tutto nuovo perchè scambi di questo tipo di beni digitali se ne sono registrati pochissimi prima di quest’anno.
Gli Nft hanno attirato gli investitori del settore dell’arte e delle criptovalute, complice l’apparentemente inarrestabile corsa all’oro digitale. Per quanto ancora difficili da comprendere al vasto pubblico, gli Nft conferiscono la proprietà di un oggetto digitale unico, certificato dalla blockchain, ovvero il motore che muove bitcoin, ad un’unica persona, e per sempre (almeno che non decida di venderlo).
Gli oggetti d’arte ‘digitali’ venduti quest’anno hanno toccato cifre record, mentre il settore comincia a farsi strada anche nello sport. Anche in Italia, dove Digitalbits, società statunitense, è diventata sponsor principale dell’As Roma, e ha stretto accordi con società come l’Inter. Un mercato in rapida ascesa che per diversi analisti potrebbe esplodere definitivamente nel 2022.
Blockchain business
Tutto ruota intorno alla blockchain: Bitcoin, gli Nft, e alcune società che sono sbarcate a Wall Street quest’anno. Coinbase la più nota. La più popolare delle piattaforme di compravendita di criptovalute ha avuto un debutto record a Wall Street, spinto anche dai record di bitcoin segnati ad aprile.
Il titolo ha vissuto fasi alterne, proprio come gli asset che ne sostanziano il modello di business. Ma è stata un’altra prova di maturità del settore, che si è definitivamente accreditato come asset specultativo o di investimento.
Interessa alle grosse istituzioni finanziarie; interessa alle banche centrali di mezzo mondo, che proprio quest’anno hanno lanciato alcuni progetti di valute digitali controllate; interessa a chi è in cerca di soldi facili. Portandosi dietro però anche i rischi di tonfi clamorosi.
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di Arcangelo Rociola
www.agi.it
2021-12-30 05:48:31 ,