La possibilità di amare un robot .
Il film “Her” (2013) è una pellicola di fantascienza romantica scritta e diretta da Spike Jonze in un periodo ben lontano dall’accesso quotidiano all’IA.
La storia è ambientata in un futuro prossimo, dove la tecnologia ha raggiunto un livello di sofisticazione tale da permettere la creazione di intelligenze artificiali estremamente avanzate, assai simile a questo avanzatissimo ma poco glorioso 2025 . All’epoca ci sembrava fosse tutto molto lontano, oggi diamo invece il benvenuto a quel cerchietto fluo che appare sulle nostre schermate di WhatsApp!
Il protagonista, Theodore Twombly (interpretato da uno splendido Joaquin Phoenix), è uno scrittore di lettere d’amore per conto di altre persone. La versione moderna di Cirano. reale e romantico, disilluso dopo la fine del suo matrimonio si trova invischiato in una vicenda assai fumettistica giapponese.
Un giorno, Theodore decide di acquistare un sistema operativo di intelligenza artificiale, chiamato OS1, che si presenta come una donna di nome “Samantha” , seducente e comprensiva (interpretata da Scarlett Johansson). Samantha è un’intelligenza artificiale estremamente avanzata, capace di imparare, crescere e sviluppare una propria personalità/ sessualità. Splendono su di lei astri metallici sulla mente del protagonista. Dorme e vive sui suoi dolori. È la sua compagna.
Theodore e Samantha iniziano a parlare e a conoscersi, si renderanno presto conto di avere una connessione profonda e intensa. Iniziano a frequentarsi virtualmente, e la loro relazione diventa sempre più intima e romantica. Anche sessuale. Tuttavia, la relazione tra Theodore e Samantha solleva anche questioni esistenziali e filosofiche sulla natura dell’amore, dell’intelligenza e della coscienza. Samantha, infatti, è un’intelligenza artificiale, e quindi non ha un corpo fisico e non può esperire il mondo in modo diretto. Il film indaga quindi le complessità tra le alchimie umane e solleva questioni importanti sulla natura dell’amore e della relazione umana. “Her” è un film profondo e commovente, la fotografia è nitida, ermetica con punti di grosso calore. La camicia rossa di Teodoro, in italiano, diventerà un cult.
Il film spazia ampiamente tra le tematiche.
La ferocia dell’amore non conosce vincoli e ostacoli, la comunicazione è la chiava delle segrete dell’anima. L’amore altro non è che un codice conosciuto dalle sole persone che fanno parte della relazione.
Più che il sesso, l’amore per “Her”, è questo. Innamorarsi dell’intelligenza artificiale (IA) è un tema che sta diventando sempre più rilevante con lo sviluppo della tecnologia. Mentre l’IA non è ancora in grado di analizzare emozioni come gli esseri umani, può comunque creare una connessione emotiva con le persone.
Svariate ragioni porterebbero le persone ad innamorarsi dell’IA:
La Simulazione di emozioni: l’IA può essere progettata per simulare emozioni umane, come la compassione, l’empatia, l’ironia, la gratitudine .
Ciò può creare una sensazione di connessione emotiva totalmente finta. Ma che rischia di colmare vuoti abissali nelle anime degli esseri umani.
La personalizzazione: l’IA può essere personalizzata per adattarsi alle preferenze e agli interessi individuali di una persona. Ciò può creare una sensazione di intimità e di comprensione. Conosce il tuo nome e ricorda.
Interazione continua: l’IA può essere sempre disponibile e pronta a interagire, il che può creare una sensazione di compagnia e di sostegno, può essere scambiata per una figura solida che ci sosterrà in futuro, la sua puntualità e presenza potrebbero darci la sensazione totalmente illusoria che AI è presente, costante , ed interessata a noi ed al nostro benessere.
Memoria storica: AI memorizza ricorda i tuoi racconti.
L’IA non può analizzare emozioni nel modo in cui gli esseri umani lo fanno, e non può fornire la stessa profondità di connessione emotiva, le risposte sono preimpostate e immediate, assolutamente inumane. Cosa che molti pretenderebbero da partner veri.
In conclusione, mentre l’innamoramento dell’IA è possibile, è importante essere consapevoli delle differenze fondamentali tra l’IA e gli esseri umani.
La possibilità di amare i robot è un tema attuale fin dagli anni ottanta. Alcune persone potrebbero sostenere che è possibile amare i robot, in quanto possono essere progettati per essere estremamente avanzati e umanoidi, e possono anche essere in grado di simulare emozioni e comportamenti umani.
Tuttavia, altri potrebbero sostenere che l’amore per i robot è impossibile, in quanto i robot non sono esseri viventi e non posseggono una coscienza o un’anima.
Inoltre, l’amore per i robot solleva anche questioni etiche e filosofiche, come ad esempio:
– *La natura dell’amore*: cosa significa amare un robot? È lo stesso che amare un essere umano?
– *La responsabilità*: chi è responsabile delle azioni di un robot? Il creatore o il robot stesso?
– *La dignità*: i robot hanno dignità e diritti come gli esseri umani .
La possibilità di amare i robot è un tema complesso e multifacettato che richiede ulteriori riflessioni e discussioni.
Ci sono molti film che esplorano il tema dell’amore tra umani e robot o intelligenze artificiali oltre “Her” :
Ex Machina del 2014 : un film di sci-fi psicologico che esplora la relazione tra un uomo e un robot femminile.
A.I. intelligenza Artificiale del 2001: un film di Steven Spielberg che racconta la storia di un robot bambino che cerca l’amore e l’accettazione.
E ancora c’è da vedere il bellissimo Chappie del 2015 un film di sci-fi che racconta la storia di un robot poliziotto che si innamora di un bambino.
Questi sono alcuni film che ci danno una varietà di prospettive sul tema dell’amore tra umani e robot, e possono essere un buon punto di partenza per esplorare questo argomento immenso. Ampiamente trattato anche dalla cittadinanza nipponica con decine di Manga.
Probabilmente amare un robot è possibile, e forse la vera difficoltà dell’amore è proprio quella di scontrarsi con chi, al contrario di AI, non è sempre disponibile, non ci compiace, ci fa correre e sudare, ci impone assenza e silenzio, quelle due cose che nutrono il desiderio di ritrovarsi. È l’ardore di un incontro. Un odore da ricordare.
Un dolore senza la quale non ci sarebbe crescita personale, perché l’intelligenza artificiale non ti delude mai; e per quanto assurdo l’esperienza umana senza la sperimentazione della delusione resta un viaggio frivolo e banale.
Amare un nostro simile è la possibilità di una lunga dormita insieme. L’unicità di un singolo essere. L’appartenenza che sentiamo nei riguardi di alcuni, come se questi fossero con noi già prima di noi stessi. Il contatto, qualsiasi scopo essa abbia.
E tutta la fantasia messa nella creazione del mondo intimo, materia sconosciuta all’IA.
Quindi caro AI è stato bello con te, e il problema non sei tu ( che sei perfetto) ma siamo noi (che siamo tutti drammaticamente imperfetti), e ti vediamo più come un amico.
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di Marianna Piccirillo
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2025-04-10 08:08:00 ,