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Data : 2022-12-20 16:44:34
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Il governo peruviano ha iniziato a evacuare in elicottero alcuni dei turisti stranieri che erano bloccati da giorni nel sito archeologico di Machu Picchu a causa delle grosse proteste e dello sciopero contro la destituzione del presidente Pedro Castillo. I turisti rimasti bloccati erano peruviani, sudamericani, statunitensi ed europei: c’erano anche diversi italiani (30-40 secondo fonti diplomatiche citate da Ansa), ma non è chiaro se siano o meno tra le persone evacuate.
Nel frattempo, lo scorso fine settimana, l’operatore ferroviario PeruRail ha annunciato il lento e graduale ripristino del servizio di trasporto ferroviario da e per il sito, sospeso nei giorni scorsi sempre a causa delle proteste.
Per ora sia nelle evacuazioni in elicottero che nel trasporto ferroviario le autorità stanno prediligendo le persone più fragili, come gli anziani, i malati e le famiglie con bambini. Sono anche stati riaperti alcuni aeroporti che erano stati chiusi a causa delle proteste: quelli di Juliaca, Ayacucho e Arequipa, la seconda città più popolosa del Perù, molto frequentata dai turisti.
Nonostante la lenta ripresa dei trasporti e l’evacuazione dei turisti bloccati a Machu Picchu, le proteste stanno continuando ad avere conseguenze piuttosto forti sul turismo, molto rilevante per l’economia peruviana.
Negli ultimi giorni i manifestanti hanno bloccato strade, interrotto collegamenti e danneggiato edifici governativi e infrastrutture. Per via delle proteste molte persone erano rimaste bloccate con la propria automobile o a bordo di camion o pullman: tra queste c’erano anche quattro italiane che per 48 ore sono rimaste bloccate in un pullman nella cittadina di Checacupe, per poi arrivare a Cusco grazie a un intervento dell’ambasciata.
Nella regione di Cusco le interruzioni dei trasporti avevano anche impedito il rifornimento dei prodotti alimentari. C’erano stati scontri tra la polizia e i manifestanti in cui secondo i conteggi attuali delle autorità peruviane erano morte almeno 26 persone, con centinaia di feriti.
A causa delle manifestazioni, degli scontri e delle loro conseguenze molti turisti hanno deciso di cancellare i propri viaggi in programma, con conseguenze già piuttosto visibili.
Rolando Mendoza, a capo dell’ufficio turismo di Cusco, città un centinaio di chilometri da Machu Picchu, ha detto al New York Times che a Cusco ci sono circa 2mila uffici del turismo, oltre 1000 alberghi e circa 25 comunità rurali che dipendono fortemente dai turisti: Mendoza ha detto che negli ultimi giorni ce n’erano pochissimi in giro e sembrava di essere tornati ai tempi della pandemia, quando a causa dei lockdown il turismo si era momentaneamente fermato.
Mendoza ha detto anche che quando a inizio dicembre sono iniziate le proteste, l’industria turistica peruviana aveva appena iniziato a riprendersi dagli effetti della pandemia. Per il 2022 il governo peruviano prevedeva l’arrivo di almeno un milione di visitatori: secondo Mendoza, data la situazione attuale, è probabile che non si superino i 700-800mila.
Ora le proteste sembrano essersi leggermente placate, anche se alcuni gruppi di manifestanti hanno annunciato un nuovo sciopero proprio questa settimana: potrebbe quindi essere solo una distensione temporanea.
Castillo è stato rimosso dal suo incarico lo scorso 7 dicembre per aver cercato di sciogliere il parlamento peruviano, e attualmente si trova in custodia cautelare. I suoi sostenitori chiedono la sua liberazione e la convocazione di nuove elezioni.
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