Aereo supersonico che non fa rumore, la Nasa lancia l’X-59

Aereo supersonico che non fa rumore, la Nasa lancia l’X-59


L’X-59 fa parte dell’iniziativa Quesst della Nasa. Il programma andrà avanti fino al 2027 ed è finalizzato a dimostrare i vantaggi dei voli supersonici riducendo l’impatto sonico. Nei prossimi mesi, una volta conclusi i test di sicurezza, l’agenzia spaziale farà volare il suo aereo ad alta quota sopra diverse città statunitensi, per misurare meglio il rumore prodotto e analizzare la risposta del pubblico.

I dati ottenuti saranno quindi presentati agli enti che regolamentano l’aviazione statunitense, nella speranza che le autorità aboliscano il divieto dei voli commerciali supersonici sopra le aree popolate, che in passato ha limitato l’espansione del Concorde. L’aereo di British Airways e Air France, popolare all’inizio del millennio ma ormai fuori servizio, era infatti autorizzato a raggiungere velocità supersoniche solo sopra l’Oceano Atlantico ma non sulla terraferma negli Stati Uniti, perché via dei disagi causati dal boom sonico alla gente.

L’impatto ambientale dei voli supersonici

L’opposizione ai voli supersonici ha però anche fondamenta ambientali. All’inizio dell’anno scorso, il gruppo ambientalista Public Employees for Environmental Responsibility (Peer) ha sottolineato che i viaggi aerei oltre la barriera del suono potrebbero rendere impossibile per l’industria aeronautica raggiungere l’obiettivo della neutralità carbonica. In una lettera inviata al capo della Nasa Bill Nelson, il Peer ha chiesto un’analisi rigorosa, indipendente e pubblica sull’impatto climatico” dell’X-59.

Secondo le stime, l’aviazione è responsabile del 2-3% delle emissioni globali di anidride carbonica e rispetto ad altre forme di trasporto non è un settore facile da decarbonizzare. Stando a Inside Climate News, i jet supersonici consumano da 7 a 9 volte più carburante per passeggero rispetto agli aerei convenzionali.

Nonostante i viaggi aerei siano diminuiti in modo significativo durante la pandemia, si prevede che il consumo di carburante e le emissioni di gas serra del settore raddoppieranno entro il 2050. Se la proiezione si dovesse avverare, l’industria dell’aviazione consumerebbe da sola un sesto del cosiddetto carbon budget, la quantità massima di CO2 entro cui l’umanità dovrà attenersi per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C. Ma anche se le autorità di Stati Uniti, Unione europea e altri paesi si sono impegnate a raggiungere le emissioni zero nel settore dell’aviazione, il gruppo ambientalista Transport and environment puntualizza che per contenere il riscaldamento globale ai livelli stabiliti dall’Accordo di Parigi entro il 2019 sarà necessario ridurre del 50% i voli per lavoro rispetto ai livelli pre-pandemia.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.



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di Fernanda González www.wired.it 2024-01-16 13:17:19 ,

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