Dalla vittoria di un contest a un cortometraggio presentato alla 80ma Mostra del cinema di Venezia. È il percorso che ha fatto il progetto transmediale A voce nuda, vincitore della quinta edizione del Contest La realtà che NON esiste lanciato nel 2019 dalla produttrice Manuela Cacciamani e realizzato da One More Pictures in collaborazione con Rai Cinema. Il corto, diretto dall’esordiente Mattia Lobosco e disponibile su Rai Play, è tutto incentrato sul reato di sextortion (estorsione e ricatto a sfondo sessuale) ai danni di adolescenti attraverso i social network, rappresentati dalla protagonista Ginevra Francesconi, nei panni di una ragazza che ama cantare ed è molto seguita sui social network. Un giorno riceve i complimenti di un suo follower, tale Daniel, con cui inizia a chattare. Tutto sembra romantico, fino alla richiesta di qualche scatto intimo. A quel punto Ginevra cede e lui la ricatta: se non la paga divulgherà i suoi scatti in Rete.
A sostenerla ci saranno il compagno di scuola interpretato da Luigi Fedele e la sua insegnante di musica, interpretata da Andrea Delogu, che la incita a buttare fuori la rabbia e reagire con coraggio. Vedrete come andrà a finire, vale la pena intanto sottolineare che il corto si chiude sulle note della canzone Supereroi – con tanto di Mr. Rain in video – e con un appello chiaro: “Non cedere al ricatto perché non sei solo”, seguito dal seguente link: www.commissariatodips.it. La Polizia di Stato ha collaborato, con la Polizia Postale, alla realizzazione del corto, facendo sapere che nel solo mese di agosto 2023 sono state raccolte oltre 200 segnalazioni per questo reato.
“La sextortion è un tema che i ragazzi devono conoscere, per potersi tutelare adeguatamente”, sottolinea la produttrice di A voce nuda Manuela Cacciamani. Le fa eco Mattia Lobosco: “Abbiamo voluto raccontare come una ragazza possa uscire da un incubo e superare un trauma che per alcuni può essere devastante, soffermandoci non tanto sul fatto in sé quanto sulle conseguenze, sul modo in cui si può superare davvero questo trauma, facendosi aiutare dagli altri”. Concorda Ginevra Francesconi, vent’anni, premio Bonacchi ai Nastri d’Argento: “Mi sento tanto vulnerabile: quello dei social e tutto quello che possono occultare è un mondo enorme che va maneggiato con cura”. Andrea Delogu si rivolge agli adulti: “Noi adulti dobbiamo sentirci responsabilizzati nel raccontare i pericoli della rete, sensibilizzare tanti ragazzi e ragazze che sono vittime ma non sanno di esserlo”.
“Chiedere aiuto è il primo passo”, sottolinea Mr. Rain. “Non c’è da vergognarsi, in casi del genere dobbiamo essere egoisti, pensare solo a noi stessi e chiedere aiuto. Ho due sorelle piccole, da fratelcctallicctallilo maggiore ho sposato ancora più volentieri questo progetto”.
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di Claudia Catalli www.wired.it 2023-09-06 11:30:00 ,