Accuse di Legami con Clan e Accordi Segreti: Il Caso di Luigi Cesaro
Una vasta zona grigia, dove i confini tra camorra, imprenditoria e politica diventano sfocati, è emersa attraverso i verbali di Gaetano Vassallo, l’imprenditore che per vent’anni ha gestito il traffico di rifiuti tossici per conto dei boss casalesi. Questi verbali gettano luce sul patto criminale che ha avvelenato una regione intera, rivelando accordi inconfessabili che si dice Vassallo abbia visto nascere sotto i suoi occhi. Questa testimonianza coinvolge direttamente i vertici campani di Forza Italia, responsabili della gestione dei rifiuti nella regione, tra cui il sottosegretario Nicola Cosentino e il coordinatore del partito, l’onorevole Luigi ‘Gigi’ Cesaro.
Secondo quanto affermato dal collaboratore di giustizia, Cesaro sarebbe stato identificato come “un fiduciario del clan Bidognetti,” la famiglia di Francesco Bidognetti, noto come ‘Cicciotto ‘e Mezzanotte,’ un boss condannato all’ergastolo nel processo Spartacus e che ha avuto un ruolo di spicco nella confederazione casalese.
Vassallo ha riferito agli inquirenti che i membri della cosca casertana gli avevano spiegato che Cesaro avrebbe dovuto iniziare dei lavori presso la Texas di Aversa, e in quell’occasione si era quantificata la somma di denaro che Cesaro avrebbe dovuto versare al clan. Inoltre, lo stesso Cesaro avrebbe parlato con i membri del clan per stabilire la suddivisione degli utili e dei capannoni che sarebbero stati costruiti a Lusciano attraverso un’azienda sponsorizzata dal clan Bidognetti.
La testimonianza di Vassallo ha rivelato che Cesaro era stato testimone diretto di un incontro tra il parlamentare e Luigi Guida, noto come ‘o Drink,’ che aveva guidato la famiglia Bidognetti armi in pugno per conto del padrino detenuto tra il 1999 e il 2003. Questa testimonianza ha portato alla luce un patto intricato che coinvolge referenti di diversi partiti e tesoriere di diverse famiglie camorristiche.
L’affare in questione era estremamente redditizio: la riconversione di un’area industriale dismessa dalla Texas Instruments in una zona strategicamente collegata. La zona, nonostante il tentativo di rilancio, è rimasta inutilizzata e in attesa di futuri progetti, tra cui una fermata della metropolitana e sviluppi commerciali.
Ancora più proficua sarebbe stata la trasformazione dei terreni agricoli di Lusciano in aree industriali, che sarebbero poi state utilizzate da aziende controllate dalla criminalità. Questo ciclo economico distorceva il territorio e il tessuto imprenditoriale grazie al controllo delle amministrazioni locali e all’accesso a capitali considerevoli.
La deposizione di Vassallo ha coinvolto anche Nicola Ferraro, uomo d’affari nel settore dei rifiuti e leader casertano dell’Udeur. Ferraro era considerato il coordinatore politico ed economico dell’operazione, mentre Luigi Guida aveva il compito di interagire direttamente con il Comune di Lusciano per superare gli ostacoli burocratici. La testimonianza ha svelato che prima di diventare edificabili, i terreni venivano acquistati a basso prezzo dai coloni e intestati a prestanome. Una volta edificabili, questi lotti venivano assegnati a ditte legate al clan, e in cambio dell’assegnazione, queste ditte versavano una percentuale al clan.
L’accusa di legami con la criminalità organizzata e accordi segreti getta una pesante ombra sulla carriera politica di Luigi Cesaro e solleva importanti questioni sulla corruzione e l’infiltrazione della mafia nella politica e nell’imprenditoria locali.