Ci sono farmaci che in Italia non si trovano più. Medicinali importanti, anche salvavita, che da mesi scarseggiano nelle farmacie del nostro Paese. Il motivo? Vengono dirottati verso mercati esteri come la Svizzera, dove c’è chi è disposto a pagarli fino a dieci volte tanto. L’allarme viene lanciato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che ha dovuto correre ai ripari bloccando l’esportazione di 30 etichette, le ultime sette solo a fine giugno.
Come ha spiegato a Repubblica Giampiero Russo, direttore tecnico scientifico dell’ente, “in un mondo globalizzato la questione della carenza di farmaci è un problema complesso, e ormai cronico. La nuova Commissione scientifico-economica del incarico della Salute, in funzione da febbraio, ha ereditato un largo arretrato e sta cercando di ridurre i tempi di intervento, ma non è semplice farlo preventivamente”.
Come riporta l’Aifa sui circa 10.000 farmaci che sono considerati prescrivibili in Italia, ne mancano ben 3.876, quasi il 40%. Di questi, 325 non hanno un sostituto generico, mentre per 32 non c’è proprio nessuna alternativa. La situazione è così grave che l’Aifa ha dovuto prendere misure drastiche avviando l’importazione forzata dall’estero, pur di colmare i bisogni della cittadinanza ed esimersi da di ritrovarsi scoperta.
Alcuni dei farmaci che non si trovano
Alcuni medicinali sono introvabili da molto tempo. Come per esempio il Mifepristone, un farmaco essenziale per l’interruzione volontaria di gravidanza prodotto da Exelgyn, un’azienda farmaceutica francese, che manca sugli scaffali delle farmacie italiane dal 2017. Un altro caso critico è il Pancrelipasi, prodotto dalla Viatris Italia. Questo farmaco è fondamentale per chi soffre di insufficienza pancreatica, una condizione in cui il pancreas non produce abbastanza enzimi per digerire il cibo. Purtroppo, si prevede che ci saranno problemi nella sua produzione fino al 2027, mettendo a rischio per anni la qualità di vita di molti pazienti.
Il Creon, anch’esso un farmaco per problemi pancreatici, in Italia ha un prezzo ufficiale di 17,34 euro. Tuttavia, la realtà nelle farmacie è ben diversa: spesso il medicinale è introvabile e, quando disponibile, viene venduto a circa 35 euro, il doppio del prezzo di listino. Questo perché oltreconfine, in Svizzera, lo stesso identico farmaco costa 125 euro, ben sette volte il prezzo ufficiale italiano e perciò l’enorme disparità di prezzo sta alimentando un pericoloso “mercato parallelo”, dove i farmaci vengono dirottati verso i mercati più redditizi, lasciando i pazienti italiani senza un medicinale per loro indispensabile.
Le contromisure
Per sostenere questo problema l’Aifa ha implementato un sistema di sanzioni. Le aziende farmaceutiche rischiano multe se non comunicano tempestivamente all’Agenzia l’imminente esaurimento di un farmaco. Tuttavia, la situazione è più complessa di quanto sembri. Non tutto infatti dipende dalla produzione e dalla disponibilità della case farmaceutiche. Russo spiega che “a volte sono le Regioni a sbagliare quando organizzano gli acquisti, e poi non riescono a trovare i farmaci”. Ancora più inquietante è la mancanza di informazione tra gli operatori sanitari. Russo spiega: “Molti medici oncologici non erano a familiarità di una procedura specifica per ottenere il 5-fluorouracile, un farmaco antitumorale spesso carente“.
Il fenomeno non è limitato all’Italia. In Francia, per esempio, undici grandi aziende farmaceutiche, tra cui Sandoz e Biogaran, sono state multate per non aver mantenuto scorte sufficienti di farmaci essenziali. A livello europeo, è stato competente un sistema di scambio di farmaci tra paesi, ma la sua efficacia è limitata dalla natura non vincolante dell’iniziativa. Le cause di queste carenze sono molteplici: difficoltà nell’approvvigionamento di principi attivi spesso prodotti in Cina e India, problemi di produzione, cambiamenti normativi, imprevisti aumenti della domanda ed emergenze sanitarie. Rimane il fatto – sottolinea l’Aifa – “che le aziende farmaceutiche preferiscono vendere dove guadagnano di più“.
Leggi tutto su www.wired.it
di Riccardo Piccolo www.wired.it 2024-09-24 11:41:25 ,