Per l’Antimafia è stato una pedina fondamentale nello scacchiere del narcotraffico tra le province di Napoli e Salerno. Per i suoi clienti era più semplicemente «quello che comanda tutta Torre». L’uomo al quale «nessuno può dire nulla», nemmeno i concorrenti. Sono i mille ritratti di Valentino Gionta che vengono fuori dalle 250 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che qualche giorno fa è costata l’arresto al nipote del boss ergastolano sepolto vivo al carcere duro. Gionta è stato arrestato in un paesino della provincia di Varese con l’accusa di aver fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga. Il trentottenne di Torre Annunziata avrebbe rifornito di stupefacenti un gruppo attivo a Pagani che dalle sue mani avrebbe ricevuto i carichi per poi inondare di stupefacenti le piazze di spaccio dell’Argo. A incastrare Gionta ci sono le conversazioni ambientali captate dagli 007 dell’Antimafia che sono arrivati sulle sue tracce seguendo i passi e gli affari dei narcos di Pagani. Importante, in questo senso, potrebbe essere un’intercettazione del febbraio di quest’anno. Un fornitore abituale del gruppo guidato – per l’Antimafia di Salerno – da Giacomo De Risi, si lamenta del fatto che i salernitani siano andati a Torre Annunziata a rifornirsi di droga. Ma De Risi non batte ciglio. «Quello la non possono dire nulla con quello, quello la comanda tutta la Torre». Un modo per dire, sostengono gli inquirenti, che Gionta è il padrone della città e che quindi nessuno degli altri fornitori potrebbe mai pensare di mettersi contro lui e anche contro la sua famiglia. Un’etichetta, quella di «padrone della città» che assume un tono inquietante. Tra l’altro dalle carte emerge anche il giro d’affari enorme messo in piedi dal nipote del boss. Nelle intercettazioni, infatti, emergono i rapporti con alcuni narcos di Marano (città dove ci sono i Nuvoletta, cosca storicamente alleata dei Gionta) e sulle cifre del business gestito dal nipote del padrino sepolto vivo al regime del carcere duro. Nelle intercettazioni si parla di altri narcos e pusher che hanno accumulato debiti fino a 70.000 euro nei confronti di Valentino Gionta e dei prezzi concorrenziali che lo stesso trentottenne propone ai suoi clienti. «Io la pago 35 o 36 euro e la rivendo a 39 euro al grammo», il succo di una delle tante conversazioni attribuite al nipote del padrino. Ovviamente, in quella chiacchierata finita in mano all’Antimafia, si parla di cocaina. Un affare che, numeri alla mano, sarebbe valso incassi per 39.000 euro al chilo al rampollo della dinastia criminale di Torre Annunziata.
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di Ciro Formisano
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2021-09-27 06:00:20 ,