Anche i danni strutturali causati dagli incendi possono provocare perdite di pressione, sottolinea Whelton. Nel caso di eventi su larga scala, come quelli di Palisades o di Eaton, enormi volumi d’acqua possono fuoriuscire in modo incontrollato dalla rete idrica, a causa della rottura di tubi e di altre parti dell’allestimento. In questi casi, il fumo e i detriti possono essere risucchiati nel sistema idrico, mentre le perdite delle condutture fognarie danneggiate possono finire nelle tubature dell’acqua potabile che scorrono nelle vicinanze.
Durante l’incendio Marshall a Louisville, in Colorado, che ha bruciato più di mille case nel 2021, le autorità della città hanno consigliato ai residenti di usare l’acqua della rete idrica solo per lo sciacquone fino a quando i test non ne avessero confermato la sicurezza. Dato che a Los Angeles le strutture bruciate superavano le 12mila già nella mattinata del 13 gennaio, la possibilità di una contaminazione diffusa è significativo, avverte Kearns.
Cosa serve per riattivare l’acqua
I prossimi giorni e settimane saranno cruciali. Una volta valutati i danni, gli esperti stabiliranno se il sistema idrico può essere ripulito o se sono necessarie riparazioni all’infrastruttura, come la sostituzione di pompe, tubature e serbatoi. Per le zone della contea di Los Angeles servite dal Ladwp, McCurry stima che il ripristino potrebbe richiedere da pochi giorni a settimane.
La città di Altadena e le aree circostanti, tuttavia, sono servite da diversi piccoli fornitori idrici, che hanno tutti chiesto alla cittadinanza di non bere l’acqua del rubinetto. “Nel caso di un grande sistema idrico come il Ladwp, probabilmente le cose riprenderanno un po’ più velocemente – afferma Kearns –. I piccoli fornitori, che a volte hanno solo un paio di dipendenti e non hanno i budget per questo tipo di eventi, potrebbero avere qualche difficoltà”. McCurry avverte che in alcune aree potrebbero volerci anni per costruire da zero o ristrutturare i grandi sistemi andati a fuoco.
Kearns aggiunge poi che è fondamentale che i residenti rimangano aggiornati sugli sforzi di ripristino delle reti, perché i sistemi di allerta possono essere complicati e molti residenti potrebbero non ricevere le comunicazioni. Alcune località, come Louisville in Colorado e Maui nelle Hawaii, hanno lanciato mappe ad accesso pubblico che tenevano traccia della qualità dell’acqua, contribuendo a informare i residenti nei mesi e negli anni successivi agli incendi.
Prima di revocare gli avvisi, i gestori del servizio idrico sono tenuti per legge dallo stato della California a monitorare la presenza di benzene. Whelton tuttavia evidenzia non si tratta dell’unica sostanza chimica che desta preoccupazione, e che l’elenco dei potenziali contaminanti è lungo. Il governo e i servizi di analisi esterni non sempre tengono conto di tutte le possibili esposizioni. “È possibile che alcune di queste sostanze chimiche rimangano più a lungo di quanto i fornitori si aspettino“, fa notare McCurry, che raccomanda comunque di rimanere vigili. I filtri a carbone attivo possono aiutare a rimuovere alcuni contaminanti organici, ma potrebbero non eliminare affatto i rischi.
“L’acqua sicura può essere ripristinata dopo un incendio – afferma Whelton –. Le comunità che si riprendono più rapidamente e diventano più forti sono quelle che lavorano insieme e si sostengono a vicenda“.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.
Leggi tutto su www.wired.it
di Hannah Singleton www.wired.it 2025-01-14 13:23:00 ,