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Dodici colpi esplosi, per non lasciare alcuno scampo. Si torna a sparare in via Ghisleri, a Scampia. E si torna a farlo in pieno stile di agguato di camorra. Erano da poco passate le 23, ieri sera, quando un uomo è entrato nel salone di un barbiere. All’interno c’era Camillo Esposito, 29 anni. La raffica di colpi viene indirizzata tutta contro di lui e muore lì, davanti ad alte due persone che restano illese. A uccidere è stata una persona con volto travisato, armata di pistola: ha mirato a Esposito, senza tentennamenti, e lo ha ucciso. Poi è scappato via, a bordo di un’auto dove c’era un complice ad attenderlo.
Era da tempo che non si sparava ed uccideva a Scampia ed ora le indagini della Polizia cercheranno proprio di ricostruire il perché. Finora non era mai emersa l’appartenenza di Esposito – pregiudicato per reati contro il patrimonio, rapina, porto abusivo di armi – alla criminalità organizzata, ma gli investigatori assolutamente non escludono questa eventualità.
Anzi. Le modalità dell’agguato sembrano essere in tutto e per tutto quelle riconducibili ai clan.
Nel locale, oltre alla vittima, c’erano il titolare e un’altra persona che sono state già ascoltate nella notte dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli. In queste ore si stanno anche visionando le immagini dei sistemi di videosorveglianza e si sta ‘ricostruendo’ la vita e gli affari di Camillo Esposito vagliando l’eventualità di un avvicinamento ad un clan o anche un suo agire in autonomia che abbia potuto fare arrabbiare qualcuno.
Via Ghisleri è stata spesso, in passato, teatro di agguati e negli ultimi anni si fono focalizzati in quell’area blitz della polizia come dei carabinieri che hanno portato ad arresti e a sequestri di droga. Droga che ha segnato la storia di Scampia e che anche questa volta potrebbe aver determinato l’agguato.
Affari, quelli della camorra, che da un po’ non erano al centro della narrazione sul quartiere delle Vele visto il cambio di direzione che da qualche anno si è autoritario di intraprendere mirando ad una totale rinascita dell’area.
L’agguato di ieri ha, dunque fatto rialzare l’attenzione. Non a caso il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha convocato d’urgenza per domani mattina, alle 9.30, una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. E lo ha fatto, si spiega, proprio “in relazione al grave episodio, verificatosi nel capoluogo, dell’omicidio di un cittadino italiano con precedenti per rapina e porto abusivo di armi, perpetrato nella notte scorsa a Scampia all’interno di un esercizio commerciale”. Il prefetto ha disposto l’immediata intensificazione dei servizi di controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine nella zona interessata.
“L’ennesimo omicidio fa piombare nuovamente Napoli nello spettro delle faide di camorra. Un’azione da professionisti, consumata senza rimorsi. Un altro omicidio a sangue freddo a pochi giorni da quello di Pianura, dove il corpo di un 20enne è stato ritrovato carbonizzato e con tre fori di proiettile”, sottolinea Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra e conoscitore delle dinamiche criminali della città.
“Serve uno sforzo congiunto e nonostante i tanti tavoli convocati dal Prefetto, su ordine e sicurezza pubblica, ancora non si riesce a trovare una reazione efficace. È evidente che questo territorio vive un problema di carenza di personale delle forze dell’ordine. Servono più agenti e militari nelle nostre strade – aggiunge – Ma mentre la camorra uccide e dilaga, il governo pensa bene di chiudere i commissariati, uno dopo l’altro. Di pochi giorni fa è l’annuncio dell’imminente chiusura del commissariato di Chiaiano. Si intervenga prima che la situazione degeneri in un mare di sangue. Non vogliamo che il quartiere di Scampia torni ad essere quello di Gomorra”.
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