La prima puntata trascina un po’ eccesso l’illusione alla X-Files, prima di permettere ad Agnes di liberarsi del sortilegio e ricordare chi è veramente, ovvero una strega centenaria, disprezzata dalla consorelle a cui spesso e volentieri ha tentato di rubare i poteri, e lei stessa esautorata delle immense facoltà magiche. Alle calcagna ha orde di nemiche pronte a vendicarsi, tanto che la sua unica via di salvezza sta nell’intraprendere un viaggio in cui – da strega cattiva dell’Ovest di Il Mago di Oz – assume malvolentieri il ruolo di Dorothy. Per recuperare i suoi poteri deve infatti percorrere il pericoloso Sentiero della strega, versione oscura della Strada di mattoni gialli, superando prove e tranelli. Può affrontarla solo con il supporto di una congrega, il circolo di cui ogni strega solitamente fa parte, e per questo arruola un gruppetto di “colleghe” riluttanti, assieme a un giovane e volenteroso famiglio.
Come WandaVision, Loki anche Agatha All Along è collocata nell’universo Marvel ma ne prende le distanze, sfuggendo agli schermi del reboante e trito cinecomic supereroistico in formato televisivo e adottando scelte narrative e stilistiche più originali e fantasiose che se ne discostano con veemenza. Lo show prodotto da Jac Schaeffer è destinato a conquistare un pubblico tendenzialmente femminile/Lgbt e geek/wicca. Agatha è la stessa villain ambiziosa, manipolatrice, egoista e vanitosa (e dall’impeccabile risata stregonesca), ma il suo background è destinato a essere esplorato, ampliando la risonanza emotiva di un personaggio finora trattato con superficialità. “C’è qualcosa di personale, di nefasto e complesso in lei” ha spiegato la Schaeffer. “Kathryn è così incredibilmente divertente e simpatica e, in un certo senso, kitsch, ma il suo personaggio ha anche un vorace appetito per il potere”.
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di Lorenza Negri www.wired.it 2024-09-19 14:40:59 ,