Quasi 2mila persone hanno partecipato alla fiaccolata organizzata a Vigonza (Padova) per ricordare Giada Zanola. La giovane donna di 34 anni è morta dopo essere precipitata da un cavalcavia, a spingerla e farla cadere giù sarebbe stato il compagno Andrea Favaro. Presente anche Gino Cecchettin, il papà di Giulia, che ha voluto incontrare i familiari della vittima.
Quasi duemila persone hanno partecipato alla fiaccolata organizzata a Vigonza (Padova) per ricordare Giada Zanola. La giovane donna di 34 anni è morta dopo essere precipitata da un cavalcavia, a spingerla e farla cadere giù sarebbe stato il compagno, il 39enne Andrea Favero.
Il corteo è partito dall’abitazione della vittima per poi, dopo circa un chilometro, raggiungere il luogo dove Giada è precipitata sull’autostrada. È stato aperto da uno striscione con la scritta ‘L’amore non uccide‘, subito dietro il sindaco di Vigonza Gianmaria Boscaro con a fianco alcuni consiglieri comunali. Assieme a loro il padre ed i fratelli della 34enne, Gino, Federica e Daniel Zanola.
I familiari della vittima del presunto femminicidio avevano incontrato in precedenza Gino Cecchettin, padre della 22enne Giulia, uccisa l’11 novembre scorso dall’ex fidanzato Filippo Turetta. L’uomo ha preso parte alla fiaccolata insieme alle persone che hanno voluto manifestare rabbia e dolore per la tragica fine della giovane, mamma di un bimbo di tre anni.
Favero avrebbe fatto alcune ammissioni ai poliziotti, poi ritrattate
Andrea Favero e Giada Zanola
Intanto, le indagini Proseguono. I primi esiti dell’autopsia sul corpo della donna indicherebbero che la ragazza era ancora viva, forse non nel pieno delle sue facoltà, quando è stata gettata giù dal cavalcavia, per un salto di 15 metri.
Favero avrebbe fatto inizialmente agli investigatori alcune ammissioni, raccontando ai poliziotti di essere stato in piedi accanto alla donna sulla balaustra del cavalcavia durante un litigio, di averla sollevata e buttata giù, dove è poi stata travolta da un camion.
Un passaggio chiave che però l’uomo non ha ripetuto di fronte al giudice per le indagini preliminari e al pubblico ministero quando è passato dall’essere testimone a indagato. Dichiarazioni che tuttavia non può essere usato giudizialmente, essendo anche state rese senza la presenza del suo avvocato.
Il 39enne attualmente si trova in carcere al Due Palazzi di Padova, mentre il figlio di tre anni della coppia è stato momentaneamente affidato ai genitori dell’uomo.
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di Eleonora Panseri
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2024-06-03 20:43:38 ,