A Panda piace… capirsi è il titolo della nuova avventura firmata Giacomo Keison Bevilacqua, autore della serie di fumetti che hanno come protagonista il piccolo Panda, il primo pubblicato per Gigaciao, la casa editrice fondata da Bevilacqua insieme a Sio, Fraffrog e Dado nel 2022. Un libro nato da “un’esigenza”, come ha spiegato Bevilacqua al Wired Next Fest Trentino a Rovereto, dove ha raccontato la genesi della sua opera, l’inizio della sua carriera da fumettista e ha anche affrontato temi come la salute mentale.
“Quando è nato il mio primo figlio nel 2020 mi sono fermato con il lavoro per la prima volta dopo quasi 20 anni in cui nn facevo altro che scrivere e disegnare – ha raccontato l’autore di A Panda piace -. Mi svegliavo la mattina alle sette e mezza e cominciavo a scrivere e a disegnare fino alla pausa pranzo e riprendevo, poi cenavo, magari guardavo un po’ di televisione con la mia compagna e mi rimettevo a disegnare fino a mezzanotte e mezza o l’una“, ha ricordato. “Questa è stata la mia vita per quasi vent’anni. Quando fai qualcosa che ami non senti nient’altro: non senti dolore, non senti lo stress, non senti niente soprattutto non senti i pensieri. Perché sei impegnato a dare forma a una parte dei tuoi pensieri tralasciandone altre. Mi ero appartato come persona”.
Le avventure che hanno come protagonista Panda hanno avuto origine nel 2008: “Io ho iniziato a fare fumetti professionalmente nel 2006/2007, però disegnavo soltanto, non scrivevo. Panda è nato in una sera del 2008 in cui stavo facendo la mia prima serie da disegnatore: il character designer era mio, i fumetti, insomma, in generale, erano i miei – ha raccontato ai suoi fan -. E’ stata come un’esplosione, come se avessi il bisogno di fare uscire una parte di me che era rimasta sopita per questi anni. Disegnando per qualcun altro era come se avessi qualcosa di inespresso. E panda le primissime strisce erano molto semplici, molto basic. Però sono state il mio primo tentativo di tirare fuori qualcosa che non fosse disegno ma qualcosa di parlato. E’ stata la prima manifestazione del mio bambino interiore“.
Ed è infatti quella peri fumetti è una passione che è nata in lui fin da quando era bambino: “Io da quando sono piccolo non ho mai disegnato immagini ferme. Disegnavo subito quello che succedeva dopo. Insomma, quello che in gergo è chiamato fumetto. Mio nonno era pittore e faceva quadri solo con la china, niente colori. Guardando lui e la sua tecnica poi mi è venuto naturale”.
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di Chiara Zennaro www.wired.it 2024-09-28 14:59:12 ,