Non c’è dubbio: la pandemia da Covid-19 ha rappresentato uno spartiacque per il trasporto aereo. Il sistema, probabilmente, era insostenibile: si viaggiava molto, prima della pandemia, e a prezzi bassissimi. Ma le quarantene e la consapevolezza ambientale di questi anni (che ha puntato l’indice contro le emissioni di un settore in larghissima parte alimentato con fonti fossili) hanno profondamente scosso l’ecosistema dei voli.
Non solo: la concorrenza del treno si è fatta sempre più pressante, con la diffusione delle linee ferroviarie ad alta velocità che hanno portato le compagnie a eliminare le tratte brevi e a ripensare l’offerta di quelle a medio raggio. Per non parlare del fatto che un “cigno nero” come il coronavirus ha mostrato quanto la riduzione del personale operata nel pieno della crisi pandemica abbia determinato, una volta passata la tempesta, spaventosi colli di bottiglia negli aeroporti: dai check-in alla gestione dei bagagli, chi ha viaggiato nell’estate del 2022 ha spesso rimpianto di aver acquistato un biglietto. Infine, hostess e steward hanno iniziato (spesso giustamente) a rivendicare condizioni salariali migliori, incrociando le braccia in diverse occasioni e aggravando i disagi, oltre al conto economico dei vettori.
Quale futuro per il trasporto aereo, quindi? Difficile rispondere. Sita, fornitore di tecnologie per il settore, ha stilato un elenco di dieci macrotendenze che potrebbero prendere piede. “L’industria del trasporto aereo si trova a un bivio post-pandemia e deve affrontare numerose sfide” afferma Sergio Colella, presidente del braccio europeo della società. Il settore, conclude il manager, ha quindi l’opportunità di ripensarsi. Vediamo come.
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di Antonio Piemontese www.wired.it 2023-01-03 05:50:00 ,