TEMPIO PAUSANIA La Procura di Tempio Pausania ha chiesto il rinvio a giudizio degli ex amministratori degli immobili di Gianluca Vacchi, imprenditore e influencer bolognese. Il processo è stato sollecitato nei confronti di Pietro Oliva, 52 anni di Olbia (frazione di San Pantaleo) e della compagna Stefania Schirru, di 53, di Simaxis (Oristano). Ai due il pm Mauro Lavra contesta i reati di appropriazione indebita e autoriciclaggio, accuse che la coppia, alle dipendenze di Vacchi per oltre dieci anni sia nella villa di Porto Cervo che nella residenza di Bologna, respinge da sempre.
Stando a quanto sostiene la Procura a seguito delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Olbia, Oliva e Schirru si sarebbero appropriati di circa 911mila euro in un lasso di tempo che va dal 2015 al 2020, effettuando trasferimenti di somme di denaro dal conto di Vacchi a conti correnti, carte di credito e Postepay intestate a loro. Difesi dagli avvocati Domenico Putzolu e Maria Caterina Pisano, gli ex collaboratori dell’imprenditore bolognese hanno affermato che tutte le spese da loro sostenute erano reggere lo stile di vita dispendiosissimo dell’influencer e dj, il quale molto spesso non aveva una reale contezza di quanto spendesse per il suo vivere quotidiano. In sostanza, secondo la coppia c’era una situazione di disordine contabile e avrebbe usato i soldi a disposizione solo per pagare quanto richiesto dal datore di lavoro Vacchi è assistito dall’avvocato bolognese Gino Bottiglioni, e si è costituito parte civile nel processo. Il giudice Marco Contu ha fissato l’udienza per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio il 15 febbraio 2024.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-12-07 17:06:56 ,bologna.repubblica.it