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Due giorni a Napoli per conoscere
le associazioni che lavorano per il sociale nei beni confiscati,
ma anche per studiare le leggi italiane da parte di esponenti di
governi internazionali che si interessano al principio italiano
considerato un esempio da seguire. E’ questo l’obiettivo della
manifestazione che si svolge alla Stazione Marittima l’11 e 12
ottobre, organizzata dalla Regione Campania e che prevede il 12
la presenza del ministro degli interni Matteo Piantedosi.
“Il riutilizzo dei beni confiscati – spiega l’assessore
regionale alla sicurezza Mario Morcone – è un percorso lungo e
tormentato, però ci sono accelerazioni e un buon lavoro della
Campania a seguito anche delle risorse che la ministra Carfagna
mise a disposizione, oltre ai fondi Regionali. Verranno anche
esponenti di altri Paesi Europei, da Francia e Olanda in
particolare, perché le mafie fanno tanti investimenti anche
all’estero. Gli olandesi vengono perché sono allarmati dalla
criminalità organizzata nel loro paese, come i romeni. I
Tedeschi invece fanno un po’ fatica, per una loro cultura
giuridica che prevede che le confische di edifici avvengano dopo
la condanna del reo. Noi invece abbiamo un’operazione più
aggressiva, che Gianni Falcone costruì: se non sai giustificare
nell’inchiesta quello che hai, bisogna capire come l’hai
acquisito prima di operare il sequestro”.
La due giorni parte con i racconti di storie delle
associazioni a partire dal Comitato don Diana, seguito da
esponenti del Comune di Casoria, dell’Ente delle Terre Regionali
della Toscana, dalla coop Nesis che lavora sul riscatto dei
giovani detenuti di Nisida, e altri operatori in beni
confiscati. Ci sarà poi anche un dibattito tra i magistrati che
si occupano del settore, concluso dal governatore della Campania
Vincenzo De Luca, mentre il 12 ci sarà anche l’intervento del
sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.
Sul convegno Morcone sottolinea “l’incontro di apertura con
il terzo settore che vengono dalla Sicilia, dalla Calabria, da
altre regioni italiane. Grande importanza ha anche l’apertura
internazionale, visto che c’è la direttiva europea che
sull’esempio italiano oggi ha chiesto di normare questi temi in
ogni paese europeo che deve avere una sua agenzia che si occupi
dei beni confiscati. Ci saranno anche esponenti dei governi del
Sudamerica, da Argentina e Colombia su questo tema che è un
esempio virtuoso italiano. Noi ci lavoriamo molto ed è una mia
ambizione che Napoli sia il riferimento per un confronto
periodico su questi temi, anche sulle tante difficoltà che ci
sono, perché non ci sono tutte luci ma anche delle ombre che
vanno dissipate. E’ fortissimo infatti il terzo settore nei beni
confiscati, ma ha bisogno di essere sostenuto anche nella
lunghezza delle procedure per avere il bene, poi c’è il tema
delle associazioni che si perdono ma anche il coraggio e la
determinazione dei sindaci”. Sui nodi da sciogliere opera anche
il professore Mario Mustilli, presidente di Sviluppo Campania,
che sottolinea come “lavoriamo molto sui corsi di formazione –
ha spiegato – per coloro che si occupano di questa materia,
perché tutte le problematiche del riutilizzo dei beni confiscati
passano attraverso una maggiore capacità e promozione delle
competenze giuridiche, economiche, finanziarie. Abbiamo formato
molte persone, avvocati, commercialisti in questi anni
attraverso la collaborazione con gli atenei napoletani ma non
solo. Mi auguro che nei prossimi mesi la Regione possa inserire
fondi per chi gestisce questi beni che spesso trovano difficoltà
per l’accesso al credito visti i meccanismi bancari attuali, da
tempo stiamo studiando uno strumento ad hoc e penso che a breve
sarà reso noto”.
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