Il 15 aprile è venuto a mancare Adriano Aprà, illustre critico cinematografico, regista, direttore di festival ed eventi culturali, nonché professore universitario negli ultimi anni.
Nato il 18 novembre a Roma, si è appassionato al cinema sperimentale sin da giovane, coltivando un profondo amore per l’insegnamento, per far capire il cinema agli altri.
Il 17 aprile si è tenuto il funerale presso la Chiesa degli Artisti di Roma, seguito da un momento di ricordo anche alla Casa del Cinema.
Adriano Aprà: una figura polivalente
Laureatosi in Giurisprudenza, Adriano Aprà ha iniziato sin da subito a dedicarsi al cinema, innamorato delle pellicole di Hitchcock, Rossellini e Dreyer.
Negli anni Sessanta ha iniziato a scrivere per Filmcritica, di cui successivamente sarebbe diventato anche direttore.
Ha fondato Cinema e Film ed è stato direttore di Filmstudio 70, un’associazione volta a far vedere i film invisibili.
Una componente fondamentale della sua attività è stata la direzione di mostre e festival culturali. Tra questi risaltano la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema Italiano di Pesaro, il Salso Film ed il TV Festival.
Una fase importante è stata poi quella della direzione della Cineteca Nazionale, dal 1998 al 2002.
L’amore per il cinema sperimentale
Molto incline ai film che poi sarebbero confluiti nella nouvelle vague, Aprà ha iniziato a fare cinema concretamente, affermandosi anche come regista negli anni Settanta.
L’opera più di rilievo è senza dubbio Olimpia agli Amici, film drammatico che tratta il dolore di una madre, costretta ad affrontare l’imminente perdita della figlia (che è solo una bambina) affetta da meningismo.
Avere idee ferme nel tempo non mi pare un buon metodo per progredire, ha scritto Aprà su Cabiria, presentandosi come il paladino del cinema che definiva fuori norma. Negli anni Novanta si è spinto oltre, appassionandosi al mondo della non-fiction.
Prof. Aprà
Dal 2002 al 2008, Aprà ha tenuto la cattedra di Storia del Cinema Italiano, all’università Tor Vergata.
L’ateneo ha ricordato il professore, definendolo più cinema in persona che cinéphile e riportando il suo pensiero, secondo cui tutti noi, di fronte al cinema, siamo nudi, essenza di tutto il suo operato.
Ha parlato di Aprà anche Lucia Borgonzoni, Sottosegretaria alla Cultura, ricordandolo come un uomo di cinema colto ed appassionato, che ha dedicato la vita al suo amore per il grande schermo.
Una figura la cui imminente ripetibilità nella storia sarà alquanto difficile.
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di Jasmine Gheorghe
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2024-04-19 08:32:00 ,