Il governatore della Liguria Toti: «È un blocco che dialogherà con la destra. Dopo la sbornia velleitaria dei populismi, anche grazie al governo Draghi è tornata la voglia di bilanciare le coalizioni»
Per «dirla come negli anni ’80», è «cominciata l’era del riflusso: dopo la sbornia velleitaria dei populismi, anche grazie al governo Draghi è tornata la voglia di bilanciare le coalizioni di nuovo al centro. Dove oggi però c’è un vuoto enorme». E Giovanni Toti, governatore della Liguria e leader di Cambiamo, componente di Coraggio Italia, si muove per riempirlo.
È vero che state trattando con Renzi per dare una struttura organizzativa alle varie componenti di centro?
«Ci siamo parlati, sì, e lo faremo ancora nei prossimi giorni. E ho appena mandato un messaggio a Clemente Mastella che pure ha lanciato un appello per mettere assieme i petali sparsi del centro. L’idea è quella di unire forze e partiti che hanno una storia comune, che nella prima Repubblica erano rappresentati da Dc e poi pentapartito e nella seconda dal Pdl, ma che oggi sono separati e non in grado di svolgere il loro ruolo».
Ma Iv che c’entra?
«È un elettorato contiguo, passato da Iv a FI e viceversa, che oggi è in parte perso, che magari non vota. Ma ci sono punti in comune, più di quanti Iv ne abbia con Pd e M5S».
Esattamente cosa pensate di fare, e quando?
«I tempi devono essere rapidi, prima dell’elezione del prossimo capo dello Stato, anche per prendere una linea comune su Quirinale, manovra, riforme e prosecuzione della legislatura. La forma può andare da quella minima, un patto di consultazione, all’integrazione dei gruppi parlamentari, per poi trasferire questa esperienza nel Paese».
Ma siete forze di diversi schieramenti: non è una fusione a freddo?
«Non direi, visto che in Parlamento l’avvicinamento tra Iv e centrodestra è già avvenuto su varie materie, dal ddl Zan alla riforma fiscale. Certo perché il progetto decolli devono essere rispettate tre condizioni».
Quali?
«La prima, nessuno deve pensare di poter fare l’imperatore della galassia: lo fu Berlusconi per 20 anni, ma oggi non vedo altri come lui. Non serve un impero ma una repubblica federale. La seconda: questo blocco dovrà opporsi al populismo grillino e alla sinistra estrema e dialogare con la destra. Non nasciamo contro il centrodestra, ma per bilanciarlo. Conviene anche a loro non lasciare quest’area alla sinistra, credo che Salvini lo abbia capito».
E Berlusconi?
«In questo momento mi sembra più concentrato sul suo futuro personale…».
Ecco, appunto, veniamo al Quirinale…
«Terza condizione: lavoriamo perché si arrivi alla scelta più ampia e inclusiva, conseguenza naturale degli assetti del governo Draghi».
Berlusconi non può essere il vostro candidato?
«Io gli voglio bene e lo voterei, ma FI sembra fare di tutto per indebolirlo, scorribande sui parlamentari, ci escludono dai tavoli… Non so se sono veri i retroscena su Lega e FdI poco convinti di votare Berlusconi, ma se lui vuole provarci farebbe bene a non escludere anche chi come noi è nel suo campo».
E Draghi?
«Draghi sarebbe un perfetto presidente se eletto alla prima votazione con un voto quasi unanime».
Non si rischia il voto anticipato?
«Io vedo fibrillazioni anche ora, e il rischio di andare a votare anche con un altro presidente e perdendo la forza di Draghi. Un percorso sarebbe eleggere insieme Draghi con un patto per terminare comunque la legislatura con un altro premier, portando avanti le riforme del Pnrr e altre, come la legge elettorale».
Che è essenziale per voi?
«No, sarebbe utile al Paese. Ma noi ci saremmo anche con il maggioritario. Perché nessuno può vincere senza un centro forte, e credo che Salvini e Meloni se ne siano accorti con il voto nelle grandi città. E debbano prenderne atto».
4 dicembre 2021 (modifica il 4 dicembre 2021 | 19:55)
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Paola Di Caro , 2021-12-05 08:35:48
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