AGI – I membri del Fomc, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve, hanno discusso il mese scorso dell’avvio del ‘tapering’ e cioè su come e quando iniziare a ritirare le misure straordinarie di sostegno all’economia Usa. E’ quanto trapela dalle ‘minute’ della riunione del 15-16 giugno scorso. I membri del Fomc sono anche stati sorpresi da un’impennata delle pressioni sui prezzi più forte del previsto con la riapertura dell’economia. I membri della Fed sono inoltre pronti ad accelerare le deliberazioni nella loro prossima riunione del 27-28 luglio, su quando e come ridurre i 120 miliardi di dollari di acquisti mensili di titoli del Tesoro e ipotecari.
Dopo la diffusione dei verbali, Wall Street è diventata positiva, con lo S&P 500 e il Dow Jones che hanno leggermente aumentato i guadagni rispettivamente a +0,37% e +0,27%, mentre il Nasdaq ha girato in positivo a +0,07%. A fine giornata Wall Street ha chiuso in rialzo, con l’indice S&P 500 salito a un nuovo record, poiché il crollo dei rendimenti obbligazionari ha contribuito a mantenere il settore tech in rialzo, a +0,38% (4.360 punti), il Dow Jones +0,30% a 34.681,79 punti e il Nasdaq + 0,01% a 14.655,06 punti.
L’incertezza sulla tempistica del tapering ha suscitato una moderata reazione sui mercati, poiché i rendimenti obbligazionari statunitensi sono rimasti vicini ai minimi di giornata. Secondo Mark Luschini, chief investment strategist di Janney Montgomery Scott, il movimento dei mercati obbligazionari servono da indicatori per capire “come gli investitori vedono il panorama macro in futuro”. Ma i rendimenti sono ipervenduti e potrebbero essere destinati a un rimbalzo che, se sostenuto – il tasso dei titoli del Tesoro a 10 anni che supera l’intervallo 1,50%-1,60% – potrebbe rilanciare una condizione di reflazione, dando impulso ai ciclici.
Tornando alle minute, secondo molti banchieri della Federal Reserve, l’economia statunitense “è ancora lontana dagli obiettivi” sull’occupazione, nonostante i miglioramenti delle ultime settimane. E l’inflazione è stata rivista in rialzo, ma è ancora considerata solo “transitoria”. È questa la valutazione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, che il mese scorso ha deciso di mantenere i tassi allo 0-0,25%, livello a cui sono stati portati con l’esplosione della pandemia di coronavirus, e di lasciare invariato, al passo attuale di almeno 120 miliardi di dollari al mese, il programma di acquisto di titoli di Stato (80 miliardi) e titoli garantiti da mutui ipotecari (40 miliardi).
Nelle minute si legge che “vari partecipanti” alla riunione del 15-16 giugno hanno ritenuto che le condizioni per ridurre gli acquisti di attività della banca centrale sarebbero state “soddisfatte un po’ prima di quanto avevano previsto”. Altri hanno invece visto un segnale meno chiaro dai dati in arrivo e hanno avvertito che la riapertura dell’economia dopo una pandemia ha lasciato un insolito livello d’incertezza e richiederà un approccio “paziente” a qualsiasi cambiamento di politica. Inoltre una “maggioranza sostanziale” di funzionari ha visto i rischi d’inflazione “inclinati al rialzo” e la Fed nel suo insieme ha ritenuto necessario essere pronta ad agire se quei rischi dovessero concretizzarsi”.
I partecipanti hanno generalmente ritenuto che, per una questione di pianificazione prudente, fosse importante essere ben posizionati per ridurre il ritmo degli acquisti di attività, in risposta a degli sviluppi economici imprevisti, compresi dei progressi più rapidi del previsto o l’emergere di rischi che potrebbero impedire il raggiungimento degli obiettivi di massima occupazione e di stabilità dei prezzi.
Inoltre alla riunione del mese scorso, 13 funzionari su 18 hanno previsto un aumento de tassi d’interesse entro il 2023. E la maggior parte di loro si aspetta un aumento del tasso di riferimento di 0,5 punti percentuali. Sette funzionari hanno previsto un aumento dei tassi il prossimo anno. A marzo, la maggior parte dei funzionari prevedeva di mantenere i tassi costanti fino al 2023.