Africa, la startup che vende Ai per gli allevamenti agli Stati Uniti

Africa, la startup che vende Ai per gli allevamenti agli Stati Uniti

Africa, la startup che vende Ai per gli allevamenti agli Stati Uniti


Matera – Vittorio è allergico alla farina, ma nonostante questo ha fatto il pane per settant’anni a San Leo, un paesino di collina in provincia di Rimini. Per lavorare, tutte le notti, è costretto a indossare una mascherina. Quando, nel 2018, arriva il momento di smettere, per il paese significa perdere un’abitudine quotidiana. Così, una cooperativa, Appennino l’Hub, decide di rimettere in funzione il vecchio forno. Raccoglie trecentomila euro, ottiene le autorizzazioni necessarie, ricontatta i fornitori. Ma nessuno vuole lavorare fino all’alba, ogni giorno, per sfornare pane fresco. “La soluzione è stata semplice: invece di un forno a gas, ne abbiamo acquistato uno elettrico programmabile e che si può controllare anche da abitazione con il telefonino o un computer”, racconta Andrea Zanzini, che ha seguito il progetto dagli inizi. Le notti sono salve, e oggi nel panificio lavorano cinque persone, di cui due sono residenti di San Leo.

La storia raccontata da Zanzini è una delle tante ascoltate al Social Enterprise Open Camp, di cui si è appena chiusa la terza edizione a Matera. Nella città, rinata da qualche anno attorno agli eventi dopo essere stata capitale europea della Cultura nel 2019, si sono dati appuntamento operatori del terzo settore, imprenditori, investitori, filantropi italiani e internazionali. L’organizzazione è stata del consorzio Cgm, la più grande rete italiana di cooperative e imprese sociali, e di Opes, impact fund specializzato nel supporto a progetti rivolti a persone basso reddito e fasce vulnerabili della gente. Capitali pazienti, li chiamano, quasi un ossimoro. 

Code for Africa e gli altri 

Si parla di finanza ma sono poche le giacche, e nessuna cravatta, nelle sale dell’istituto Sant’Anna che hanno ospitato panel di buon livello e visto sfilare giovani e non. Passione qui fa rima con missione, ma anche con welfare, inclusione sociale, creazione di comunità. Il vero baricentro di quest’anno, però, è stata la tecnologia, declinata in storie che sfuggono al racconto dei media mainstream, a volte persino a quelli di settore. 

Come sa bene Jacopo Ottaviani, romano, direttore del programma dati di Code for Africa, impact accelerator nato dieci anni fa nel continente. “Siamo una federazione di iniziative civica basata su open data e data journalism – dice a Wired -. Primum movens, diffondere democrazia digitale e competenze informatiche” in un territorio che ha cominciato dalla fine, dove non è raro incontrare unicorni fintech, ma che si confronta con un’urbanizzazione disordinata e sfrenata, disuguaglianze estreme, instabilità politica. E che è ancora profondamente rurale. 



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di Antonio Piemontese www.wired.it 2022-11-13 05:40:00 ,

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