Per gli amici, quelli con cui va allo stadio, quelli del suo collettivo di scrittura (Lou Palanca), quelli con cui fa politica sin dai tempi del liceo, è Nik. Più un appellativo affettuoso che semplicemente un diminutivo: Nicola Fiorita, nuovo sindaco di Catanzaro, è molto amato in città. Riservato, discreto, quasi schivo, in questi ultimi anni in cui il suo impegno politico si è consolidato, ha dovuto forzare il suo carattere per parlare a tutta la città. E nel ballottaggio contro Valerio Donato è stato premiato con il 58% dei voti. Al suo competitor, figura storica del Pd locale, ma espressione, per l’occasione, del centrodestra (Forza Italia, Lega e Udc), con qualche pezzo del centrosinistra e di Italia Viva, è rimasto il 41,41% dei voti.
“Cambiavento” e “Cambiamò”, gli slogan di Fiorita
È con lui, sostenuto da Pd e M5S, che il capoluogo di Regione cambia pagina, anzi “cambiavento”, come già annunciava il suo slogan (trasformato poi in “cambiamò”, a indicare l’urgenza di un nuovo corso): dopo 18 anni di governo di centrodestra con Sergio Abramo, quattro volte sindaco e da un anno esponente di Coraggio Italia, Catanzaro «cambia linguaggio, logiche e mentalità – dichiara il nuovo primo cittadino –. È questo che rappresenta la mia elezione, la fine di un discorso collettivo avviato 5 anni fa che è ora il punto di partenza di un cambiamento totale. Vogliamo cambiare tutto, ma restando quello che siamo. Qualche anno fa, un ex assessore mi disse che non ce l’avrei mai fatta perché sono una brava persona. Eccoci qui, governeremo così, da brave persone».
La candidatura del 2017
Fiorita ci aveva provato già nel 2017: una candidatura a sindaco in solitaria che lo portò vicino al ballottaggio contro Abramo, con il 23% di preferenze. Ma invece, lo scontro fu tra Vincenzo Ciconte, proposto dal Pd, e il centrodestra dell’inamovibile (fino ad allora) Abramo, che vinse con 39,7 %.
Subito in agenda, dipendenti comunali e depuratori
Frastornato, affannato, emozionato, il sindaco Fiorita, 53 anni, scrittore, professore di Diritto canonico all’Unical, supportato da sempre da sua moglie Maura Ranieri, che insegna Diritto del lavoro all’università di Catanzaro, con cui condivide l’impegno civile e la passione per la politica, ha voglia di fare e di fare subito: «Sto per incontrare i dipendenti comunali, sono parte di questo nuovo progetto e ci devono credere. Gli spiegherò che non esisteranno più favori ma solo diritti per i cittadini». Fra le emergenze, la situazione di Catanzaro Lido, «dove sta per iniziare la stagione turistica, e i problemi sono tanti». A cominciare dal depuratore che rende l’aria irrespirabile, alimentando le proteste degli abitanti del rione Corace.
Catanzaro, un sogno da smart city
Poi c’è tutto il resto: disoccupazione e lavoro povero, spopolamento e frammentazione del territorio, le incompiute del porto e della rete idrica, periferie degradate, crollo verticale delle attività amplificato dal Covid, ma iniziato con il trasferimento degli uffici regionali, del policlinico e dell’università nell’area di Germaneto, che ha sottratto 4.500 persone al centro città. Ma anche buone prospettive: sono in arrivo centinaia di milioni di euro da Agenda urbana, Cis Calabria e Pnrr con cui Catanzaro sogna di diventare una smart city.