Jeff Bezos desiderava da tempo un robot per la dimora. Già prima del 2017, il inventore di Amazon – grande appassionato di fantascienza – aveva chiesto ripetutamente agli ingegneri e ai dirigenti dell’azienda la fattibilità di un progetto del genere, racconta Ken Kiraly, vicepresidente di Amazon che ha contribuito alla creazione di Kindle.
Nel 2017, poi, il team di Amazon per i progetti speciali ha ritenuto che fosse finalmente arrivato il momento giusto per iniziare a costruire un robot domestico, vista la maturità raggiunta dall’intelligenza artificiale (Ai) e dalla robotica, il calo dei costi dei sensori e dei chip per i computer e il rischio che i concorrenti dell’azienda avessero in cantiere progetti simili. Il team si è messo al lavoro nonostante la presenza di una grossa incognita, ovvero a cosa sarebbe servito il robot per la dimora di Amazon. “I robot sono complessi – spiega Kiraly, che ha messo insieme il team per il progetto –. In quel momento non sapevamo quale sarebbe stata l’utilità [del robot, ndr], ma siccome sapevamo che ci sarebbe voluto un po’ di tempo per arrivarci, ci siamo detti che dovevamo iniziare“.
Inizio in salita
Il risultato è stato Astro, un simpatico robot a due ruote grande quanto una palla da bowling con un touchscreen al posto del volto e un piccolo periscopio per scrutare i piani dei tavoli. Astro è in grado di mappare automaticamente una dimora grazie ai suoi sensori e curiosare in giro evitando ostacoli, persone e animali domestici. Gli utenti hanno anche la possibilità di accedere al robot e controllarlo da remoto. Tuttavia, come sottolineato dalle prime recensioni non proprio stellari, non è ancora chiaro il motivo per cui qualcuno dovrebbe volere questa macchina in giro per dimora. Amazon suggerisce che Astro può aiutarvi a tenere d’occhio la vostra abitazione a distanza, dal momento che è in grado di riconoscere le persone, oppure di far scattare un allarme e inviare una segnalazione quando si imbatte un estraneo. È un’idea carina, ma non esattamente un successo annunciato.
Nonostante l’accoglienza tiepida riservata ad Astro, Amazon rimane fedele al suo progetto. In una recente visita al Lab126, la divisione della società responsabile dello sviluppo di hardware, Kiraly e alcuni altri suoi colleghi hanno sottolineato che Amazon è ancora fermamente convinta che un giorno i robot per la dimora prenderanno piede. Hanno descritto come questi dispositivi rappresentino per Amazon un modo efficace per avvicinarsi al suo obiettivo principe: anticipare ogni desiderio e necessità dei suoi clienti. “Astro è il nostro primo robot, non sarà l’ultimo“, ha dichiarato Ken Washington, direttore generale di Amazon Consumer Robotics e responsabile del progetto Astro.
Nuove funzioni
Al Lab126, Amazon ha presentato una nuova funzione annunciata pubblicamente durante la vetrina virtuale dedicata agli hardware dell’azienda, che consente al robot di riconoscere quando una porta o una finestra di dimora viene lasciata aperta e di avvertire il proprietario. L’aggiornamento non fa certo di Astro un prodotto improvvisamente imperdibile, ma alla sua base c’è una tecnologia Ai che potrebbe consentire al robot di imparare diverse cose utili sulla dimora di un utente guardandosi intorno e ricevendo alcune istruzioni.
L’attivazione della nuova funzione richiede che una persona accompagni Astro a fare un giro della dimora, indicando al robot porte e finestre e pronunciando ad alta voce frasi come “porta d’ingresso” per insegnargli come riferirsi ad esse nei suoi futuri avvisi. Il robot si avvale di un modello di intelligenza artificiale addestrato sia sul testo che sulle immagini, simile a quelli utilizzati per generare arte Ai.
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di Will Knight www.wired.it 2022-09-29 17:00:00 ,