Anche Adobe è caduta nella trappola delle immagini fake. Secondo quanto riportato dal portale australiano Crikey – poi ripreso da Vice – il servizio Adobe Stock sta vendendo immagini generate dall’AI relative al conflitto tra Israele e Hamas, molte delle quali sono state già diffuse in rete. In particolare, effettuando una ricerca per il termine “Palestina”, il servizio restituisce al primo posto dei risultati un’immagine intitolata “Conflitto tra Israele e Palestina AI generativa”, che rappresenta un paesaggio urbano su cui si staglia una gigantesca nuvola di polvere. Un’immagine che assomiglia incredibilmente a quelle dei bombardamenti israeliani sulla striscia di Gaza, ma che è tutt’altro che reale, trattandosi del risultato di un esercizio di stile dell’AI di Adobe. Nonostante questo, la foto è stata utilizzata da una serie di blog e portali di informazioni minori senza l’etichetta “generata dall’AI”.
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Ma non si tratta della sola immagine fake presente su Adobe, anzi tutt’altro. Vice ha segnalato tantissime altre foto che rappresentano “edifici distrutti a seguito di un razzo lanciato dai militanti della Striscia di Gaza” o false esplosioni sul territorio di Israele, tutte generate dall’intelligenza artificiale. E nonostante molte di queste siano etichettate come un prodotto dell’AI, il solo fatto che siano alla mercé di tutti – o quasi – non fa altro che peggiorare una situazione già di per sè difficile. Nelle ultime settimane, infatti, è diventato alquanto difficile comprendere che cosa sta succedendo sul territorio israelo-palestinese, date le numerose immagini fake condivise dai due protagonisti del conflitto per soli scopi di propaganda. “C’è il potenziale per queste immagini di fuorviare le persone, di distorcere la realtà, di interrompere la nostra percezione di verità e accuratezza”, ha dichiarato il dottor TJ Thomson, docente senior dell’RMIT, a Crikey.
Eppure, dal canto suo, la piattaforma ha chiarito che “Adobe Stock è un mercato che richiede che tutti i contenuti generati dall’intelligenza artificiale siano etichettati come tali quando vengono inviati per la licenza. Queste immagini specifiche sono state etichettate come AI generativa quando sono state inviate e rese disponibili in linea con questi requisiti”. Negli ultimi tempi, infatti, la piattaforma si è molto impegnata per cercare di contenere la diffusione di immagini fake, soprattutto quando si tratta di temi delicati come quello della guerra Israele-Hamas. Ma spesso basta un dettaglio per rendere tutto difficile e mandare in fumo gli sforzi di mesi. Come la disattenzione di un portale che acquista un’immagine ma non specifica che è stata generata da un’AI.
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di Chiara Crescenzi www.wired.it 2023-11-08 16:26:12 ,