“Adesso basta, dal 7 aprile riapriamo i negozi”: a Bari dopo Pasqua la protesta dei disobbedienti

“Adesso basta, dal 7 aprile riapriamo i negozi”: a Bari dopo Pasqua la protesta dei disobbedienti

“Adesso basta, dal 7 aprile riapriamo i negozi”: a Bari dopo Pasqua la protesta dei disobbedienti


“Adesso basta, riapriremo le nostre attività”. Dal 7 aprile, le saracinesche di diversi negozi baresi verranno alzate nuovamente, in ogni caso, anche se il Governo non disporrà la riapertura. È la protesta avviata da commercianti, ristoratori, parrucchieri, in generale partite Iva, costretti a chiudere con l’introduzione della zona rossa. Per ora, hanno aderito 150 attività in città, ma diverse hanno risposto positivamente anche dal resto della regione.

Nino Armenise, storico commerciante barese e promotore locale dell’iniziativa nazionale, sulla porta del suo negozio di calzature ha affisso la locandina che recita: “#io apro. Abbiamo il diritto di lavorare come tutti gli altri”. “Sono stato contattato da Io apro, iniziativa partita dal Nord, e mi ha chiesto di aderire anche l’associazione barese La formica – racconta – Dal 7 aprile, apriremo le nostre attività: può darsi che non entri nessuno, fa niente, ma una disobbedienza è una disobbedienza. Non voglio che il mio cliente prenda una multa, la prendo io: meglio pagare 400 euro che fallire. Devo difendere la mia azienda con tutte le energie”.

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I commercianti chiedono al Governo di tornare alla zona arancione: “Vogliamo pressare Draghi, speriamo che si mettano una mano sulla coscienza. Non siamo degli untori, nei nostri negozi ci sono tutte le misure di sicurezza necessarie, non c’è affollamento. Nelle aperture delle attività c’è una discriminazione che non mi piace”.

A parlare è la paura di veder sfumare, in pochi mesi, anni di sacrifici. Di non riuscire a pagare i fornitori, l’affitto. “Il danno più grosso lo abbiamo noi commercianti di calzature e d’abbigliamento. In questa attività abbiamo investito 300 mila euro di merce, e va pagata: se non incasso, con quali soldi devo farlo? La mia è una piccola boutique, le aziende più grandi hanno milioni di merce che passa di moda. Dobbiamo pensare anche all’economia: se falliamo tutti, Bari diventerà un cimitero”.



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